di paoloanessi [user #32554] - pubblicato il 20 luglio 2013 ore 07:30
Alla fine è stato più semplice di quel che si pensava. Dopo la fase di pre-produzione con l'opportunità di confrontare tante chitarre pedali e amplificatori, abbiamo capito che per questo disco la parte ruspante rock più vera e cruda l'averemmo affidata a tre grandi classici: Marshall JCM2000 modificato, Gibson Les Paul e Fender Stratocaster.
Alla fine è stato più semplice di quel che si pensava. Dopo la fase di pre-produzione con l'opportunità di confrontare tante chitarre pedali e amplificatori, abbiamo capito che per questo disco la parte ruspante rock più vera e cruda l'averemmo affidata a tre grandi classici: Marshall JCM2000 modificato, Gibson Les Paul e Fender Stratocaster.
Di fatto la produzione dovrà far coesistere la parte Rock affidata alle chitarre arrangiate dirette ed essenziali con una parte dell'arrangiamento fatta di strumenti folk tipo liuto, lira, arpa, banjo, balalaica, quadro e molti altri che si potranno ascoltare dal prossimo arrangiamento. Attraverso l'ascolto di parecchi dischi, si è arrivati a capire che la ricetta che potesse andare bene per questa piccola collettività che si viene a creare in studio (in una produzione artistica band, fonici, produttore, managment e booking, devono funzionare come gli ingranaggi di un orologio) era costituita nella parte più muscolare ed energetica da chitarre che potessero suonare il più compatta e diretta e se vogliamo anche un po' ruvide per marcare l'energia che sa scaturire il rock and roll.
I chitarristi li abbiamo fatti suonare in regia con la comodità di avere la testata a portata di mano per affinare il più possibile le regolazioni. La cassa è stata messa in sala di ripresa a un volume del master da brivido. Senza il depotenziatore da 100 watt a 50 watt di cui la JCM 2000 è dotata, abbiamo ottenuto un suono reattivo e ben calibrato con il master compreso tra il sei e il nove, Gain regolato a dovere a seconda dei brani e delle parti, equalizzazione quasi tutto a dieci tranne un paio di brani con la Gibson dove abbiamo scaricato i bassi mettendo a sette il relativo controllo.
Accurata è stata sicuramente la scelta dei pickup - sopratutto della Fender, non da meno i controlli di tono e volume in quanto sono fermamente convinto che più si ottiene un suono buono e convincente in registrazione, più si sarà agevolati e snelli nella fase di mix ed editing del lavoro. Di pari passo grande cura nella microfonazione della cassa verificando uno a uno con delle take di prova, il funzionamento dei singoli coni della 4x12 Marshall 1936 Slash signature.
Due i microfoni, un classico Shure SM57 leggermente inclinato sul cono a distanza di un centimetro per ottenere un buon effetto prossimità e un microfono a condensatore realizzato da Audio Tecnica posto a circa 30 centimetri. Tale misura non è casuale è stata scelta per non incappare in problemi di fase. In regia quindi abbiamo potuto ascoltare la chitarra dai monitor già inserita nella traccia guida di voce e acustica con un premix della sezione ritmica registrata precedentemente. E' stata una vera goduria.
Piena libertà ai chitarristi Marco e Claudio di poter scegliere se registrare in cuffia per le parti più di fino e articolate, tanto quanto in piedi davanti monitor da studio (una coppia di Genelek e una di Event a un volume che simulava i live monitor su un grande palco). In questa prima caldissima giornata iniziata alle otto di mattina e terminata oltre l'una di notte, abbiamo registrato le chitarre di quattro brani. Siamo decisamente soddisfatti dell'ottimo risultato raggiunto.
Raccomando a tutti di aspettare a giudicare la qualità sonora in quanto la clip allegata sono un bounce grezzo non editato e tanto meno mixato del risultato ottenuto. Credo che il valore aggiunto possa essere il seguire tutti vari passaggi fino a ciò che sarà messo in distribuzione digitale su iTunes. Tutto qusto indipendentemente dal giudizio artistico che ovviamnete rimane in un ambito assolutamente soggettivo per gusti differenti. L'augurio è che con queste piccole finestre aperte all'interno di uno studio di registrazione, si possa semplicemente acquisire informazioni e spunti sul lavoro che ne determina le basi.