L'aspirazione di una vita può essere messa in discussione quando si trova il suono ideale con una chitarra diversa da quella che è il proprio sogno nel cassetto da sempre. La AES 620 non ha un nome altisonante e non compare tra le braccia dei grandi rocker, ma sa come abbattere le convinzioni più ferme.
Ho avuto da sempre un sogno: possedere una Les Paul.Adoro tutte le sue versioni, Standard piuttosto che Traditional, Custom, tutte le serie Reissue. Dopo aver così avuto qualche Epiphone, acquisto una Gibson Les Paul Studio Faded e poi una Les Paul Studio gloss, e infine arriva il famoso giorno: Les Paul Standard Plus Top. Finalmente è mia!
Premetto, Gibson è al 99% dei casi una sicurezza e io di tutte le mie Les Paul mi ritengo pienamente soddisfatto, che la si guardi dal punto di vista sonoro o dal punto di vista strettamente liuteristico o estetico. A differenza delle solite favole, però, nella vita reale a volte a causa dei problemi economici capita di dover fare a meno anche delle cose a cui più si tiene, e così un giorno la mia adorata les Paul se ne va con un tizio sudamericano in cambio di qualche pezzo di carta al momento per me più necessario.
Passa un po' di tempo e mi arrangio spulciando nell'usato qualcosa che mi possa permettere comunque di continuare a suonare. Trovo una buona occasione, una PRS Santana SE veramente pari al nuovo a 400€. La prendo, la provo: carina, peccato per i magneti economici e secondo me qualche buco proprio dello strumento in frequenze a me care.
Poi un giorno un annuncio: Yamaha AES 620 (modello solid), 200€.
Ho già avuto chitarre Yamaha e mi sono sempre trovato benissimo. Pacifica 812, Pacifica 904, RGX 820, ma anche modelli più economici. Sempre soddisfatto. Però questa 620 AES mai. Vado a provarla.
La chitarra sta benissimo e tra l'altro è bellissima. Il tizio ha un ampli che non va neanche a calci quindi, visto anche il prezzo irrisorio, me la porto via sulla fiducia. Arrivo a casa e controllo il manico.
Dritto, beh, ma forse i frets sporgeranno fuori? No, macché, perfetti! Il top avrà sbavature, il ponte una selletta fragile, le meccaniche che non tengono l'accordatura? Macché, nulla, è perfetta.
Veloce setup, cambio corde 10-46, aggiustatina all'action e alle ottave.
Suono da spenta: il volume è il doppio della Santana, ma più che altro molto più vasta la gamma di frequenze e molto più corpo. Bene! Manico cicciotto, non vuole una manina da fata. Si fa sentire, devi sudartela.
Magneti: al ponte un Seymour Duncan JB, una sicurezza, al manico uno Yamaha in Alnico. Vedrai che questo dovrò sostituirlo con un '59. Accendo... il 59 può rimanere dov'è. Questo pickup è caldo, pieno di basse, corposo. La posizione centrale è equilibratissima. Il ponte è un vero godimento.
Ci suono dal jazz al blues, dal rock più classico all'hard-rock a me caro. Non ricordo di essermi mai divertito tanto né di aver sentito suoni così convincenti da una chitarra nelle mie mani.
Adesso però sono in crisi, non posso pensare una cosa del genere. Alla fine lo ammetto e divento blasfemo: Questa mia Yamaha indonesiana usata da 200€ sembra avere una marcia in più della mia Les Paul standard Plus top da 2000€. Penso fra me e me, non ricordo più. Corro da un mio amico che ha una Les Paul simile alla mia (diversa solo per il colore) e facciamo le prove. Ho ragione, ricordavo bene.
Certo, lui non ci rimane bene granché, ma del resto neanche io. Mi crolla un mito, ma non perché la Les Paul suoni male, tutt'altro, ma perché vacilla il concetto: più soldi, suono migliore. Perché se è ovvio che la qualità costruttiva è del tutto diversa, è altrettanto vero che il suono è veramente un'alchimia che talvolta esula dall'uso dei legni di prima o seconda scelta o dalla qualità costruttiva in generale.
Oggi a 36 anni sono in una nuova fase, meno romantica e più concreta. La Les Paul rimane sempre nel mio cuore, ma non ascolto più con... gli occhi sulla paletta, oggi ascolto con le orecchie, le mie, che possono essere educate o meno e che possono anche avere una sensibilità e un gusto sonoro diverso da tutti gli altri. Ma, se chiudo gli occhi quando suono, penso: "finalmente ho trovato la mia Les Paul".