di redazione [user #116] - pubblicato il 12 febbraio 2014 ore 13:00
Manca pochissimo all'uscita del nuovo disco di Daniele Gottardo, genialoide della chitarra moderna, in bilico tra mille generi. Lo abbiamo incontrato alla vigilia della clinic che terrà questa domenica a Cagliari per parlare del nuovo lavoro, dei progetti paralleli e della sua concezione dello musica.
Manca pochissimo all'uscita del nuovo disco di Daniele Gottardo, genialoide della chitarra moderna, in bilico tra mille generi. Lo abbiamo incontrato alla vigilia della clinic che terrà questa domenica a Cagliari per parlare del nuovo lavoro, dei progetti paralleli e della sua concezione dello musica.
Ci anticipi qualcosa sul tuo nuovo disco
Il nuovo disco é un lavoro che mi ha portato via davvero tanto tempo e tante energie. Ma ora sono veramente soddisfatto del risultato.
Uscirà entro un mese spero e non vedo l’ora. Ho curato particolarmente la produzione dell’album: su tutto gli arrangiamenti che sono parte principale della composizione. Abbiamo registrato un’orchestra da camera, esperienza che ha anche cambiato il mio modo di suonare. Aver sentito suonare e diretto le registrazioni di tanti strumenti classici, circa 15, mi ha permesso di integrare in maniera più coerente la chitarra elettrica in una sonorità classica
E’ di fatto molto difficile far convivere il suono dell’elettrica in mezzo alle sonorità morbide dei legni o degli archi.
Ho affrontato tutto da solo: dalla realizzazione di tutte le partiture e gli arrangiamenti, fino alla direzione e organizzazione delle sessioni, non dimenticando il mio ruolo attivo di musicista con la scrittura ed esecuzione delle mie parti di chitarra. E’ stato un lavoro davvero pesante. Spero sarà accolto bene dai chitarristi e non!
Shred è una definizione nella quale ti ritrovi?
Si sicuramente mi ci ritrovo; mi diverto a suonare veloce! Certamente negli ultimi anni però, la mia direzione musicali sta prendendo una piega molto diversa dallo shred tradizionale. Mi piace da sempre il virtuosismo e credo che in una situazione moderna debba però essere integrato in un contesto musicale coerente. La storia dello shred è piena di esempi dove la chitarra suonava veloce in maniera spesso sconnessa e con poco contenuto. Evviva lo shred. Ma quando ha un messaggio musicale!
Abbiamo visto che sei anche coinvolto in un progetto quasi punk, dove suoni in maniera lontanissima dal tuo stile abituale...
Si, è molto divertente suonare con i Plastik Boobies, quasi uno sfogo dalla musica strumentale che suono solitamente e dai miei studi musicali diventati abbastanza cerebrali. Il gruppo era nato per gioco ma in seguito abbiamo deciso di registrare il disco e di produrlo al meglio delle nostre possibilità e siamo soddisfatti del risultato. Pochi sanno che mi sono divertito a suonare anche le parti di basso, situazione che sicuramente riprenderò. Trovo più semplice comporre e arrangiare musica con testo; le parole aiutano molto a dare un senso alle note. Mi diverto molto a suonare riff: nei miei brani strumentali cerco sempre di evitarli in quanto penso siano un elemento musicale esaurito nel mondo del rock ma in questo caso, un progetto punk, non ho fatto che suonare riff! (… e tanto shred ovviamente! )
Come imposti le tue clinic?
Stiamo pensando di suddividere le clinic di promozione al nuovo album durante i prossimi mesi in due parti: in una prima fase suonerò il nuovo disco e alcuni brani del mio precedente album “Frenzy of Ecstasy”, quindi segue una sezione più didattica.
Mi diverto a fare clinic piuttosto lunghe. Gli argomenti non mancano mai ed è bello quando c’è dialogo con i partecipanti. Per questo motivo non imposto quasi mai un programma e lascio che la clinic si sviluppi da se. Spesso parlo della mia filosofia chitarristica, lo sviluppo della creatività, la conoscenza dello strumento e come organizzare i materiali musicali in uno strumento incasinato di natura come la chitarra elettrica. Insomma, prediligo argomenti che ritengo importanti e dove sento di poter dire qualcosa. Sicuramente si farà tanta lezione di chitarra e musica perchè mi è capitato di assistere a troppe clinic di chitarristi di prim’ordine che parlavano del più e del meno: era solo un pretesto per arrotondare tra un concerto e l’altro. Sono cose che non sopporto!
Con che strumentazione stai suonando?
Ultimamente vario molto, dipende dalla situazione. Durante la registrazione dell’album Unbreastable dei Plastik Boobies ho usato 5 testate e molti pedali. Per il mio disco altre cose ancora… nelle clinic vario, spesso uso il mio pedale ElevenElectrix Gottyboy, altre volte Bogner. Spesso ho la tendenza a disinteressarmi dell’amplificazione e dei pedali, la mia concentrazione è diretta alla note e a come vengono suonate e sentite, questo è il suono per me, il resto è secondario.
Non trovi paradossale che spesso chi ha molta tecnica e capacità sia più soggetto a critiche di chi suona come un cane?
Pensandoci hai ragione! Ma come dicevo prima, alla fine riguardo allo shred è il contenuto quello che importa.
Prendiamo un classico esempio come Kurt Cobain; lui non aveva molta tecnica ma con quattro accordi messi al punto giusto è riuscito a dare un messaggio chiaro! Il punto è avere il messaggio, come viene poi tradotto è secondario. Anche i mezzi tecnici che si hanno a disposizione sono secondari, le due cose, il messaggio e i mezzi, sono dissociate e non vanno di pari passo. E’ compito dell’artista associarle! Alla fine, se c’è il messaggio, questo arriva con poca o tanta tecnica, credo.
Daniele Gottardo terrà una clinic questa domenica alle 16:00 a Cagliari, nel negozio di strumenti musicali Pesolo. Qui tutte le info sull'evento.