di Puma [user #5525] - pubblicato il 04 maggio 2014 ore 09:44
Salve a tutti, A causa di una deriva etnica mi sono trovato in casa negli ultimi tempi una serie di strumenti da tutto il mondo che vorrei provare ad amplificare e inserire in vari contesti live. La comodita' suggerirebbe un sistema dedicato per ogni strumento, ma il numero di questi (in prevista crescita) non mi permette di investire economicamente anche solo quei 50 euro a testa che i sistemi piu economici richiederebbero. Pensavo quindi che una soluzione potrebbe essere quella di installare su tutti gli strumenti un sistema piezo "fatto in casa" usando gli elementi che si possono trovare a pochi centesimi in commercio, da abbinare ad un pre-amp esterno da mettere in pedaliera e da usare in comune per tutti gli strumenti (chiaramente nell'ottica di usarne uno alla volta).
Tralasciando percussioni varie vorrei chiedere a esperti e "smanettoni" consigli su come procedere per amplificare alcuni cordofoni dotati di ponte, nel dettaglio un djeli n'goni del burkina faso,
un cura-baglama del turkmenistan, un piu classico ukulele,
che a breve verra' seguito da un mandolino napoletano.
L'alternativa sarebbe quella di installare un disco piezo sul corpo (o sulla pelle nel caso del djeli n'goni)
oppure una linguetta piezo tra le corde e il ponte.
Per prima cosa volevo chiedere se i piezo sottosella che si trovano in commercio sono sufficientemente flessibili da adattarsi a ponti leggermenti curvi, e se, nel caso di eccessiva lunghezza possono essere tagliati in modo tale da non sporgere ai lati. Purtroppo non conosco nemmeno la resa di questi due sistemi quindi mi servirebbe un parere su come orientarmi. In particolare che differenze ci sono a livello di riproduzione delle frequenze (naturalezza del suono) e quali invece a livello di segnale (e quindi di volume) tra i due sistemi? Ringrazio in anticipo per qualiasi risposta o consiglio.