Tra palette taglienti, Floyd e pickup al plutonio, Ibanez ha sempre dedicato qualche pagina del suo catalogo alle chitarre semiacustiche, sia quelle più rock'n'roll, sia quelle più propriamente jazzy, spesso con ottimi risultati. La AF151 arriva dirompente nel mondo delle hollowbody con finiture di tutto rispetto e un look sontuoso. L'abbiamo spedita direttamente a Michele Quaini nei panni del jazzista per caso.La serie Artstar, introdotta proprio nel 2013 dall'azienda giapponese, è il top della gamma Ibanez per quanto riguarda il mondo delle semiacustiche. Ponendosi appena al di sotto - come prezzo e non come qualità - alle signature, queste chitarre rappresentano un po' un concentrato di tutto quello che nel corso del tempo Ibanez ha sviluppato nel settore. La AF151 è forse un dei modelli più jazz di tutta la serie. Lo si nota subito, oltre che dal singolo pickup al manico, anche dalle corde lisce di serie, che certo non lasciano dubbi sull'indole di questa hollowbody, ma andiamo con ordine.
Il body dalle dimensioni generose è
interamente costruito in acero fiammato nella finitura Aged Whiskey Burst, l'unica disponibile tra l'altro: un ibrido tra un three tone sunburst e uno cherry burst che lascia bene in vista la profondità delle figurazioni dell'acero.
Il manico, ovviamente set-in, è in tre pezzi di mogano e acero. Una composizione largamente usata da Ibanez in questa tipologia di strumenti. Il profilo dalle dimensioni generose garantisce comodità durante il playing, nonostante una verniciatura a nostro avviso un po' troppo spessa ma non appiccicosa. Lo sovrasta una tastiera in ebano con un radius da 12". I venti tasti medium jumbo subiscono il Fret Edge Treatment, una lavorazione che a detta della casa garantisce un maggior comfort. Al tatto risultano decisamente ben rifiniti, come ci si aspetterebbe da uno strumento di fascia elevata. I segnatasti in abalone e madreperla fanno il paio con il ponte in palissandro e l'attaccacorde vintage style dorato. La dotazione comprende poi il pickup Super 58 Custom, ormai storico e scelto da tutti gli endorser "semiacustici" Ibanez per le loro signature, con cover dorata, ça va sans dire. Ultimi dettagli a completare l'opera sono il capotasto in osso e le manopole dal look ricercato che offrono un ottimo grip.
Colleghiamo la AF151 all’amplificatore, in questo caso una LAA Custom Belladonna. Equalizzatore flat e suono clean che più clean non si può. Crunch e distorsioni li lasciamo alla
Cesareo signature che compare alle spalle di Michele nel video.
Quello che ci si aspetta da una semiacustica a cassa alta è un suono rotondo, corposo molto carico sui bassi, capace però di far sentire una punta in grado di bucare il mix e che quindi non resti intubato. Quello offerto da questa Ibanez è un ottimo campione.
Il Super 58 Custom lo conoscevamo già bene con il suo sound caldo e ricco, molto simile a quello di un PAF Gibson, ma leggermente meno aggressivo. Qui abbiamo a disposizione solo quello al manico quindi dovremo sfruttarlo sia per le ritmiche sia per gli assolo, nulla di strano ovviamente per una chitarra di questo tipo.
A livello solistico non si fatica a scorrere su e giù per la tastiera sufficientemente piatta. I tasti regalano il comfort promesso dall'Artstar Fret Edge Treatment e il body, nonostante le dimensioni generose, non infastidisce nel playing. Certo, se non si è abituati alle casse alte un po' si resta sorpresi, ma basta un pomeriggio per abituarsi alle differenti geometrie.
Tornando al suono, nelle ritmiche può risultare utile chiudere leggermente il controllo di tono. L'humbucker infatti, nonostante la posizione al manico, mantiene una brillantezza molto evidente, attenuabile con il potenziometro dedicato.