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Quando il Dio della chitarra andava a lezione - Intervista a Steve Vai
Quando il Dio della chitarra andava a lezione - Intervista a Steve Vai
di [user #17404] - pubblicato il

‪Incontriamo Steve Vai per farci raccontare la sua formazione musicale e le sue esperienze come insegnante di chitarra. Una  chiacchierata che svela un lato meno noto del grande chitarrista.
 
A breve inizierai un tour di guitar clinic che attraverserà l'Italia. Immagino che anche tu da ragazzino abbia partecipato a qualche guitar clinic. Ne ricordi qualcuna in particolare che più delle altre ti ha influenzato? E, più in generale, ci racconti la tua formazione musicale?

A dire il vero non c’erano guitar clinic quando ero un ragazzino. E’ un tipo di incontro e pratica didattica, relativamente nuova. Ma ho imparato molto da ogni singolo insegnante che ho avuto nella mia vita.
La mia formazione musicale è iniziata quando avevo nove anni. Prendevo delle lezioni di fisarmonica, strumento che ogni giovane ragazzo italiano newyorkese di Long Island doveva saper suonare. Tutt’oggi, sono ancora capace di suonare “Arrivederci Roma” alla fisarmonica.
 

Ma è stato a dodici anni che ho iniziato a fare sul serio. Iniziai a seguire corsi di musica davvero intensi e impegnativi durante le scuole superiori,  con uno strepitoso insegnante chiamato Bill Westcott.
Con grande probabilità Westcott è stato l’insegnante per me più importante in termini di studio della teoria e della composizione. Queste lezioni proseguirono per sei anni, praticamente tutte le scuole superiori. E’ stato in questo periodo che ho imparato a comporre e a capire e usare praticamente ogni singolo aspetto del linguaggio teorico musicale. Allo stesso tempo, sempre attorno ai 12, 13 anni ho iniziato a prendere lezioni di chitarra da Joe Satriani. Quella è stata la mia principale e più importante formazione chitarristica. La cosa più importante che ho imparato da Joe è che ogni volta che si suona la chitarra, ciò che viene fuori dovrebbe suonare come musica.
Poi ho preso pure delle lezioni di chitarra jazz da un ragazzo di nome Tom Sharkie e qualche lezione più incentrata sulla fusion da un altro chitarrista chiamato Joe Bell; quindi, altri vari insegnanti di chitarra che si sono succeduti in quegli anni.
Una volta diplomato, ho frequentato la Berklee di Boston una delle più rinomate università musicali. Ma non ho imparato molto di più la teoria di quanto avessi già appreso al liceo.
Semmai, è stato l’accesso alla sconfinata libreria musicale che la Berklee offriva a essere un punto di svolta fondamentale della mia vita. Ho potuto scoprire e attingere da così tanta musica alla quale altrimenti mai sarei potuto arrivare.

Che tipo di suggerimento ti senti di dare ai partecipanti alla tua clinic perché possano affrontarla certi di godersela e sfruttarla al meglio?
Consiglio di arrivate con la mente aperta e senza troppe aspettative che li condizionino.

C’è una domanda che realmente ti auguri non ti venga più rivolta a una clinic? Alla quale proprio detesti rispondere?
Rispondo volentieri a qualunque domanda percepisco sia importante per la persona che me la sta porgendo. Anche se magari ho risposto a quella domanda letteralmente centinaia di volte, cerco sempre di renderla interessante e nuova ogni volta che la riaffronto.


Sulla base delle domande che ricevi alle clinic, riesci a identificare una parte specifica della tua carriera e produzione discografica verso la quale chi ti segue è più legato e curioso?
Non proprio. Il pubblico delle clinic è così ampio e variegato…La maggior parte dei chitarristi che partecipano sono perlopiù interessati a fare domande su come trovare la propria voce sullo strumento. Poi sì, alcuni conoscono tutta la mia musica e fanno domande specifiche su alcune canzoni; alcuni viceversa non conoscono bene la mia produzione e magari sono più interessati ad avere semplicemente informazioni tecniche sulla chitarra. Addirittura, spesso molti tra i partecipanti non sono nemmeno i musicisti e sono semplicemente interessati a sentirmi parlare e suonare.

