Con quaranta watt valvolari e tutto il suono Fender di cui si può aver bisogno, il Blues Deluxe è l'ideale per godere di puliti cristallini anche ad alti volumi e di leggeri overdrive quando servono. Nella sua livrea in stile tweed, il combo Fender è un classico intramontabile per un prezzo abbordabile.
Il Fender Blues Deluxe è un 40 watt all valve che sprizza energia da ogni fessura del rivestimento in tweed. Esteticamente non c'è nulla da eccepire: può piacere o meno, ma è un classico indiscutibile quanto a fascino. Le manopoline a becco e la placca cromata su cui poggiano sono eleganti, anche se non sono troppo funzionali le scritte, che sul cromato tendono a leggersi poco. Il peso non è eccessivo, dovrebbe superare di poco i 20kg, quindi nulla che riporti alla memoria il Twin.
La placca cromata, posta in alto e con scritte e manopole orientate verso la parte posteriore dell'ampli, ospita innanzitutto (guardando i controlli come se fossimo difronte all'ampli) i due ingressi (high & low: 1 & 2), poi, nell'ordine, pulsantino Bright/Normal, Volume, Drive (gain del canale overdrive), sezione equalizzazione, pulsantino Channel Select, Master, Reverb, Presence, Send/Return, jack per il footswitch, gemma rossa che segnala che l'amplificatore è acceso, switch stand-by e accensione.
Suona? Si, lo fa! Ha una riserva di volume notevole, ci si porta a tre di volume con fatica, solo in spazi molto ampi. Questo lo rende non troppo ideale in salette di piccole dimensioni, in quanto a basso volume - è noto - le valvole non danno il loro meglio.
Più analiticamente, il clean è scoppiettante e brillante. La propensione all'enfasi delle frequenze alte e medie (con un sensibile sbilanciamento a favore delle prime) è cosa a cui ci ha abituato Fender da molto per alcuni modelli chiave della sua produzione. Fa parte del carattere di quest'ampli, all'inizio si è portati a ridurre le medie per avere un suono più funk, o che negli arpeggi non brillino nelle orecchie delle prime tre file o che destabilizzino il cervello dei membri del gruppo, ma poi si capisce che è così che dev'essere! Ti conquista, ti trasporta e piano piano ti ritrovi a riportare tutto in flat e a rivedere il tuo suono.
Se abbondi a medie frizza, eccome! Una cosa è certa, non è poi tanto carico di bassi, quindi un pochino vanno caricati in equalizzazione in ispecie se lo si tiene alzato da terra. Se poggiato, invece, possono risultare adeguati.
Rispetto ad amplificatori simbolo (quali potrebbero essere Bassman, Twin, Vibrolux...), ci si accorge di essere al cospetto del "fratello povero", o comunque di un amplificatore che non possiede la complessità timbrica degli stessi, ma ciò non vuol dire che non abbia carattere, intendiamoci. Semplicemente che non ha il carattere dei mostri sacri, pur andandoci dietro e non differenziandosi impietosamente.
Rispetto a molti amplificatori della stessa fascia suona molto più autentico. Potrei citare il combo Marshall DSL 40 che, in particolare sul canale distorto, sembra un ampli a transistor con emulazione digitale, suona finto che ce ne son pochi.
La sua pasta sonora convince molto più. Un arpeggio, mettendosi difronte con volume adeguato e una chitarra decente, e qualcosa si apre nella mente. Riporta alla memoria un non so che di knopfleriano, con il pulito frizzante, sempre chiaro e brillante.
Se si disattiva il Bright il suono si fa più grosso, più adatto a blues grassi e da accompagnarsi a una buona Les Paul, oltre a dare un aiuto nelle ritmiche funk che possono piacere meno scintillanti (blues-funk, bluesettoni con leggero overdrive bello scuro). Io lo preferisco attivato: le note rimangono sempre chiare e con la Stratocaster tutto diviene magico (ne parlo con le stelline agl'occhi, credetemi), sono un'accoppiata che spacca. Provato anche con Vintage Les Paul e FGN Les Paul, oltre che con Fender Telecaster, ma la Stratocaster (e qui, oltretutto, son gusti) rimane - accordin' to me - il top.
Con le posizioni intermedie si tirano fuori suoni notevoli, provare per credere. Il Presence va usato con un po' di parsimonia: funziona bene ma - se abusato - rende il suono troppo lacera-timpani (con la Strat su cui monto gli Irish Tour va dosato: ti rimbalza il cervello nella scatola cranica, se non stai attento specie se hai una plettrata pesante).
Un gran neo: manca il Master Volume (la manopola Master è il volume del canale overdrive, non agisce sul pulito), quello avrebbe dato una valutazione stellare all'ampli. Io ho risolto tenendo, come tappeto per sporcare il suono (nel gruppo con cui suono Blues, R'n'R, ballads claptoniane) l'MXR Badass 78 Distortion, che ha un suono brillante e - con il gain a ore 9, funzione crunch attivata - ti dà un suono sporco ma con note distinguibilissime tra loro anche negli arpeggi, per poi infilare di prepotenza il TS808 negli assolo.
Messo a palla, il canale Overdrive (chiamarlo canale distorto è davvero fuori luogo) dà una saturazione allegra, ma non arriva alla distorsione ed impasta un po' (non come l'Hot Rod Deluxe e Deville vecchia serie, sia chiaro). E non ce n'è bisogno: con il gain a tre quarti si ha un suono che ricorda (ricorda, eh) Layla. Giocando con la manopolina Drive si tirano fuori belle cose, tappeto per infangare il suono o overdrive robusto per hard blues, tutto a portata di mano. Semplice e intuitivo.
Se si boosta con un overdrive rimane secco e ben chiaro, se invece (e a volte lo faccio, con somma goduria) si mette il gain quasi a oltre tre quarti e si piazza in entrata, selvaggiamente, un booster tipo l'Electro Harmonix LPB-1 si ha un suono hendrixiano: tutto si sporca, diviene meno definito, tende a fuzzare (non puzzare... o forse sì?) e si scatena l'uso del wah. Sale il crimine, la pazzia, altre stelline agl'occhi.
Andar giù di Gallagher è possibile, avvicinandosi (sempre mutatis mutandis, non si pretenda di avere suoni identici) ai suoi suoni saturi e blueseggianti.
Il combetto garantisce una buona dinamica: risponde ottimamente al tocco, se si va leggeri si hanno note distinte, se si plettra pesante si ha un suono di vaughaniana memoria (ma qui va ucciso almeno il Presence).
Il riverbero è fenderoso, a me piace tanto, lo preferisco a molti pedali e ad altri che sono montati su ampli. È a molla e questo a me garba, suona autentico e definito. Tenuto a metà è discreto e suona bene senza snaturare il suono della chitarra. Ti porta nella giusta atmosfera anche se a un quarto della corsa. Molto progressivo nel range d'utilizzo.
A mio avviso è un amplificatore valido, in termini quanto più distaccati possibile. Un bell'ampli, se si chiede il mio fazioso parere di amante del marchio Fender e dei suoni che ne escono.
Volume ne ha, il pulito ha una gran botta ed è tutto sommato abbastanza cristallino (meno di Vox o Engl Screamer, che però sono freddi un accidente), pur mantenendo una buona dose di calore. L'overdrive è adeguato al nome di Blues Deluxe, dinamica assicurata, non troppa botta, ben modulabile, ben utilizzabili i pedali per arrivare a suoni più saturi. Entrambi i canali digeriscono ottimamente i pedali.