di Oliver [user #910] - pubblicato il 10 marzo 2013 ore 13:08
Senza correre il rischio di diventare ciechi, concentriamoci ancora sulla mano. Sulle mani, anzi, perchè destra e sinistra concorrono entrambe, in maniera diversa ma ugualmente fondamentale, a disegnare il nostro suono e a renderlo riconoscibile (nel bene e nel male, senza pietà). Il ritrovamento di alcune mie antiche registrazioni mi ha confermato ancora una volta che, piccole sfumature a parte, il mio suono è sempre stato "quello". Con strumentazioni diversissime tra loro, in tempi lontani anche alcune decine di anni (...) mi riconosco -e mi riconoscono- dopo due note. In molti casi invece non sarei davvero capace di ricordare quale chitarra avevo usato. Lasciamo quindi perdere ogni considerazione su tutti i soldi spesi nel frattempo :) Più che il tipo di chitarra, di amplificatore e di effettistica usati, contano i settaggi che si impostano (alla fine con qualsiasi amplificatore si cerca di ottenere il suono che ci piace), l'energia e la dinamica che sa dare la mano destra, la pulizia (o meno) e l'espressività della mano sinistra e -a mio parere FONDAMENTALI- le scansioni ritmiche e la scelta delle note o dei rivolti. Sentire SRV che suona con una semiacustica ottenendo il SUO caratteristico timbro -e sembra incredibile- ne è la prova definitiva. Ma senza scomodare le semi-divinità, ecco un esempio più terreno: due chitarristi (decisamente molto bravi, non c'è dubbio) che suonano la stessa identica chitarra con un setup molto semplice, che non stravolge la sonorità di base dello strumento. La signorina è la Cabronita made in Mexico. Nel primo video suona come la maggior parte di noi si aspetterebbe:
Qui invece è nelle mani del "famosetto" Gregor Hilden, che ci tira fuori comunque il SUO timbro.
Nelle descrizioni dei video ci sono i dettagli su amplificatori ed effetti (minimi). Chi direbbe che si tratta della stessa chitarra? Morale: mai valutare uno strumento solo in base ai video su Youtube!
In particolare colpisce Gregor Hilden, di cui esiste ampia documentazione con moltissimi strumenti diversi. Molti lo accusano di far suonare le chitarre "tutte uguali", ed in parte è vero: cambiando lo strumento variano le sfumature, ma gli elementi che citavo all'inizio rimangono gli stessi. Nel caso di Hilden sono talmente presenti da prevalere nettamente sulle caratteristiche peculiari dello strumento (pur senza cancellarle). La mano vince. Nel suo caso direi che "farle suonare tutte uguali" è quindi un complimento. Anche perchè suonano dannatamente bene.