Sei diventato famoso giovanissimo, suonando con Frank Zappa. Hai mai avuto il tempo di dedicarti all’insegnamento come hanno fatto molti tuoi colleghi prima della popolarità? Penso per esempio a Paul Gilbert o Joe Satriani?
Certo. Ho iniziato a dare lezioni quando avevo 15, 16 anni e ho avuto davvero molti studenti, anche se stavo ancora a mia volta prendendo lezioni da varie insegnanti. In definitiva, ho insegnato costantemente in tutti gli anni in cui ero uno studente di musica. Persino mentre frequentavo la Berklee ho avuto alcuni studenti e quando mi sono trasferito in California - dopo aver lavorato con Frank Zappa – ho addirittura fatto dell’insegnamento il mio lavoro. È così che ho pagato l'affitto, costruito il mio studio e finanziato la registrazione del Flex-Able: dando lezioni di chitarra! 
Mi è sempre piaciuto molto insegnare. Inoltre ho scoperto che si può imparare molto su se stessi insegnando. Come didatta trovo importante ascoltare lo studente per cercare di aiutarlo a identificare la cosa che è più importante per lui. Aiutarlo a cogliere il tipo di sogni e speranze che coltiva nel profondo; spronarlo a capire come vorrebbe vedersi e visualizzare realmente quali sono i suoi obbiettivi. Cerco di aiutare lo studente a rompere, scomporre quei grandi obiettivi in piccoli obbiettivi, piccoli traguardi da raggiungere facilmente e in maniera graduale.


Per chi decidesse di partecipare alla clinic e volesse prepararsi con un bel ripasso sullo stile di Steve Vai, riproponiamo una ricca lezione dedicata all'analisi del suo solismo. 


Ecco infine l'elenco completo delle date italiane dello Steve Vai "Alien Guitar Secrets Tour 2013" 
19/06  – Torino – Lapsus 
20/06  – Milano – Accademia del Suono 
21/06  – Prato – Keller Platz 
22/06 – Catania – Anfiteatro Viagrande 
Segnaliamo inoltre che  in ogni clinic saranno estratti in omaggio un pedale "Jemini Distortion" o un "TS9" offerti da Ibanez e Mogar.
interviste steve vai
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" C’è una domanda che ...
di Skadex [user #27312]
commento del 19/06/2013 ore 12:49:54
" C’è una domanda che realmente ti auguri non ti venga più rivolta a una clinic? Alla quale proprio detesti rispondere?
Rispondo volentieri a qualunque domanda percepisco sia importante per la persona che me la sta porgendo. Anche se magari ho risposto a quella domanda letteralmente centinaia di volte, cerco sempre di renderla interessante e nuova ogni volta che la riaffronto. "

