di redazione [user #116] - pubblicato il 11 giugno 2014 ore 09:00
Il boom di virtuosi della chitarra elettrica sta davvero esaurendo gli ultimi segni di vitalità per poi spegnersi definitivamente? La chitarra è destinata a incuriosire sempre meno giovani? Massimo Varini ci ha raccontato di un episodio decisamente significativo, accaduto durante il suo ultimo tour con Biagio Antonacci.
Il boom di virtuosi della chitarra elettrica sta davvero esaurendo gli ultimi segni di vitalità per poi spegnersi definitivamente? La chitarra è destinata a incuriosire sempre meno giovani? Massimo Varini ci ha raccontato di un episodio decisamente significativo, accaduto durante il suo ultimo tour con Biagio Antonacci.
Fin dai primi passi della musica rock, la chitarra elettrica è sempre stata protagonista, principale oggetto del desiderio per giovani aspiranti musicisti e feticcio ammirato dai fan. Ora, se l'industria musicale è in crisi, i musicisti rock sono tra quelli che più ne pagano le conseguenze. La chitarra non attira più il grande pubblico come un tempo, gli assolo passano sempre più in secondo piano e la presenza stessa dei chitarristi rischia di diventare marginale in molte produzioni. Esistono, però, delle eccezioni che potrebbero far pensare a un'evoluzione del fenomeno chitarristico, piuttosto che a una sua scomparsa. Se un tempo il chitarrista acustico del gruppo era "quello scarso", oggi ci sono fior fior di musicisti pronti a dimostrare le loro abilità con tecniche avanzate e impensabili fino a pochi anni fa. Tra i talenti italiani spicca senz'altro Massimo Varini. Dopo aver sfoggiato il suo valore di chitarrista elettrico in molteplici occasioni, si è dedicato alla chitarra acustica e alle moderne tecniche di percussioni e tapping, alle quali ha dedicato anche un metodo didattico.
Seguendo lo stesso trend, sempre più ragazzi si stanno avvicinando al mondo della chitarra preferendo l'acustica all'elettrica, e i dati di mercato parlano chiaro: la chitarra elettrica si ridimensiona, ma l'acustica guadagna velocemente terreno. Quello che è successo all'ultimo concerto tenuto da Massimo per Biagio Antonacci al San Siro di Milano, infine, scatena diverse considerazioni.
Un video girato da un fan in occasione del live mostra il classico "Quanto Tempo E Ancora" eseguito con un groove diverso dal solito. Nello specifico, a scandirlo è proprio l'acustica di Massimo. Il chitarrista ci ha raccontato di aver preparato un arrangiamento incentrato sulle sue tecniche percussive, con intro e finale che vedono l'acustica al centro della scena. Il risultato ha catturato l'attenzione di Biagio e Laura Pausini, ospite del concerto, al punto da decidere di riproporlo sull'importante palco milanese.
Siamo abituati a vedere illustri turnisti catalizzare l'attenzione del pubblico con i loro assolo e riff memorabili, basti pensare alla formazione di Vasco Rossi. Per quanto ci risulta, però, questa è la prima volta che la chitarra acustica diventa protagonista con un approccio simile in un evento italiano di tale portata. L'inserimento di tecniche moderne - sperimentali e spesso considerate "roba per addetti ai lavori" - all'interno di un contesto pop, di fronte a un grande pubblico, segna una tappa fondamentale per la categoria.
Che gli shredder e i virtuosi della chitarra elettrica riempiano sempre meno stadi è ormai un dato di fatto, ma forse il fenomeno del guitar hero non sta scomparendo, bensì sta andando solo in una direzione diversa. Se sarà così, e se la strada giusta sarà quella dell'acustico, potrà dirlo solo il tempo.
Forse si va un po' fuori tema, ma vale la pena intervenire:
Paragonare Massimo Varini e Tommy Emmanuel è una sciocchezza? Forse sì. Massimo, infatti, ha studiato molto e potrebbe
insegnare musica a molti artisti più quotati e talentuosi. Tommy, a quanto ho letto, è un talento naturale ed ha iniziato a suonare senza sapere nemmeno un briciolo di teoria... lacune che
immagino abbia colmato dopo l'arrivo del successo. Poi, quando si parla di gusti, ciascuno può dire la sua e anche chi (ma esiste?) preferisce Pupo ai Led Zeppelin ha il diritto di esprimere le
proprie opinioni. Le conoscenze musicali e gli anni di studio, invece, sono una realtà oggettiva...
