di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 17 marzo 2014 ore 10:00
Incontriamo nella loro sala prove il pirotecnico duo strumentale dei Dolcetti alla vigilia della partenza per il tour da spalla con gli Aristocrats di Govan & Co. Abbiamo curiosiamo tra la loro strumentazione e ci siamo fatti suonare un brano in anteprima.
Tornate in tour con gli Aristocrats, com'è andata? Siete rimasti in contatto dall'anno scorso oppure vi hanno cercato proprio durante la stesura delle date in Italia?
Gianni: Lo scorso tour fatto assieme andò alla grande. Alla fine Guthrie mi scrisse per dirmi che erano rimasti contenti e da lì ci siamo sentiti costantemente. Qualche mese Guthrie ci ha invitato al suo show, strepitoso, con Steven Wilson a Bologna e si è riparlato della possibilità di aprire le loro date. Complice anche il grande supporto del loro manager, rieccoci qua.
Erik: Tornare ad affiancare i Dolcetti agli Aristocrats per ripetere la tournée insieme è stata un’idea del loro management. Loro a quanto pare si sono trovati bene insieme con noi sia per la nostra proposta musicale, sia umanamente e questo ci inorgoglisce parecchio…
Girerete un bel po' di posti, eccitazione a mille immagino. Come vi state preparando?
Gianni: Stiamo provando come pazzi, abbestia, ogni giorno. Ma non è del resto molto diverso da quello che facciamo anche quando non abbiamo concerti in ballo. Suonare non è solo il nostro lavoro è anche la nostra passione. Alla fine non passa giorno in cui non ci si trovi per suonare, registrare, provare qualche nuova idea. Questo rende anche molto più sereno il regime di lavoro. Suonare ogni giorno, magari solo quaranta minuti, un’ora per ripassare il repertorio ti aiuta a metabolizzare in maniera naturale tutto. A volte sei costretto a concentrare la preparazione dei concerti in tre, quattro prove lunghe un giorno. Può essere necessario ma è molto stressante. Gli ultimi giorni di prove ci raggiungerà Enrico Sesselego, amico di vecchia data e fonico di fiducia (Paul Gilbert, Steve Vai) che ci seguirà per queste date. Con lui ottimizzeremo gli ultimi dettagli.
Erik: Ci stiamo ammazzando di prove tutti i giorni. L'unica maniera per prepararsi … Poi ogni sera registriamo tutto e con calma riascoltiamo. Abbiamo allestito una situazione molto confortevole: io e Gianni anche in sala prove suoniamo con gli ear monitor, niente ampli o basi dalle casse. La mia Tama è microfonata e tutti le linee, assieme al synth e alla chitarra di Gianni entrano in un mixer Samson L2000 da 20 canali. Le due uscite del mixer entrano in un registratore Zoom R8 e così ogni sera abbiamo dei live precisissimi. In questa maniera lavoriamo meglio sui suoni e il bilanciamento dei volumi.
Vi abbiamo visto con un nuovo set a SHG, cosa avete in serbo per questo tour?
Gianni: Alcune delle cose che avevamo scritto per la clinic di SHG sono diventate parte integrante del nostro repertorio e le suoneremo anche in questo tour.
Erik: A SHG avevamo allestito uno show ad hoc in formato clinic. Per questo date invece siamo molto felici di proporre pezzi dell'album nuovo che uscirà a breve e di cui siamo molto contenti. Poi ci saranno varie sorprese fra il merchandising per i fortunati che seguiranno questa serie di date…
Che strumentazione vi porterete? Sempre la fida Zoom G3 e la Tama metallizzata?
Erik: Sì per quel che mi riguarda sono dell'opinione che squadra che vince non si cambia… Quindi avrò sempre con me la mia silverstar e il mio rullante SLP G-maple. Il tutto ovviamente insieme al mio set di piatti Zildjian. Ecco, la vera novità è che ci siamo presi due tele camerine, Q4 della Zoom e siamo in fissa: filmiamo e riprendiamo tutto. E produciamo video improbabili come quello che vedete qua.
Gianni: La mia Ibanez Rg 1670 con due pick up DiMarzio dentro uno Zoom G3. Stop. Poi ho una chitarra di back up, una Rg Premium fucsia, incredibile.
Il resto è solo olio di gomito e fede nel rock n roll! Una settimana è arrivato il terzo Dolcetto, un synth Nord Lead 4. Gli stiamo affidando tutte le parti di basso e l'elettronica. Speravo di riuscire già a portarlo in tour: è una macchina strepitosa. Ma con una sola settimana di prove non mi fido. Non lo conosco ancora abbastanza bene.
Due cose che vi galvanizzano di questo tour e due che ti spaventano.
Erik: Mi galvanizzano l'idea di suonare con tre top player come loro e l'idea di avere un pubblico molto attento, esperto, recettivo… Mi spaventano l'idea di suonare con tre top player come loro e l'idea di avere un pubblico molto attento, esperto, recettivo…
Gianni: E’ un periodo incredibile: ho una nuova band e un nuovo disco in uscita con i Racer Cafè, assieme a Erik, un bassista pazzesco come Dado Neri e uno dei miei guitar hero, Giacomo Castellano; recentemente ho accompagnato alla chitarra acustica Glen Matlock, il bassista dei Sex Pistols, la mia band preferita in assoluto. Ho un sacco di cose in cantiere: il nuovo disco dei Dolcetti, quello di Mario Contarino prodotto sempre da Giacomo e con Jhon Macaluso alla batteria dove suonerò la otto corde; un disco di fusion per il batterista compositore Rosario Abramo, la Didattica di Accordo da seguire e che sta viaggiando a gonfie vele e una serie di progetti in studio con Sesselego. E in tutto questo, un tour con gli Aristocrats!
Mi spaventa solo che un periodo del genere possa finire.