di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 26 dicembre 2013 ore 12:00
Strani, curiosi, fuori di testa, weird direbbe un anglofono. In circolazione ci sono montagne di effetti infilati negli chassis più disparati, a volte di recupero, a volte creati ad hoc, altre volte ricavati da vecchi oggetti modificati fino a diventare inquietanti. Eccone una selezione dalla Rete.
Strani, curiosi, fuori di testa, weird direbbe un anglofono. In circolazione ci sono montagne di effetti infilati negli chassis più disparati, a volte di recupero, a volte creati ad hoc, altre volte ricavati da vecchi oggetti modificati fino a diventare inquietanti. Eccone una selezione dalla Rete.
I maghi del fai-da-te non finiscono mai di stupire. Spesso gli hobbisti costruttori di pedali per chitarra si limitano a copiare progetti altrui, disponibili in gran quantità e gratuitamente in Rete, ma la voglia di creare qualcosa di nuovo è intrinseca nella categoria e talvolta si incanala nell'aspetto esteriore con risultati stupefacenti.
Quando ci si avvicina alla costruzione di effetti in casa, solitamente il primo passo è acquistare un kit. Qui le personalizzazioni possibili sono poche e si comincia col pensare a un bel nome per la propria creatura, associargli un logo coi fiocchi e appiccicarlo in qualche modo sullo chassis. Al secondo o terzo kit arriva poi la necessità di dipingere il pedale, con lo scopo di nascondere quell'orrendo metallo nudo che fa sembrare uguali tutti gli stompbox che pian piano si fanno spazio in pedaliera. Il pedale che ti fai in casa, anche se è identico a cento altri costruiti con lo stesso kit, è diverso da loro, è unico, tu lo sai e anche chi lo guarda deve saperlo. Succede poi che si prende confidenza col saldatore, coi componenti e con le schede, e si decide di prendere degli schemi elettrici online per fare altri pedali da zero, o quasi. Qui il costo di realizzazione si abbassa di molto e, per pedali semplici come piccoli overdrive e fuzz, non raggiunge neanche il costo dello chassis che dovrebbe contenerlo. A questo punto scatta qualcosa nella mente del diyer e tutto diventa un progetto all'inseguimento della minima spesa. Anche i cinque-dieci euro per una scatoletta in alluminio diventano troppi, e lui comincia a guardarsi intorno alla ricerca di contenitori di fortuna: più strani sono, meglio è. E qui iniziano i guai.
Basta fare un giretto online per scoprire quanti amanti del fai-da-te abbiano compiuto lo stesso percorso fino a infilare circuiti elettrici in qualunque contenitore, elettrodomestico, vecchio giocattolo o accessorio da cucina capitasse loro a tiro. Ecco una gallery con alcuni tra i contenitori di fortuna più curiosi in circolazione.
Si va dai grandi classici come le scatolette di Simmenthal fino a vere e proprie opere e piccole sculture. La scelta più facile è recuperare qualcosa che nasceva già con il ruolo di contenitore. Cofanetti di gioielli e confezioni di sardine sott'olio vanno per la maggiore. Lo step successivo è riconvertire forme e oggetti meno convenzionali, come un vecchio mouse, una macchinina giocattolo o… una noce di cocco! Alla fine si arriva a chassis davvero fuori di zucca, come un vecchio Furby semi-distrutto con tanto di jack infilati nelle orecchie. Piuttosto inquietante è anche il Pikachu giallo con due manopole al posto degli occhi. Questo in realtà non è un pedale, bensì un amplificatore portatile con speaker incorporato, ricavato da una vecchia sveglia, ma merita comunque una menzione per il "buon gusto". Nelle mani di un buon diyer, anche una vecchia console come il Sega Mega Drive può trovare nuova vita nelle vesti di multieffetto analogico. C'è da scommetterci che suonerebbe da dio con la Nintendo Guitar.
Fuori concorso, ma solo perché risulta difficile trovarne buone immagini in giro, il clone Big Muff infilato dentro un vero contatore Geiger. Da notare la lancetta, funge da Vu meter muovendosi al passaggio del segnale.
Dall'altra parte della barricata si trovano poi quei costruttori che preferiscono assemblare i propri contenitori per creare qualcosa di più originale e, probabilmente, dall'aspetto meno raffazzonato. È il caso del Weapon Of Mass Distortion, un finto ordigno ricavato da un tubo e due tappi. Un vero capolavoro da appassionati di miniature è infine il pedale steampunk dell'hobbista Suis.
E voi? Quali sono gli stompbox con gli chassis più strani in cui vi siete imbattuti?