Direi che la classe non è acqua, molte persone se la tirano mentre un autetico fenomeno come lui è sempre molto disponibile e non solo di facciata. Grazie Steve.
Rispondi
beh..
di stono [user #11272]
commento del 19/06/2013 ore 22:07:53
e' un grande, forse il più grande della chitarra rock, il suo ultimo disco è un capolavoro, si è sganciato dallo Zappa dei primi dischi. Il suo rapporto fisico con la chitarra, le sue movenze, il suo modo di toccarla è un autentico patrimonio per tutti. Non vi piace? Guardatelo, poi capirete..:)
Rispondi
Re: beh..
di Khaos88 [user #18462]
commento del 20/06/2013 ore 09:46:35
concordo con te!
Rispondi
Io ebbi la grandissima fortuna ...
di WarrenMonteleone [user #37213]
commento del 20/06/2013 ore 16:57:07
Io ebbi la grandissima fortuna ti intervistarlo ad una clinic qualche anno fa!
Riuscite ad immaginare come un ragazzino di 18 anni che suonava la chitarra per altro da meno di 2 anni si potesse sentire??
Bhè Steve quella sera mi fece sentire come a casa mia! Iniziò col darmi qualche consiglio pratico e mi spiegò l'importanza del Groove..... all'epoca manco sapevo cosa fosse!!
Mi raccontò una bella storia dove tanto per cambiare i soggetti erano lui e...................Frank Zappa!
In particolare mi raccontò del suo provino se non ricordo male in cui suonò una parte ritmica in qualche tempo alieno per me all'epoca ( e probabilmente anche adesso XD ), non chiedetemi che tempo fosse non me lo ricordo proprio, vi basti pensare che per suonarlo lo stesso Vai ebbe i suoi diavoli per capello!
Riuscì a farlo!.... e fin qui direte voi...... al che Zappa lo guardò e gli disse:
Ma bene riesci a suonarlo, ma il Groove??
Steve Vai mi raccontò che proprio non ci aveva pensato, credevo, mi disse, che suonare a tempo una cosa così fosse già un'ottimo traguardo!
Ci riprovò e senza rendersene conto ecco che il Groove c'era! Mi spiego che qualsiasi cosa uno faccia senza Groove non funziona e così entrò nelle grazie di Frank Zappa!
Mi è sembrato come se questa lezione mi fosse arrivata dal Gran Maestro e non potete immaginare come tutt'oggi mi sento!
Un granello di Zappa ora risiede nella mia coscienza musicale, nelle mani magari non spetta a me dirlo ma nel cuore senz'altro, poco ma sicuro!
Spero tanto che questa favola per chitarristi possa aiutare tutti quanti voi così come fece con me, anche perchè è adatta a grandi e piccini, genitori e figli quindi meglio di così! :)
E che la musica (buona) sia sempre con noi!!! Shred, Rock, Blues, Jazz, Funk, Metal, Pop On!!!!
Rispondi
Re: Io ebbi la grandissima fortuna ...
di dimitri [user #3823]
commento del 21/06/2013 ore 02:08:39
Ciao!
il tempo che Frank chiese di suonare a Steve sono quasi sicuro di aver letto che fosse stato il 7/4 "reggato".. perché lo voleva mettere alla prova .. non bastava il 7/4 "chiaramente" che non sarebbe niente, ma aggiunse di reggarlo ed era una cosa che non avrebbe saputo fare nemmeno lui.. doveva essere una cosa tutta sinuosa.. :-) Tu giustamente hai aggiunto un'altra informazione rilevante a questo racconto: che Frank poi gli chiese anche di dare il groove a quel ritmo già di per se' difficoltoso... quindi sfida sulla sfida. Lo doveva prendere con se' per forza!

Domanisera Steve è qui a Prato alla Birreria Keller Platz.. non avrei mai creduto di vederlo nella mia città .. che so Firenze magari si ma non Prato.. il mio insegnante di chitarra quando me lo disse alcuni mesi fa pareva mi stesse prendendo per i fondelli.. o quantomeno avesse sicuramente capito male..
e invece era vero.. domanisera sono al tavolo insieme al suo gruppetto rock locale gli "Inaudito"..

Credo che sia molto più interessante vedere Steve in un clinic che nel classico concerto senza nulla togliere a questo.. e per me comunque è la prima volta che lo vedo dal vivo anche se ho 40 anni.. ho visto nel tempo altri miei riferimenti come Gilmour a Firenze o con i Pink Floyd anni prima in Emlilia Romagna, Santana a Pistoia Blues tanti anni fa a 2 metri di distanza che a momenti lo potevo toccare se mi fossi allungato... e Tony Iommi al Disma a Rimini , Bireli Lagrene (da un genere all'altro ) visto ad un Umbria Jazz invernale al Teatro Mancinelli di Orvieto...
probabilmente vari altri ma ora non mi ricordo..


edit: mi correggo. da una video intervista dice che era un seven eight quindi un 7/8 mentre il discorso di farlo "reggato" è sicuro.





