di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 01 agosto 2013 ore 08:00
Ron Hoag è segnalato come uno tra i primi ad aver pensato a un principio diverso dal magnetismo per microfonare una chitarra elettrica. Nel suo caso, si tratta della luce e permette di captare le note con una velocità incredibile, separando chirurgicamente la frequenza fondamentale dalle armoniche.
Ron Hoag è segnalato come uno tra i primi ad aver pensato a un principio diverso dal magnetismo per microfonare una chitarra elettrica. Nel suo caso, si tratta della luce e permette di captare le note con una velocità incredibile, separando chirurgicamente la frequenza fondamentale dalle armoniche.
I chitarristi amanti degli effetti e i musicisti incuriositi dalle più inaspettate integrazioni tra musica e tecnologia sono sempre alla ricerca dell'ultima novità di mercato, di quell'apparecchio magico che permetterà loro di stravolgere il proprio playing e di ampliare gli orizzonti della propria musica. A volte, però, si farebbe bene a non perdere di vista il passato, perché lì potrebbe celarsi qualche gradita sorpresa. La storia è piena di bivi, punti in cui il fato o una concatenazione di eventi hanno portato alla ribalta una data tecnologia destinandone all'oblio un'altra, talvolta anche molto promettente. Il pickup ottico di Ron Hoag racconta una di queste storie.
Gli appassionati di guitar synth e suoni MIDI sanno quanto sia importante poter contare su un sistema di identificazione delle note preciso e veloce, capace di distinguere con chiarezza la nota fondamentale espressa dalla vibrazione della corda senza confonderla con le armoniche superiori generate da essa. I pickup magnetici si sono evoluti nel tempo e i celebri esafonici Roland, probabilmente i più diffusi nel campo, hanno raggiunto un buon grado di accuratezza e velocità. La strada del guitar synth, però, non è stata sempre così semplice e molte sono state le alternative testate da aziende grandi e piccole. Altri tipi di pickup, più veloci nel riconoscimento delle note rispetto ai magnetici, hanno avuto spesso problemi con le frequenze più basse, dove le onde generate sono più lunghe e quindi i cicli più lenti. C'è stata una tecnologia, però, che avrebbe permesso di identificare con precisione e velocità qualunque nota. È quella su cui si sono basati i pickup di Ron Hoag alla fine degli anni '60. Grazie al suo particolare funzionamento, il pickup ottico coglie la vibrazione della nota in una frazione di secondo e capta la frequenza della fondamentale prima ancora che gli armonici arrivino a tiro.
Dal lato tecnico, il pickup di Hoag offre una risposta lineare a partire da pochi hertz fino a ben oltre il range uditivo umano, non genera alcun rumore di fondo ed è immune alle interferenze. La principale particolarità legata al pickup ottico è quella di non cogliere né le vibrazioni di un corpo né le alterazioni di un campo magnetico, bensì l'interruzione di una fonte di luce causata dalla corda stessa. Il principio di funzionamento sfruttato dal pickup di Ron Hoag si basa su una scoperta inerente alla fisica che regola la vibrazione delle corde e la generazione degli armonici. Non sono la persona più adatta per spiegare tecnicamente il modo in cui gli armonici e i "nodi" si generano lungo la corda né per descrivere l'osservazione di Hoag, mi limiterò quindi a riferire quanto trovato in rete, a grandi linee. Mi si perdonino insomma eventuali inesattezze.
Nei suoi esperimenti, Hoag notò un'anomalia in quelle che sono note come "onde statiche" (standing waves). Secondo le nozioni precedentemente note, gli armonici si generano sulla corda in punti ben precisi, per cui un microfono posizionato in zone differenti capta armonici diversi. Stando a questa regola il suo pickup, posizionato al ponte, ovvero su un fulcro, non avrebbe dovuto captare alcun armonico. Quando il ricercatore incappò in questo fenomeno, non riuscì a spiegarsi come il pickup effettivamente captasse gli armonici. Era il 1968. Negli anni a seguire, Hoag riuscì a venire a capo della questione e a giustificare l'evento. Decise così di brevettare il pickup ottico nel 1970. Quando l'esaminatore si trovò davanti il suo progetto, però, affermò che non avrebbe potuto funzionare, e rifiutò di brevettarlo. Il pickup ottico sembra essere un dispositivo capace di captare le note fondamentali con una velocità superiore a quella di altri pickup e sarebbe in grado di distinguere la fondamentale dalle armoniche proprio grazie al principio analizzato da Hoag, per il quale queste arriverebbero solo più tardi al pickup, in quanto non sono statiche bensì dinamiche. Questo è quanto si riesce a intuire dalle poche fonti trovate in rete.
Il pickup ottico di Ron Hoag è stato mostrato per la prima volta al Namm Show del 1969. Non ha ottenuto il successo sperato (né il brevetto) ed è rimasto chiuso nel cassetto fino ad alcuni anni fa. Secondo altre fonti, però, il brevetto è stato concesso a suo tempo e oggi sarebbe anche scaduto da qualche anno, tant'è che è possibile trovarne il disegno originale in rete, riportato di seguito.
Se nella musica analogica il pickup ottico rappresenta un'alternativa forse trascurabile rispetto agli amati magnetici e ai diffusi piezo, nel digitale la sua velocità di calcolo diventa di gran lunga più importante. La capacità di individuare le note in microsecondi, senza margine d'errore e all'interno di uno spettro di frequenze ampio, diventa l'ideale per comandare apparecchiature computerizzate e può rappresentare una vera manna nell'ambito dei controller MIDI, campo in cui i pickup esafonici non mancano di difetti, per quanto aggirabili. Il caso vuole, però, che il MIDI sarebbe nato solo agli inizi degli anni '80, oltre dieci anni dopo il tentativo di brevetto avanzato da Hoag. Ciò ha fatto in modo che tale applicazione non fosse neanche immaginabile per l'epoca, destinando il pickup ottico a sparire dalla scena.
Bisogna aspettare il 2008 perché Hoag decida di rimettersi in gioco e di produrre delle chitarre su commissione provviste di pickup ottico con connessione MIDI. L'inventore è tuttora semi-sconosciuto e i suoi prodotti pressoché irreperibili, ma è interessante sbirciare le poche registrazioni diffuse su YouTube.
Nell'esempio che segue, lo stesso Ron offre un assaggio di guitar synth, sfruttando il suo pickup collegato a un modulo Hammond. La registrazione alterna il solo suono MIDI con la presenza del sound "elettrico" della chitarra, per avere un'idea di come effettivamente il pickup regisca al playing senza note fasulle né ritardi.
Di nuovo Ron si destreggia con il classico "Sleepwalk" di Santo & Johnny. In questo caso il suono analogico del pickup è in primo piano, mentre la controparte MIDI crea dei tappeti di archi.
Internet, per questo genere di curiosità, è una vera miniera. Con una ricerca di alcuni minuti si possono scoprire storie come quella del signor Hoag e dei suoi pickup. Pickup che hanno sofferto di una sorte triste forse solo perché sono stati inventati in un'epoca sbagliata, in cui nessuno avrebbe potuto comprenderne le vere potenzialità. O forse solo perché, nell'uso tradizionale, hanno davvero un brutto suono!