di fabiomarazzi [user #34443] - pubblicato il 11 febbraio 2014 ore 07:30
Il mixer, quell’affascinante apparecchio pieno di "pippolini" (citando un vecchio compagno di studi) e lucette, è uno strumento ormai iconico e immediatamente associato al mondo della registrazione musicale. Chiunque si approcci a questo mondo, quindi, si ritroverà probabilmente a interrogarsi prima o poi sull‘opportunità dell’acquisto di un mixer per il proprio setup.
Il mixer, quell’affascinante apparecchio pieno di "pippolini" (citando un vecchio compagno di studi) e lucette, è uno strumento ormai iconico e immediatamente associato al mondo della registrazione musicale. Chiunque si approcci a questo mondo, quindi, si ritroverà probabilmente a interrogarsi prima o poi sull‘opportunità dell’acquisto di un mixer per il proprio setup.
Un mixer (stiamo parlando di mixer analogici, per i digitali il discorso può cambiare e lo vedremo più avanti) può essere necessario se gli ingressi microfonici nella propria scheda/interfaccia audio non sono presenti o lo sono in numero insufficiente. Un mixer in questo caso consentirebbe di "raggruppare" più microfoni in un numero più contenuto di tracce in registrazione (effettuando dei submix), oppure di effettuare un mix vero e proprio e registrarlo in una traccia stereo.
Questa soluzione è pratica per esempio per effettuare registrazioni in sala prove senza necessariamente disporre di una interfaccia dotata di un gran numero di input microfonici, con la limitazione, ovviamente, di non poter disporre poi di un multitraccia editabile e remixabile, ma soltanto del mix effettuato al momento. La medesima operazione si potrebbe effettuare dal vivo, ma la faccenda è resa più complicata dal fatto che il mix in uscita dal banco e diretto al P.A. spesso è solamente un rinforzo (non per nulla in inglese si parla di sound reinforcement) di ciò che viene generato sul palco, risultando quindi il più delle volte sbilanciato e poco utilizzabile.
Un mixer può essere molto comodo, seppur non indispensabile, anche qualora si disponga di più synth, di più effetti, di più apparecchiature in generale (oppure di più uscite) e si desideri evitare di staccare e attaccare cavi e cavetti in continuazione: un mixer permetterebbe di collegare tutto una sola volta e smistare poi come desiderato il segnale senza interrompere il momento creativo.
Un mixer analogico non è d’altro canto indispensabile se la propria interfaccia audio gode già di un numero di ingressi sufficiente per le proprie esigenze. Si registra tutto direttamente su computer sfruttando i pre della scheda e poi si mixa via software. Per la maggior parte dei setup domestici questa è la soluzione più economica e pratica. Spesso già con una semplice interfaccia a due canali è possibile effettuare registrazioni dignitose di singoli strumenti, potendo anche sperimentare tecniche di ripresa stereofoniche. Per il mix poi, esistono un gran numero di software anche gratuiti che consentono di lavorare sopperendo alla mancanza di un mixer analogico.
Per i mixer digitali il discorso è un po’ diverso. Quasi sempre ormai, anche i mixer più piccoli sono dotati di connessioni USB o Firewire e possono fungere essi stessi da interfaccia audio, consentendo la registrazione su computer del master o, in alcuni casi, anche di tracce separate. Esistono infine mixer ibridi analogico/digitali, che mescolano circuiteria e canali analogici con una uscita digitale per la registrazione su computer.
Questi due tipi di mixer potrebbero quindi rappresentare una soluzione alternativa all’interfaccia audio “pura”, tenendo però presente che nessuno regala mai nulla e i mixer USB troppo economici possono avere problemi di rumore di fondo e di affidabilità, oltre che di compatibilità software.
In conclusione, per un setup minimale un mixer non è il più delle volte necessario. Meglio puntare su un'interfaccia con dei preamplificatori di buona qualità e con un numero di input e output adeguato. Può invece diventare utile, se non indispensabile, quando aumentano le proprie esigenze, si richiede più versatilità e in generale il lavoro diventa più professionale.