Lo store romano YourMusic cresce e decide di identificare i suoi ambienti per target e tipologia. Al classico negozio di strumenti si è aggiunta di recente una boutique di marchi prestigiosi ed è di prossima apertura una sezione dedicata all'home recording.
Il mercato si evolve e i negozianti imparano a stare al passo coi tempi, talvolta ideando nuovi modi di intendere le proprie attività commerciali. È il caso di a Roma che, al classico negozio di chitarre e bassi, ha affiancato uno spazio interamente dedicato ai brand più quotati e ai prodotti custom shop. Il prossimo passo, invece, riguarda la produzione musicale casalinga, con un nuovo punto vendita adiacente improntato sulla consulenza e vendita di strumentazione riguardante il campo dell'Audio, dalle tastiere alle schede audio. La riorganizzazione degli spazi, inoltre, rende possibile lanciare iniziative nuove e organizzare incontri mirati con specialisti del settore. Paolo Aiello di YourMusic ci racconta i progetti in corso, una ventata d'aria fresca per contribuire al rilancio della musica nel nostro Paese.
Come saranno gestiti i nuovi spazi? YourMusic è stato, per molto tempo, un grosso store di 500mq in cui erano assemblati i vari reparti. Qualche tempo fa si è pensato di allocare dei prodotti importanti, per quanto riguarda le chitarre, in un negozio adiacente. In pratica è stata allestita una boutique che pubblicizza e vende marchi come PRS, Gibson e Fender Custom Shop. Nel frattempo, visto che c'è stata l'opportunità di prendere altri locali adiacenti alla YourMusic storica, sposteremo tutto il reparto dell'home recording, schede audio e tastiere in una sezione a parte dedicata all'audio in generale. In più, una volta che questo reparto sarà spostato, si creerà sufficiente spazio nel negozio grande, in cui potenzieremo ancora di più il settore dello strumento a corda. Nel negozio principale ci saranno reparti separati, bassi e chitarre di vari marchi. Noi siamo importatori del marchio Sadowsky e siamo esclusivisti a Roma per le chitarre Maton.
Internet è parte integrante del mercato degli strumenti. Come gestite quel versante?Per quanto riguarda la boutique, è stata creata una controparte online. Se vai sul nostro sito ufficiale, ti trovi davanti a tre pulsantoni. Da una parte c'è la sezione boutique, dove trovi esclusivamente queste chicche, chitarre e bassi e importanti fotografati nel dettaglio. C'è poi il sito istituzionale, dove ci sono gli eventi, rubriche per cercare una scuola, un maestro. Nel terzo ingresso virtuale c'è la classica vendita online. A proposito del servizio sulla ricerca dei maestri, quanto è importante gestire la crescita artistica del cliente oltre a curare la sua dotazione in fatto di strumenti?Questo è uno dei punti fondamentali che stiamo analizzando proprio in questi giorni. Cercheremo di coinvolgere il più possibile, anche dal punto di vista affettivo ed emozionale, il pubblico. Faremo, qui nella saletta, delle clinic e inviteremo musicisti per creare un ambiente stimolante. C'è poi lo sgombero dei reparti. Se prima nello stesso ambiente si potevano trovare chitarre, tastiere, schede audio, gente che va e viene, ora splittando e mettendo un po' di ordine nei vari reparti si crea sicuramente una calma più proficua, sia dal punto di vista commerciale sia per l'amore che noi mettiamo dal 1986 in questo lavoro, a tutela anche del cliente o potenziale tale, che dev'essere prima di tutto soddisfatto e deve sorridere. Questa cosa purtroppo si sta perdendo, e non solamente nel nostro settore! Dobbiamo fare in modo di recuperarlo, altrimenti diventa vergognoso fare un lavoro che non ha più nulla a che vedere con l'impatto emozionale della musica. Ma questo mercato degli strumenti musicali, oggi, come lo vedi?Gran bella domanda! Secondo me c'è ancora spazio. Credo che ci saranno dei momenti in cui riprenderà la voglia dei giovani per la musica. Attualmente si è perso un po' l'interesse per la figura del musicista. Prima uno che suonava faceva scalpore, nell'immaginario collettivo aumentava un po' la voglia dei giovani, soddisfaceva la loro voglia di protagonismo. Oggi è tutto più freddo, più "pulito", con i ragazzi che preferiscono comprare online piuttosto che vivere l'esperienza di persona. Bisogna che si ritrovi l'entusiasmo da parte delle nuove leve, tutto qua.
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