Chiarimento: mi piace molto Tommy Emmanuel e guardo sempre con piacere i suoi
video, ma seguire le lezioni (molte gratuite) di Massimo Varini può insegnare molto a chiunque. Chiarimento 2: Il paragone Pupo/Led Zeppelin era solo un paradosso e nulla aveva a che fare con
i due citati.
Fine del fuori tema.
la chitarra acustica nel rock è sempre esistita... spesso con ruoli marginali, ma non sempre... esistono alcuni arpeggi memorabili nelle
discografie di quasi tutti i migliori artisti rock. Personalmente, se oggi se ne dà un risalto maggiore, ne sono più che contento.
Tutto vero, ma (forse non lo sai, ci sta , ci mancherebbe) TE ha una preparazione veramente spaventosa, non suonerebbe così del resto, anche solo a livello compositivo. Massimo Varini è un
grandissimo in Italia, non serve che lo dica io; lo guardavo suonare già al DISMA a metà anni '90, quando aveva Triaxis+2:90, un suono pauroso ed una grande capacità. Ero un suon grande
fan. Diciamo che è "prestato" alla musica acustica ed è ovvio che suona bene, ci mancherebbe, è un grande pro e può piacere più di tutti i musicisti acustici esistenti mi pare chiaro e
giusto. Dico solo che il fatto che lo si paragoni a TE è molto fuorviante e frutto di buon marketing (certo aspetto fondamentale per i pro) perchè Massimo Varini (PER ME) non solo non può
essere fra i primi 5 chitarristi acustici nel mondo, ma nemmeno in Italia. Io non parlo di gusti che naturalmente sono soggettivi chiaramente.
Detto questo, Varini è un grande, lo
stimo e lo ammiro, fantastico chitarrista.
Al di là delle indubbie qualità del musicista non mi sembra che sia stato particolarmente messo in evidenza. Conoscendo il rapporto delle "rockstar" italiche con i loro musicisti spero gli
abbiano almeno offerto un caffè... E poi il pubblico di Antonacci e Pausini è composto in genere da perfetti ignoranti (musicali).
Ma perchè scusa dovrebbero essere ignoranti musicali? Per esempio io, re degli ignoranti, ho cd di Krieger, Beck, Townshend, accanto a quelli di Laura che, zitta zitta, ha vinto tre Latin Grammies
e che, si lo dico, mi da emozioni quando ho voglia di suonare cose semplici. Non ha importanza se Bonamassa fa volare le dita sulla tastiera a 220 battute al minuto o se ascolti Pupo che suona
FraMartino CAmpanaro, ma quanto l'artista ti possa emozionare. Senza offesa eh!?!?
Biagio Antonacci non fa rock, ma un pop anche parecchio leggero. La chitarra elettrica è sempre presente nel rock, non credo proprio che i foo fighters o gli shinedown (o Vasco o i Negrita o i
Lacuna Coil) pensino minimamente di farne a meno. Lo strumento non attira i giovani perchè non c'è aiuto: se la vuoi suonare bene ti devi fare il mazzo, mentre con un sequencer e dei loop riesci
subitissimo a tirar fuori delle basi hip-hop e questo in un mondo che mastica e sputa tutto sempre più veolcemente ovviamente fa più presa.
gli shredder hanno smesso di riempire gli stadi
dai tempi di Van Halen. I virtuosismi di chitarra sono diventati un videogame e le masse si muovono a tempo di hip-hop. E' un bene o un male? mah..solo un segno dei tempi. Oggi la musica è più
facile, ma la musica suonata richiede ancora la disciplina e la dedizione di sempre, sta solo tornando nei clubs che sono più economici, meno pretenziosi e più veri, lasciando gli stadi al pop e
agli show di massa che non sono fatti per i virtuosismi strumentali..(mi ricordo quando andavo a vedere gil whitesnake o i motley e onestamente non si capiva una cippa stando sotto al palco mentre
Satriani in un piccolo teatro tenda me lo sono goduto a pieno).
