Quella tra analogico e digitale è una guerra aperta. Le calde valvole di un amplificatore e i potenti microprocessori di un multieffetto hanno entrambi i loro fedeli sostenitori e i loro lati positivi e negativi, che di volta in volta fanno pendere l'ago della bilancia ora da una parte, ora dall'altra.
Digitale contro analogico. È la grande sfida del nuovo millennio in ogni campo. Fotografia, automobilismo, elettrodomestici, carta stampata, tutto. Ok, magari esagero, ma mi serviva questa introduzione per ricordarvi che anche per noi musicisti la situazione non cambia, anzi, la querelle valvola/simulazione è più che mai accesa e vibrante.
Premetto che mi riferirò solo all'uso dei cosiddetti multieffetto usati esclusivamente in diretta nell'impianto e che quanto scrivo non vuol entrare nei meandri della tecnica che sta dietro il suono, ma vuol essere solo una disamina più o meno accurata e assolutamente soggettiva dei pro e dei contro del mondo digitale e di quello analogico. Lo so, questo tema è stato affrontato già molte volte, ma volevo comunque dire la mia, riferendomi esclusivamente alle situazioni live.
Intanto smettiamola di nasconderci dietro il fatto che il digitale dia un suono finto. Un musicista dovrebbe suonare per gli altri, oltre che per sé stesso, e al pubblico non gliene frega niente di cosa usi per spettinarli/ammaliarli/emozionarli. Ricordatevi sempre che per un pubblico standard il basso è una "chitarra grossa" e le tastiere sono "pianole". E questo dice tutto. Magari il fan dei Guns si aspetta il Marshall piazzato in bella vista, ma vi basterebbe disegnarlo su un cartone per ingannarlo (non me ne vogliano i fan dei Guns'N'Roses, ho scelto un gruppo a caso).
Ora passiamo alla parte calda della questione: un amplificatore tradizionale, sia esso a valvole o a transistor, non dà niente in più in termini di suono rispetto a un tradizionale e ormai comune multi effetto, ma è vero anche il contrario!
In un disco o in un live difficilmente capireste cosa sta suonando un chitarrista se tutto è settato a dovere. Poi del feeling sul palco ne possiamo parlare, nel senso che anch'io credo che l'emozione di suonare un qualcosa di "vivo" sia impareggiabile, ma credo rientri nel particolare e complesso mondo delle emozioni umane, che spesso falsano la nostra percezione della realtà (per tutti il primo live è stato un successo strepitoso o un disastro apocalittico, ma in realtà...).
All'atto pratico però, le differenze ci sono e sono notevoli.
Le condizioni di partenza sono:
- il multieffetto è settato e usato con cognizione di causa ed è collegato a un buon impianto
- l'ampli è settato e usato con cognizione di causa ed è un buon ampli.
Converrete con me che in entrambi i casi "settato e usato con cognizione di causa" è un requisito fondamentale per avere un buon suono e che l'essere un "buon amplificatore" è una caratteristica assolutamente soggettiva, mentre il collegamento con un buon impianto non è un fattore da sottovalutare: il suono dei miei preset, sui vari impianti che ho potuto provare (anche su palchi "professionali"), cambia radicalmente.
Passiamo ai pro e contro.
Digitale pro
1) trasportabilità
2) versatilità
3) possibilità di plasmare il proprio suono
4) possibilità di studiare i suoni.
I punti 1 e 2 si spiegano da soli. I punti 3 e 4 sono invece un po' più oscuri. Con "plasmare il suono" intendo che con un clic potete creare davvero il vostro suono e magari stravolgerlo canzone dopo canzone. Secondo me il digitale può dare davvero tanto alla band che vuole fare musica propria (o almeno questa è la mia esperienza), sia essa anche tradizionale. Studiare i suoni è invece secondo me un fattore che spesso non consideriamo. I moderni multi effetto offrono simulazioni più o meno realistiche dei più famosi ampli in commercio e, pensando al chitarrista in erba, questa è una cosa fantastica. È ovvio che al momento dell'acquisto di un amplificatore il nostro ragazzino dovrà comunque provare i modelli veri, ma cavolo, almeno avrà già un'idea!
Digitale contro1) diciamocelo: manca la botta
2) spesso macchinosi da usare
3) bisogna avere a disposizione un impianto.
Anche qui i punti 1 e 2 si spiegano da soli. Il terzo punto è spesso un problema per la band intera. Ormai i locali che hanno a disposizione un impianto sono pochi e secondo me tutte le band dovrebbero avere il proprio impianto, ma spesso non è così.
Analogico pro
1) c'è la botta!
2) immediatezza d'uso
3) scenografia
4) indipendenza.
1, 2, e 3 sono fra il serio e il faceto. Il 4 è secondo me il migliore: suonare è bello e la libertà di poter attaccare un cavo e creare musica è quanto di più bello si possa fare. Sembra stupido, ma un amplificatore ti rende libero.
Analogico contro
1) ingombri
2) peso
3) un solo suono.
Anche qui si capisce tutto. Un solo suono io l'ho catalogato come difetto, ma potrebbe essere anche un pregio. Ovviamente mi riferisco al fatto che si ha un solo suono di base, poi con pedalini e vari canali si può cambiare tutto ormai, ma difficilmente un AC30 suonerà come un Bassman.
Io chiudo qui i miei pensieri ad alta voce, dicendovi che ho scritto tutto questo perché ho una voglia matta di tornare al testata/cassa nonostante io usi da ormai tre anni solo il mio fedele multieffetto in ogni live per l'impareggiabile comodità di non riempire la macchina di strumentazione varia ogni volta con le conseguenze che tutti voi ben conoscete per la schiena.
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.