Blues: Robben Ford ci insegna a uscire dalle scale
di paoloantoz [user #34874] - pubblicato il 09 aprile 2014 ore 13:00
Robben Ford ci insegna, chitarra alla mano, a uscire dalle gabbie dorate di box e diteggiature. Pensando alle scale come suoni e imparando a trovarne liberamente le note attraverso tutta la tastiera della chitarra, impareremo a fraseggiare in maniera più artistica e creativa.
Tra i chitarristi, un approccio consolidato alla conoscenza e allo studio dello strumento è costruirsi un sapere basato su pattern, esercizi, scale e lick assimilati nel corso degli anni di apprendimento. Questi riferimenti possono rappresentare un buon punto di partenza, ancore e riferimenti che aiutano a orientarsi sulla chitarra quando si ha ancora poca coscienza del manico e dell'armonia.
Sono però espedienti che rimangono conoscenze superficiali, non supportate da una reale comprensione dei temi in gioco. Inoltre, la loro natura di sequenze meccaniche può bloccare la creatività di un chitarrista per la schematicità con cui sono ripetute. Imparare la scala pentatonica come cinque modelli o box, può essere un esempio più lampante. Si rischia di assimilare questa scala non come un insieme di note e suoni che possiamo spalmare e trovare ovunque sulla tastiera della chitarra, ma come un susseguirsi di box rigidi e statici di cui ci è chiara la forma ma non l’origine e natura autentica.
Robben Ford ci offre qualche consiglio per partire dai box e arrivare, con la pratica, a liberarcene, esplorando nuovi collegamenti tra le note.
“Bisogna imparare a suonare la scala pentatonica lungo tutto il manico” dice Ford “sono sempre cinque note, quelle della pentatonica, ma essere in grado di suonare queste cinque note lungo tutto il manico è offre una grande libertà.”
Prendiamo in esame questo esempio costruito sulla pentatonica di E minore (E, G, A, B, D):
Il fraseggio in questione è un esempio di come si possa allargare il range di note su tutto il manico senza rimanere focalizzati su soliti pattern di scale verticali. In questo caso si usano invece i box semplicemente per orientarsi ed essere in grado di spostarsi lungo il manico. Già in questa maniera si esce dalle solite gabbie dei box.
L’obbiettivo è, piano piano, quello di percepire il passaggio tra le pure note della pentatonica, svincolandosi anche dal riferimento dei box. Solo così si trova una vera libertà nel fraseggio.
“ Per spostarli da un punto all’altro della pentatonica, si potrebbe trovare una diteggiatura e studiarla; facendolo si rischia però di rimanerne imprigionati. ”
A questo punto, non resta che provare a mettere in pratica un esercizio di ricerca andando a bersagliare le note E, G, A, B, D su ogni singola corda: servirà a riconoscere finalmente queste note fuori dalle gabbie dorate dei box. Impareremo a riconoscerle man mano che ci si sposta.
Si imparerà a muoversi in maniera orizzontale e sfruttare un range costituito da più ottave. Questo esercizio può essere suonato anche solo con un dito, come Ford mostra nel video.
Una volta individuate le note su ogni corda, possiamo provare a collegarle liberamente seguendo l'ordine delle note nella scala pentatonica.
Ford sostiene di non avere una strada prestabilita da seguire quando suona: il suo modo di collegare tra loro le singole note è piuttosto spontaneo.
Il chitarrista consiglia di aprire, la nostra normale diteggiatura per facilitare gli spostamenti ed essere in grado di raggiungere posizioni più distanti l'una dall'altra.
Ecco un esempio pratico:
Come si può notare dall'esempio, la pentatonica si sviluppa salendo in un modo e scendendo in un altro, cercando di diversificare il più possibile la strada che si percorre sul manico. Il goal è evitare di ragionare attraverso scale e box e più per note. “Cercate di spostarvi liberamente verso una nota diversa in un modo che non avete mai considerato prima, poiché l'obiettivo è proprio quello di sradicare l'abitudine di suonare verticalmente pentatoniche e passaggi. Eliminando o mettendo da parte la sicurezza dei modelli della pentatonica il nostro cervello verrà stimolato a trovare nuove vie, contribuendo in parte ad accentuare la nostra creatività.”
Siamo orgogliosi di presentare questo nuovo ciclo di lezioni di chitarra blues con uno dei più grandi nomi del genere, Robben Ford. Ford è stato tra i primi a coniugare la pronuncia blues più legata alla tradizione con gli idiomi moderni del fraseggio jazz rock, contribuendo a far evolvere e mantenere vivo questo genere. Allo stesso tempo, questo ciclo di lezioni, ufficializza l'ingresso nel team di Didattica di Paolo Antoniazzi, giovane chitarrista molto preparato, a cui diamo il benvenuto. Gianni Rojatti