A un 2013 speso a celebrare Lester Polfus succederà un 2014 ricco di novità, tutte legate ai 120 anni di attività della casa americana. L’intarsio al XII tasto è sicuramente un buon modo per celebrare, ma anche un paio di rivisitazioni in chiave SG e Les Paul non guastano.
Il nome Futura, scelto per l'ultima serie di SG e Les Paul per il 2014, in realtà non è del tutto nuovo in casa . Tra il '57 e il '58 infatti vennero realizzati alcuni prototipi molto innovativi per l’epoca. Le forme del body non lasciano dubbio, la Futura è la vera e propria piattaforma di sviluppo per la Explorer. Certo a guardarla bene qualcosa non torna, il body molto simile a quello del progetto finale è più sgraziato, squadrato e sbilanciato. Le caratteristiche tecniche sono un classico per Gibson. Scala 24,75", body in mogano. Stesso legno per il manico ovviamente set-in. La paletta a doppia punta francamente è forse la parte che meno si rimpiange nella Explorer che, nonostante le forme più riuscite, nel 1958 non riscosse un grande successo e fu tolta dalla produzione subito l'anno successivo. Bisognerà attendere più di dieci anni prima di rivederla tra le mani di qualche chitarrista.
La storia della Futura però non si ferma a quella di un prototipo non troppo riuscito, nel 1997 infatti il custom shop decise di mettere in produzione una reissue della semi-sconisciuta antenata della Explorer, senza però riscuotere un grande successo. Più fortunata la versione decisamente heavy realizzata da Epiphone con top in acero marezzato, 24 tasti e disponibile anche con Floyd Rose.
Torniamo a bomba nel 2013, o dovremmo forse dire 2014, anno in cui il nome Futura tornerà, anche se in altra forma, sul catalogo Gibson. Niente Explorer mal riuscita, ma una SG e una Les Paul dal look ancora più moderno della recente Future Tribute e in qualche modo sacrilego per i puristi del marchio. Lo abbiamo già detto diverse volte, è difficile aggiungere e migliorare chitarre che da più di cinquant’anni piacciono così come sono, nude e crude. Difficile anche decidere cosa possa davvero essere considerato futuristico, in Gibson ci hanno già provato diverse volte proponendo ricette sempre nuove, più o meno apprezzate ma sicuramente innovative rispetto al modello originale.
Se non altro, la prima cosa che salta all’occhio è la colorazione scelta per questi modelli. Accanto al classico Goldtop (ormai intramontabile, questa volta però in versione gloss super lucida) troviamo un Pacific Blue, un viola e un rosso decisamente accesi e due più garbati Champagne Gloss e Inverness Green. A impreziosire il tutto troviamo due magnifici top in acero AA, ma solo sulle Les Paul Pacific Blue e Brilliant Red. Non lo avremmo disprezzato nemmeno sul viola ma dovremo accontentarci del plain top.
A rendere Futura Les Paul e SG questa volta non è solo il sistema di accordatura automatica Min-ETune di cui abbiamo già parlato approfonditamente . Questo sistema permette di passare velocemente da un’accordatura all’altra mentre si sorseggia comodamente una birra nei brevi intermezzi. Il tasso alcolico dei musicisti sul palco potrebbe in effetti subire un certo incremento vista l’estrema facilità di utilizzo.
Le caratteristiche tecniche sono pressoché identiche tra i due modelli per cui le tratteremo in contemporanea. La scelta dei legni non è la più classica possibile. Mentre il body e la tastiera a 22 tasti (24 per la SG) sono in mogano e palissandro, il manico set in è acero, scelta non usuale per Gibson. Sarebbe stata ancora più moderna una finitura satinata, ma queste colorazioni sono così belle che il gloss diventa un must. Il body con dimensioni standard nasconde al suo interno il famigerato modern weight relief (solo sui modelli LP), un sistema di camere tonali che alleggerisce di molto la chitarra rendendola meno faticosa da indossare. Il manico invece ha un profilo standard '60 thin e non asimmetrico come sulla Future Tribute. Proseguendo verso il ponte Tune-o-matic troviamo una coppia di magneti molto interessante. Al manico il nuovissimo Sidewinder Humbucker. Un pickup a doppia bobina sotto le mentite spoglie di un P90.
Questo magnete permette di avere il sound caratteristico dei soapbar e l’hum canceling dell’humbucker senza perdere la pasta che ha reso così celebri questi microfoni.
Al ponte invece è adottato un Burstbucker 3 con coil tap. Un humbucker che conosciamo bene, con il suo output generoso e la pasta calda e ben bilanciata.
Completa l’elettronica, assieme ai soliti controlli di tono e volume, due per pickup, un comodo boost da circa 15dB. Questa chicca può essere un’arma micidiale in grado di aggiungere una marcia in più al nostro suono e magari aiutare un valvolare a saturare meglio o un overdrive a spingersi in territori più hard & heavy.
L’intarsio al dodicesimo tasto ci ricorda infine che il 2014 sarà un anno ricco di novità in casa Gibson, vista la ricorrenza del 120esimo anno di attività. Le Futura sono solo una piccola parte del catalogo, altre anticipazioni le trovate sempre su Accordo.it.