L'acustica? è uno strumento fondamentale ed irrinunciabile per i turnisti e sicuramente c'è chi fa cose inimmaginabili, ma da
qui a dire che è il futuro del chitarrismo rock mi sembra un'esagerazione grossolana.
Siamo d'accordo che Antonacci non faccia rock e che non c'è nulla che possa far pensare all'acustica come futuro del rock. D'altra parte nessuno l'ha detto qui :D
Beh, veramente l'articolo si apre con le parole: "fin dai primi passi della musica Rock..." e due righe sotto si legge: "i musicisti rock...". Insomma mi pare che il riferimento al rock sia bello
evidente. Tuttavia non è questo il motivo del mio intervento. Volevo segnalare che l'articolo è interessante, ma molto casalingo e parziale: gli artisti citati sono i canonici del così detto rock
italiano che, sinceramente, suonino l'elettrica o l'acustica poco cambia in quanto non ricordo riff graffianti di Antonacci o ritmiche percussive della Pausini, i buoni Litfiba (un tempo i più
"rockettari" del novero) si distinguevano per qualche bending vibrato (ascoltare Elio per credere). Inoltre sarebbe giusto valutare il fenomeno anche su altri generi, oltre che a livello
globale. Peraltro mi viene da pensare che una cosa simile accadde a metà degli anni '80: l'imperante pop tutto synth e tastiere aveva messo al margine la chitarra, tuttavia negli stessi anni si
faceva largo un ragazzo svedese che portò un nuovo standard nella chitarra elettrica ed Ibanez pagava profumatamente un giovane Steve Vai per potergli costruire una chitarra elettrica personalizzata.
Insomma direi che, pur avendo alti e bassi di diffusione, la chitarra elettrica ha mantenuto il suo percorso e la sua evoluzione e, soprattutto, l'ottica andrebbe un po' ampliata su tutti i
generi: se ascoltiamo i pet shop boys la chitarra elettrica non ci sta a dire niente, in altri generi accompagna massicce sezioni di fiati, in altri casi è il centro dell'universo. ciao,
Francesco
PAROLE SANTE! Concordo e sottoscrivo appieno, come sempre basta il solito trend del momento a far pensare che tutto il resto debba scomparire dalla faccia della terra, c'è sempre questa vena di
sensazionalismo che personalmente proprio non capisco. Da pluriquarantenne nella mia modesta vita musicale ne ho sentite di tutti i colori, negli anni ottanta Charvel e Jackson dovevano spazzar
via Fender e Gibson, nei novanta il grunge doveva essere il rock del futuro, per non parlare di jazz e prog ciclicamente dichiarati in via d'estinzione, sembriamo affetti da sudditanza psicologico
compulsiva per le mode del momento. La musica si evolve questo è certo, ma dire che i chitarristi elettrici sono una specie a rischio personalmente mi sembra una colossale cazzata. Sono
convinto che nonostante gli alti e bassi demografici e malgrado i tanti fenomeni musicali asettici e manipolati geneticamente, continueranno sempre ad esistere persone che amano e ameranno questo
strumento, a prescindere dalla matrice rock, blues, fusion, latin e chi più ne ha più ne metta. Credo che a dispetto delle mode del momento presenti e future, oltre ai prigionieri dei loops ci
saranno sempre persone che vivranno la musica con dedizione studio e disciplina...la musica nella sua versione più profonda e genuina non morirà mai....e nemmeno la chitarra elettrica con annesso
chitarrista ci lascieranno le penne...
un esempio diverso? Within temptation,gruppo gotico metal, durante un'intervento in diretta di trasmissione da una radio, hanno eseguito Paradise in acustico.
Non riesco a non dirlo.. Premesso che ho grandissima ammirazione per Massimo Varini (che fa sempre la sua gran figura come musicista, come didatta e come persona), premesso che rispetto la
carriera e dove sono riusciti ad arrivare Laura pausini e Biagio Antonacci; questo più che un concerto mi sembra un karaoke nel bar di paese (e non per colpa dei musicisti) e, pur di suonare scontato
mi fa na pena immensa vedere tutti con quel cxxxxxxx0 di cellulare in mano a filmare.
