Il bending è con gran probabilità la tecnica che contraddistingue di più la voce della chitarra elettrica. Un buon bending è uno degli elementi più apprezzati nel fraseggio di un chitarrista e ne rivela maturità, espressività e controllo dello strumento.
L'Accordiano Bona ci aiuta a mettere a dura prova le nostre capacità con questa tecnica. A lui la cattedra!
Salve a tutti accordiani,
in questa lezione vedremo degli esercizi per sviluppare precisione, versatilità e musicalità dei nostri bending. Se finora ci siamo limitati a usare questa tecnica in maniera convenzionale (escursioni solo di 1 tono, mai combinato con altre tecniche ecc …) questi 3 licks vi metteranno alla prova.
Noterete che oltre alle tab ho inserito anche il pentagramma in quanto, soprattutto nel caso dei bending, trovo di estrema importanza fare molta attenzione alla suddivisione ritmica di ogni movimento che compiamo sullo strumento. Difatti “bend” e “release” (curvatura della corda e rilascio) possono avvenire in momenti diversi della battuta cambiando completamente il senso di quello che stiamo suonando (e avere durate diverse, creando delle curvature veloci piuttosto che lente, come con i rilasci). Stesso discorso vale per la voce “hold” (quelle linee tratteggiate che indicano il mantenimento di una nota fissa posta dopo un bend o un release) e qualsiasi altro movimento legato alla tecnica del bending. Per chi non è pratico con il solfeggio ritmico ascolti molto bene la registrazione e cerchi di imparare per imitazione. Chi invece ha già dimestichezza con le suddivisioni ritmiche può capire più facilmente a che punto della battuta rilasciare e curvare la nota.
Mettiamoci al lavoro con il primo esercizio.
Nella prima battuta abbiamo un “rake” prima di colpire il D sul 15° tasto della 2^ corda (in pratica colpisci delle corde stoppate superiori alla “corda di arrivo” per creare quell’attacco tipico del plettro che striscia sulle corde prima di emettere il suono). Il bending sul D è particolare, perché non ci si limita a curvare la nota e mantenerla fino alla battuta successiva, ma c’è un veloce rilascio in mezzo alla battuta per poi curvarla nuovamente. Dopo l’ultima curvatura manteniamo la nota e combiniamo la tecnica del vibrato. Il segreto per vibrare in maniera corretta una nota su cui abbiamo fatto un bend è, dapprima, portare la nota al pitch desiderato (in questo caso il E) per poi scendere di una frazione di tono e applicare l’escursione su e giù del vibrato. Così facendo evitiamo escursioni fuori tono (perché se curvassimo la nota partendo dal pitch giusto, sentiremmo delle note più acute fuori tonalità che potrebbero risultare sgradevoli).
Nella seconda battuta di alternano bending di diversa altezza, slide e passaggi in legato. Sia qui che nella terza battuta vi chiedo di fare attenzione alle acciaccature, quelle piccole note sbarrate che vanno eseguite molto velocemente prima delle “note di arrivo” subito vicine (cerchietto in rosso).
Infine nell’ultima battuta facciamo attenzione a quali note lasciar vibrare e per quanto. In sequenza curveremo il A (14° tasto 3^ corda), suoneremo il tasto 15 della 1^ e 2^ corda lasciandole vibrare, colpiremo la 3^ corda (ancora curvata) per eseguire un release e poi suoneremo il A e D in vibrato (14° tasto 3^ corda, 15° tasto 2^ corda) smorzando la vibrazione della 1^ corda.
Passiamo al secondo fraseggio.
All’inizio curviamo il D (15° tasto, 2^ corda) e vibriamo il E risultante per tutta la durata della battuta e oltre (per sviluppare l’intonazione, il sustain e la velocità d’escursione del vibrato). Dopo si susseguono veloci bend e release da 1 tono fino al A finale vibrato (12° tasto, 5^ corda)
Affrontiamo l'ultimo lick.
Nella prima battuta abbiamo un prebending (in pratica colpiamo la corda già curvata in precedenza, e poi facciamo un release) che scende per poi risalire velocemente e scendere nuovamente.
Nelle ultime 2 abbiamo una piccola sfida: colpiamo il E (14° tasto 4^ corda), eseguiamo un bend di un tono e, dopo 2/4, curviamo ulteriormente la corda fino a raggiungere un bend di 1T e ½ (il tutto naturalmente senza l’ausilio del plettro). Per aver un buon risultato è consigliabile che le corde siano in buono stato permettendoti un certo sustain naturale. Altrimenti si rischia che il suono si spenga troppo velocemente (come accade in parte nella registrazione).
Vi lascio la backing track su cui potete esercitarvi liberamente.
Buon divertimento a tutti!
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.