Non sempre la prima impressione è quella giusta. Un'esperienza traumatica con una chitarra può generare preconcetti, ma ascoltando con attenzione si può trovare l'amore in una SG Special 60's Tribute e nei suoi P90.
Negli ultimi anni ho avuto varie chitarre, ma non sono mai riuscito a digerire la delusione per uno dei miei primi acquisti, una Epiphone G400 Worn Cherry, chitarra della quale mi innamorai subito per via dell'aspetto e di quell'aria cruda da vera rocker, ma che fece svanire la mia passione per lei appena presa in spalla e collegata all'ampli. Era infatti completamente sbilanciata verso la paletta (fino ad allora suonavo una Les Paul) e il suono era cupo e chiuso, insomma tutto il contrario di come dovrebbe suonare una SG. La vendetti e mi ripromisi che non avrei MAI ripreso in mano una Diavoletto.
Un paio di settimane fa sono caduto nuovamente nella tela del diavoletto tentatore e ho scambiato una Fender Stratocaster made in Japan (che non suonavo da tempo per via del manico troppo cicciotto) con una SG Special 60's Tribute usata, il tutto a scatola chiusa senza averla mai provata.
La chitarra è arrivata con la sua orribile ma pratica custodia morbida imbottita, la finitura è natural
e mostra il corpo in mogano in due pezzi per niente spiacevole da vedere (gusti). È stata sfregiata dal precedente proprietario che aveva montato e poi tolto il Maestro Vibrola Short, infatti si possono notare le tre viti sotto lo stopbar.
I pickup sono i classici P90 Gibson e il manico è il 60's Slim Taper con tastiera in palissandro e capotasto rettificati con la plek machine. Le meccaniche sono le Gibson Deluxe Green Tulip.
Mi piace, ma mi piace ancora di più quando metto la tracolla e la attacco al Roland Cube 20: miracolo! La SG non è per niente sbilanciata e, con quel manico e grazie alla finitura opaca, scorre che è una goduria.
Il pick up al ponte, sui puliti, ha un suono molto grosso ma allo stesso tempo aperto, e sui distorti si incazza che è una bellezza. Con la giusta distorsione ci si fa di tutto.
Il pick up al manico, sui puliti, ha un suono panciuto e legnoso, e sui distorti rimane bello pieno e definito. Sono rimasto stupito anche perché i P90 non fischiano quasi per niente, neanche a volumi abbastanza alti.
In conclusione mi sono ricreduto su questo tipo di chitarra, probabilmente non avevo provato quella giusta. Mi sento di consigliarla a chiunque desideri una SG versatile (io la trovo una via di mezzo tra Les Paul e Stratocaster), ma è spaventato dallo sbilanciamento.
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