"Massimo Varini ci ha raccontato di un episodio decisamente significativo, accaduto durante il suo ultimo tour con Biagio Antonacci"..."Il boom di virtuosi della chitarra elettrica sta davvero
esaurendo gli ultimi segni di vitalità per poi spegnersi definitivamente?" Ok ma vedendo il video mi pare che si potesse argomentare un pò meglio e avvalorare la tesi sostenuta dall'articolo
anche con un pò più d'impegno....magari anche qualche altro esempio e qualche altra didascalia in merito... Naturalmente è una mia opinione personale ma a me non ha fatto nessuna impressione
vedere Varini (che tra l'altro stimo e ho anche alcuni dei suoi videometodi) che sostanzialmente suona la chitarra come una percussione... Di quale arrangiamento stiamo parlando? Scusate ma non mi ha
comunicato nessun entusiasmo o simile...La chitarra acustica non è in primo piano e non è nemmeno protagonista. Insomma, ho letto articoli migliori su questo sito... e scusate la franchezza...
A presto
È un articolo su Varini, che è sotto contratto Eko group, che ha sottoscritto della pubblicità su questo sito. Io Varini che suona nel brano manco lo sento. Inutile prendersela per questo articolo
che fa da spalla alla pubblicità delle Eko.
Peccato che: 1- la redazione non ha nessun legame con gli uffici commerciali che si occupano della pubblicità. 2- gli articoli pubblicitari sono esplicitamente segnalati come tali,
sempre. 3- Eko non ha sottoscritto nessun contratto e non dà un soldo ad Accordo.
"in continuazione" mi sembra esagerato per due articoli (una recensione e una panoramica fotografica). Considerando che un sondaggio sul Namm 2014 ha fatto emergere che il catalogo Eko è la novità
più attesa dagli Accordiani per il nuovo anno, mi pare il minimo approfondire per condividere qualche esclusiva con voi...
Articolo decisamente italo-pop-centrico, andate a vedervi le nuove generazioni di guitar hero U.S.A. (tipo Tosin Abasi, Misha Mansoor, Lucas Mann ecc.) e poi se la chitarra elettrica è in declino
:asd:
Che ci siano chitarristi elettrici eccelsi non si discute, ma l'articolo non parla di bravura, bensì della direzione imboccata dallo strumento chitarra di fronte al grande pubblico. Negli anni
'80 Satriani poteva riempire uno stadio con fan di ogni genere. Oggi gli Aristocrats riempiono un club, ed esclusivamente con giovani musicisti.
Ma anche gli stessi Animals As Leaders, per quanto bravi e famosi nel giro (non confondiamo i big del giro degli appassionati/addetti ai lavori con i big del grande pubblico), solitamente suonano in
festival, fiere o club. Non credo che oggi sia possibile, per un rockettaro virtuoso come l'abbiamo sempre inteso, riempire uno stadio come avrebbe potuto fare negli anni '80. Non penso ci riuscirebbe
Govan, né Abasi e forse manco il suddetto Satriani che non aveva problemi a farlo all'epoca, o quanto meno non in Italia, dove qualche anno fa qui a Napoli ha semi-riempito la stessa sala portata al
tutto esaurito da "un Caparezza qualunque".
Che Tosin Abasi sia più famoso di Varini, non ne sarei certo: chiedi a una persona a caso (non necessariamente in Italia) se sa chi è Nek, o
Antonacci, e poi se sa chi sono gli Animals As Leaders.
Certo, vai a chiederlo a NY o a Londra e vediamo chi conosce Nek o Antonacci :asd: Che poi anche negli anni '80 i guitar hero non riempivano gli stadi e - tecnicamente - non lo fanno neanche
Antonacci, Nek ecc. ora come ora.
Però AAL, Periphery ecc sono band che riempiono palazzetti (come Nek e Antonacci) in tutto il mondo.
Dai, è un articolo campato per aria, inutile
girarci attorno.
