La controparte cinese di Fender si riscatta con modelli sempre più sofisticati e capaci di concorrere senza complessi di inferiorità con strumenti di indiscussa qualità. Restando nelle fasce più economiche di mercato, la Squier Classic Vibe '50 promette un sound vintage che potrebbe trovare dei fan anche tra i possessori di articoli ben più costosi.
In un mercato così vasto come quello delle chitarre, con cui si impazzisce al solo pensiero di capire la differenza tra l'una e l'altra, per le quali come il vino ci sono annate speciali e luoghi speciali dove una chitarra può essere prodotta, dove persino due chitarre uscite dalla fabbrica sottobraccio suonano diversamente, ecco che l’invasione delle produzioni cinesi può riservare interessanti e positive sorprese o può fare pentire anche l’acquirente più avventato. La chitarra di cui mi piacerebbe parlare è la Squier Classic Vibe '50, cinesina DOC.
Premetto di essere un fortunato possessore di una Fender Stratocaster Deluxe HSS del 2008 che ha sempre fatto il suo dovere egregiamente, però non mi soddisfa a pieno sui suoni tipici Stratocaster clean, soprattutto in seconda posizione (ponte e centrale). Decido, dopo numerose ricerche, di provare la cinesina e magari trovarne una per un prezzo anticrisi. Detto fatto.
La chitarra vista da vicino non è il massimo nelle finiture, mi riferisco al battipenna plasticone monostrato e al ponte che, seppur a sei viti, sembra di un materiale più scadente, per non parlare della verniciatura completamente coprente (il modello che ho preso è un fiesta red) che farebbe impallidire gli sverniciatori che suonano solo con body natural. Il manico monoblocco in acero (la Classic Vibe 60 è con la tastiera in palissandro), a vederlo, invece fa un gran bell’effetto, fatta eccezione per il capotasto un po' cheap.
Trattata la dotazione tecnica, si può passare direttamente al suono. Sia chiaro che non voglio sembrare quello che ha fatto l’affarone del secolo, però rimango veramente sorpreso. I pickup Alnico III (di basso gain ma ottimi puliti) mi regalano una grande sorpresa. Il suono è clamoroso per quel prezzo (usata l'ho pagata 220 euro), un twang che non ti aspetti, un suono tipico Strat e lontano dal suono dei Noiseless di serie sulla Deluxe, soprtautto nelle posizioni intermedie. La tastiera non frusta, si lascia suonare benissimo e il ponte sembra non soffrire più di tanto, l’accordatura tiene i bending anche se ovviamente non a livello di Custom Shop. Probabilmente questa chitarra non mi durerà trent'anni, a meno di interventi sulle meccaniche e ponte che in futuro mi potrò anche divertire a fare, però sono più che soddisfatto dell’acquisto. Credo che quando si acquista una chitarra, oltre a tenere a mente quello di cui veramente si ha bisogno, ci si deve liberare dai pregiudizi e innamorarsi del suono. Anche perché temo che in questo periodo storico, dove il costo della manodopera è cresciuto moltissimo nei Paesi Occidentali rimanendo sempre più basso in quelli asiatici, le varie aziende facciano una politica sui materiali non proprio limpida.
Una American Standard che costa circa mille euro ha un costo di produzione molto più alto rispetto ad una produzione asiatica dove la maggior parte del costo è rappresentato invece dai materiali.
Ovviamente questo è un discorso anche un po' provocatorio, fatto per avere vostri pareri sia sulla chitarra in questione sia sul pericolo che rischia il mercato USA nei prossimi anni.
In ogni caso invito coloro che cerchino un suono Strat senza spedere un capitale ad approcciare a questa chitarra, onestissima, da battaglia ma dal gran bel suono.
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