Vorrei porre agli esperti una questione che mi sta facendo perdere la testa riguardo ai manici che, volente o nolente, sono i principali fautori del bello o cattivo suono. Riassumendo velocemente: sono in cerca di una chitarra versatile, allora ne provo tante, e grazie a ciò riesco a capire quale sia il manico che più mi aggrada: tastiera in palissandro 22 tasti jumbo/medium jumbo, nut width 1 5/8, C shape, radius 10" - 12". Ho le dita relativamente corte e il palmo giusto. avrei dovuto giocare a tennis invece che suonare.
Ora, questo manico è abbastanza comune nelle G&L, Blade e Music Man, se non erro. Però, se provo tre chitarre con lo stesso manico su carta, mi danno tutte e tre una sensazione un po' differente e, se dovessi prenderle in mano tutte a occhi chiusi, riuscirei a sentire la differenza (escludendo le verniciature, se presenti, nella parte posteriore ovviamente).
Il punto è: se escludiamo le rifiniture, l'estetica, e le vernici (preferisco senza), perché questi manici sono ancora così differenti al contatto? E se io ordinassi un manico singolarmente precostruito con le specifiche della casa costruttrice, chi mi garantisce che esso sia identico per esempio a quello della Music Man Steve Morse quando io, da possessore di una G&L S500 Tribute che su carta ha lo stesso manico, sento notevoli differenze tra l'uno e l'altro?
Generalizzando questo discorso per ogni altro tipo di manico, sarebbe proprio interessante (almeno per me) capire quali sono veramente le differenze che caratterizzano un gran manico da uno mediocre, quindi se vale la pena spenderci tanto, o se conviene farselo fare da un liutaio.
Continuo a vivere solo per la risposta, grazie.
Risponde Andrea Ballarin di : a volte le cose che ti piacciono di un manico... non sono sulla carta.
Il discorso delle mani piccole o grandi o tutti quelli di questo genere sono molto relativi, perché ci si può abituare a qualsiasi manico.
Se lo strumento "risponde" ti potresti anche abituare a quello meno adatto: è quello su cui senti che ottieni quello per cui suoni.
Secondo me quello di cui si parla poco è la dinamica, della risposta alle sollecitazioni, che non è il timbro (non solo).
Le differenze tra i manici stanno in tutti quei piccoli sistemi costruttivi che ne fanno la costruzione : l'arrotondatura del bordo, la costanza della raggiatura, la conformazione della raggiatura, l'unione delle due raggiature. Tutte cose non presenti sulla carta (l'oggetto è 3D e molto complesso) ma essenziali al feel.
Il "gran manico" di cui parli di solito lo è solo per te, perché è quello che è come i tuoi jeans usati in cui entri a pennello.
La cosa migliore è provarli per rendersene conto. Compreresti dei jeans mai provati a scatola chiusa?