Che vuoi che ti dica? Vado a guardare il calendario degli Animals As Leaders e ci trovo festival, teatri e club, poi vado sul sito di Biagio Antonacci e ci trovo il San Siro e l'Arena Della
Vittoria... Non è mia intenzione dire che Antonacci sia meglio o cosa (non ascolto né lui né gli AAL), ma non puoi dirmi che suonano tutti nei palazzetti quando i tour dicono tutt'altro...
soprattutto quando Antonacci è fresco reduce da una serie di date negli USA di cui l'ultima al Madison Square Garden di New York...
sinceramente che i guitar heroes riempissero di per se' gli stadi è un po' forte come affermazione: se parliamo del G3 ok, ma per il resto sono le bands a fare il richiamo. In questo senso mi sento
di dire che il paragone Antonacci/Abasi (o altri) non c'entra nulla con l'articolo. Se esso vuole portare alla ribalta il fenomeno per cui la chitarra acustica sta ampliando il proprio appeal verso
musicisti elettrici e pubblico credo che la cosa più corretta sia valutare i chitarristi elettrici rispetto agli acustici. Se no si paragonano elementi eterogenei. Mi permetto anche un'altra nota:
attenzione a paragonare il successo di Antonacci a New York con quello di band usa: da un lato bisogna capire quante altre date ha fatto Antonacci negli Usa e tenere in considerazione l'amore per la
madre patria dell'emigrato. E' ovvio che se Antonacci va negli Usa una volta ogni 5 anni e solo al Madison raccoglierà di più che non una band americana che magari da New York passa due volte
l'anno. E' lo stesso fenomeno per cui Little Tony o Al Bano riempivano e riempino gli stadi in Germania o in Kazakistan, che questo significhi che i musicisti di Al Bano siano uno standard o siano
più noti di altri ce ne passa. ciao
Certo, potrei essere d'accordo sul discorso che Antonacci riempie il Madison perché ci va una volta ogni cinque anni (anche se in realtà il tour ha avuto più date negli USA) mentre Abasi è sempre
"nei dintorni", ma solo se Abasi facesse lo stesso quando viene in Italia e se Antonacci suonasse nei club in Italia. Ripeto, non sto parteggiando per nessuno, mi limito a fare osservazioni su
quelle che sono le date che hanno in programma: Antonacci suona in italia e lo trovi negli stadi, va negli USA e lo trovi al Madison, Abasi suona negli USA e lo trovi nei club, poi viene in Italia e
suona nei club. E ancora una volta, cito Antonacci perché se ne parla nell'articolo, ma si può parlare di chiunque: è un dato di fatto che la scena pop sia più grossa (per numeri, per soldi,
per risonanza) della scena metal. Non dico che è giusto e non dico che è meglio, ma è così, mica lo decido io...
Hai perfettamente ragione, infatti in apertura della mia risposta contesto che si possano utilizzare le band in cui suonano dei chitarristi per paragonare il "peso" dei chitarristi medesimi. Nel tuo
esempio sarebbe corretto dire che Biagio fa quello che fa e chiedersi che numeri fa Madonna (ad esempio) in Italia: paragoniamo soggetti comparabili, poichè come dici tu le differenze di genere
portano con se' differenze di popolarità (infatti Antonacci e Madonna fano pop, ossia popular music, lo dice già la parola). A questo punto mi chiedo (tornando alla mia obiezione) è giusto dire che
il chitarrista di Madonna ha un certo appeal perchè madonna riempie gli Stadi? Se domani quel chitarrista suonasse in playback (salvo non l'abbia già fatto) dovremmo dire che il futuro della
chitarra è il playback?
In un certo senso potrei dirti di sì: negli anni diversi artisti hanno usato sempre più sovraincisioni e basi anche dal vivo, e la conseguenza è che se prima una band aveva bisogno di due
chitarristi (o coristi, o altro) ora magari ne prende uno solo, o a volte manco quello. Quindi il presente è che il ruolo del chitarrista, o del musicista in generale, è stato ridimensionato in
determinati contesti rispetto al passato, sia in favore di arrangiamenti che non lo prevedono, sia in favore di basi registrate. Naturalmente ce ne passa dal dire che è la regola.