Rispondi
Re: Io ebbi la grandissima fortuna ...
di Skadex [user #27312]
commento del 21/06/2013 ore 11:02:57
è un aneddoto che Steve racconta sempre (gli deve essere rimasto veramente impresso), Zappa gli fece cambiare regolarmente il tempo fino a dirgli alla fine che poteva andare al circo piuttosto che a suonare (questo è quello che ho capito in una sua video intervista) !
Tuttavia possiamo dire che la lezione sia stata ben appresa.
Certo se potesse venire a fare un clinic o un concerto un pò più verso la costa adriatica, un pò più vicino in Abruzzo, un pò più vicino ad una località di mare, un pò più vicino a casa mia..........
Rispondi
Grande Steve
di adsl36 utente non più registrato
commento del 21/06/2013 ore 12:34:08
Il mio primo chitarrista preferito fu il grande Eddie: ne rimasi folgorato! Una fantasia così aliena ed espressa con quella tecnica non l'avevo mai sentita. Poi arrivò di lì a poco il grande Vai che mi colpì per il suo estro, il suo stile, le sue frasi musicali. Eddie e Steve erano, e sono, i miei chitarristi rimasti nel cuore nonostante oggi ce ne siano tantissimi altri molto validi e bravissimi. Tra l'altro ho avuto il grandissimo piacere di ascoltare un concerto di Vai, anni fa, vicino Modena. Lo tenevo a circa 5 metri da me, era fantastico. Dal vivo, poi, noti tante di quelle sfumature che nemmeno nei video live riesci a cogliere...Steve è un impasto di tecnica, cuore, stile, fantasia, conoscenza armonica e tanto altro. Inoltre è molto umile e, credetemi, è una dote molto rara tra i musicisti, anche di un certo livello. C'è da dire che anche la natura ha fatto un ottimo lavoro regalandogli delle mani lunghe e affusolate e, dal vivo, mi resi conto di quale importanza hanno avuto nel fare di lui quello che sappiamo.
vai al link
Rispondi
il più grande chitarrista di tutti i tempi
di marcoguitar [user #15320]
commento del 22/06/2013 ore 00:03:49
tecnicamente Steve Vai è il più grande chitarrista di tutti i tempi, il suono che tira fuori dalla sua chitarra è semplicemente perfetto. Tra qualche decna di anni capiremo appieno il suo valore, ora siamo ancora troppo tifosi.
Rispondi
Concordo con tutto quanto scritto ...
di rickyfigoli [user #36535]
commento del 22/06/2013 ore 09:44:27
Concordo con tutto quanto scritto sopra. Concordo per il semplice ed insindacabile fatto che Vai è Dio.
Rispondi
Re: Concordo con tutto quanto scritto ...
di gomombo [user #4627]
commento del 26/06/2013 ore 11:02:28
mah, sulla tecnica e sul lavoro con zappa nulla da dire, però io continuo a trovarlo di una noia mortale... (gusti)
...se SV è dio capisco come mai la gente poi bestemmia ;-)
Rispondi
senza esagerare
di adsl36 utente non più registrato
commento del 07/07/2013 ore 12:08:15
Senza voler esagerare, Vai è un "Dio" nel senso che è un musicista che ha anche dato grandi stimoli e impulsi per la creazione di un nuovo stile. C'è gente alla quale piace B.B.King, ad esempio (a me per niente), che è veramente noioso e di tecnica, anche se appartiene a ben altro genere, mi si deve dire cos'ha di particolare! Hendrix? Tanti lo osannano ma, in realtà, è uno che suonava sporco nel vero senso della parola. Non era certo un virtuoso nè un cultore della purezza del suono ma, probabilmente, uno che s'è trovato in un'epoca particolare di trasformazione, anche sociale, e ciò che gli riusciva di suonare appariva ai più come qualcosa di "incredibile", una sorta di colonna sonora di quei tempi di cambiamento...i gusti son gusti e non vanno discussi, è vero; però se Vai che suona un genere spesso sperimentale e molto articolato armonicamente risulta noioso, un blues di B.B. King e colleghi basato su tre accordi, come dovrebbe risultare?? Forse la verità è che ogni musicista, fosse il più bravo, può stancare alla lunga, specie quando risulta inarrivabile - ciò che non puoi copiare e rifare risulta una sfida persa, un fallimento difficilmente accettabile - per cui è meglio guardare ed ascoltarne altri più riproducibili, più vicini a noi, più umani dal punto di vista della copiabilità tecnica. Inutile negarlo: ci sono al mondo chitarristi (forse) più bravi di Vai ma lui rimane tra quelli che hanno fatto della chitarra un mezzo espressivo molto particolare. Cito solo un brano, che è uno dei tanti, in cui la sua chitarra parla e racconta degli stati d'animo: tender surrender. Si provi ad ascoltarlo in cuffia e ad occhi chiusi, con la mente sgombra dai pensieri e si assapori quell'incredibile crescendo di anima che ne esce fuori. Ecco, questo potrebbe spiegare in parte chi è Vai...
Rispondi
Re: senza esagerare
di yasodanandana [user #699]
commento del 07/07/2013 ore 13:02:
insomma, quelli che non la pensano come te hanno qualcosa che non va...
Rispondi
non mi pare
di adsl36 utente non più registrato
commento del 07/07/2013 ore 20:32:27
la mia è una semplice opinione e ribadisco che i gusti non li discuto.
Rispondi
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