di Samuele Marostegan [user #34908] - pubblicato il 13 agosto 2013 ore 11:00
Blackstar ha saputo ritagliarsi una posizione nel mercato dell'amplificazione offrendo combo e testate per un prezzo contenuto e con ogni cosa al proprio posto. La HT Club 50 sprigiona cinquanta watt di potenza interamente valvolare con la voce versatile della tecnologia proprietaria ISF.
Blackstar ha saputo ritagliarsi una posizione nel mercato dell'amplificazione offrendo combo e testate per un prezzo contenuto e con ogni cosa al proprio posto. La HT Club 50 sprigiona cinquanta watt di potenza interamente valvolare con la voce versatile della tecnologia proprietaria ISF.
Qualche tempo fa la redazione di Accordo aveva pubblicato un articolo su questo amplificatore. Nel pezzo si parlava, però, di questo amplificatore solo a livello tecnico teorico sia sul funzionamento sia sul suono che avrebbe dovuto avere, dato che non era ancora uscito sul mercato. Ormai è un anno che la Blackstar HT Club 50 è nei negozi e quindi c'è stata la possibilità di provarla in modo abbastanza approfondito. La testata si presenta bene, esteticamente parlando, e si mostra con uno stile vintage.
Sul pannello frontale si trovano:
- lo switch del power (ovviamente)
- lo switch dello standby (presente anche nella versione da 5W ma non in quella da 20W) - il master ottimo per evitare una discrepanza troppo accentuata tra il volume del clean e il volume del distorto, ma ottimo anche per coloro che magari per necessità momentanee o perché suonano in casa non hanno la possibilità di alzare di molto il volume, ma vogliono ottenere comunque un ottimo suono valvolare - il riverbero attivabile e disattivabile solo da footswitch (altrimenti rimane attivo, ma non è un problema: basta portare il potenziometro a 0). È digitale ma ha comunque un suono molto apprezzabile, caldo e non è mai troppo invadente. Nel pannello posteriore è possibile variarne il tipo (vedi descrizione pannello posteriore) - l'ISF (Infinite Shape Feature), un controllo di tono brevettato da Blackstar che va a lavorare ulteriormente sull'equalizzazione per avere così un suono più american o più british - l'equalizzazione con i potenziometri per i bassi, medi e alti - il controllo del canale overdrive con i due potenziometri (Volume e Gain) più la possibilità di cambiare, tramite il pulsante, il tono del canale distorto potendo scegliere tra Classic Overdrive e High Gain Lead - stessa cosa per il canale pulito con i due potenziometri per le regolazioni (Tone e Volume) più la possibilità, tramite pulsante, di cambiare il tono dell'amplificatore potendo scegliere tra British Class-A e Dynamic US.
Il pannello posteriore presenta:
- ingresso footswitch (incluso all'acquisto) - Send/Return con possibilità di collegamento stereo (tramite quei jack con un plug stereo e dall'altra parte due plug mono) più la possibilità il livello +4dBV o -10 dBV - come precedentemente accennato, la possibilità di cambiare il timbro del riverbero Dark/Light - l'uscita emulata per le cuffie o per delle registrazioni veloci. Simula una cassa 1x12 collegata alla testata - I tre speaker output (1x8Ohm o 2x16Ohm, 1x16Ohm) - e in fine la presa per l'alimentazione.
Alcuni erroneamente pensano che l'HT Club 50 non sia totalmente valvolare ma che sia ibrida almeno per quanto riguarda la distorsione. La testata è puramente e totalmente valvolare e si sente. Grazie a un preamplificatore basato su due valvole ECC83 e un finale di potenza dotato di una coppia di EL34, la testata è in grado di erogare cinquanta watt di potenza. Il suo suono è eccezzionale.
Anche la 20W monta una coppia di EL34 al finale e una coppia di ECC83 al preamplificatore. Come è possibile? Le due EL34 sono inserite in parallelo e questo rende il suono della 20W più freddo rispetto alla 50W.
I bassi emessi dalla testata HT50 Club non sono mai pesanti e invadenti, anzi sono molto belli e profondi. Anche in modalità Hi-Gain, con il potenziometro del gain al massimo, il suono rimane comunque intellegibile. La testata risponde molto bene se collegata a dei pedali sia che questi siano in ingresso o nel send/return. Quest'ultimo dovrebbe essere seriale.
La sua cassa di serie è la Blackstar HTV-412 (4x12) ma risponde molto bene anche con la Blackstar HTV-212, una 2x12 con i coni Celestion Seventy 80.
In questo video si sente abbastanza bene il suono della testata, che comunque è da provare dal vivo perché la compressione dell'audio data da YouTube ne uccide la dinamica e tutte quelle micro sfumature che la rendono unica.
I controlli risultano molto sensibili e questo la rende versatile, ma può anche renderla estremante "delicata di settaggio", dato che con una lieve rotazione di potenziometri si percepisce già un cambiamento.
Sebbene Blackstar sia una marca giovane non ha nulla da invidiare ad altre firme più famose. Quindi, quando la andrete a provare non scartatela subito per partito preso solo perché sopra non c'è scritto "Marshall", "Mesa" o "Vox", ma ascoltatela e lasciatevi emozionare. Poi, se non incontra i gusti personali, è un altro discorso.
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.