Credo che
una scena come quella proposta nell'articolo, un chitarrista acustico che fa percussioni davanti al pubblico immenso di un concerto pop, vada presa sul serio. Per fare un esempio volutamente
esagerato, l'improvvisazione nelle sale da ballo di inizio '900 negli USA è nata con poche note, qualche musicista che osava piccole variazioni sul tema in mezzo a gente che a stento lo ascoltava e
di sicuro non lo apprezzava il giusto. Nel frattempo c'era un fermento di improvvisatori nell'underground di cui il pubblico non sapeva niente o quasi. Quei musicisti presi singolarmente non
significavano nulla, ma anche grazie a loro una decina di anni dopo è esploso il bebop, quasi fino a diventare il pop(ular) della sua epoca. Ricordiamo che uno come Charlie Parker era, per il grande
pubblico, quello che è stato Van Halen negli anni '80 e quello che è Lady Gaga oggi. E lo dico non senza un brivido gelido lungo la schiena. L'esempio di Massimo forse preso da solo non è
niente, ma se una chitarra acustica suonata come si deve (al di là del solito strumming a basso volume da cantautore) dovesse cominciare a comparire più spesso davanti al grande pubblico potrebbe
essere l'inizio di qualcosa. Può essere anche un evento isolato, un fuoco di paglia che nasce e muore qui, ma l'idea di veder arrivare tra qualche anno un Jon Gomm italiano al San Siro (e quindi alla
radio e in TV al posto di X Factor) non sarebbe niente male!
Qualche giorno fa pensavo proprio alla stessa cosa, a come da 4-5 anni a questa parte in numero di questi incredibili guitar heroes acustici sia aumentato a dismisura, io stesso grazie a personaggi
come Andy McKee, Jon Gomm ed al capostipite Michael Hedges mi sono avvicinato al mondo della chitarra acustica, che prima non frequentavo se non per esigenze live o per una suonata in spiaggia.
Nel mio caso l'approccio iniziale allo stile percussivo/fingerstyle è stato difficile, credevo che non sarei mai riuscito a fare nulla di tutto ciò, ma se si inizia piano, lentamente, e se ci
si concentra sui movimenti basilari si possono ottenere buoni risultati anche abbastanza velocemente. A me personalmente questa nuova leva di musicisti e questo "nuovo" modo di suonare mi sta
dando tanto sia dal punto di vista tecnico che da quello strettamente musicale, anche perchè avere sempre qualcosa di nuovo da ascoltare per me è fondamentale. Consiglio a tutti di farsi un
giro da quelle parti. Un plauso a Massimo che da anni si fa in quattro per inserire idee carine ed originali nel pop italiano, dimostrando una grande passione nel suo mestiere, potrebbe
semplicemente suonare quello che gli viene chiesto e portarsi i soldi a casa ed invece, anche in veste di session man, ci mette sempre quel qualcosa in più. Se ascoltaste con attenzione i brani
italiani dove suona Massimo o se vedeste le sue centinaia di video su Yuotube dove spiega qualsiasi cosa, vi accorgereste che anche dietro ad un pezzo di Nek spesso ci sono cosine fighissime che non
vi sareste mai aspettati di trovare in un brano pop.
Detto ciò mi fa molto paicere che per una volta si sia riuscito a portare qualcosa di leggermente diverso, anche se solo per 1 minuto, in
un live di pop italiano, forse non sarà una rivoluzione copernicana, ma se ci saranno altri musicisti abbastanza coraggiosi da osare cose simili forse potremmo vedere cose interessanti anche nella
musica popolare italiana. Speriamo che la musica cambi, ma una cosa forse non cambierà mai: l'arroganza fuori luogo tipica del chitarromane italico medio.
Ciao scusami posso interloquire con te? "mi fa molto piacere che per una volta si sia riuscito a portare qualcosa di leggermente diverso, anche se solo per 1 minuto, in un live di pop italiano,
forse non sarà una rivoluzione copernicana, ma se ci saranno altri musicisti abbastanza coraggiosi da osare cose simili forse potremmo vedere cose interessanti anche nella musica popolare
italiana" Io non sono riuscito a veder niente di interessante in questo minuto. Premetto che non sono un chitarrista ma un appassionato del basso... Ho avuto la fortuna di veder tanti concerti
e non sottovaluto niente e nessuno ma questo minuto è decisamente trascurabile... Tu cosa ne pensi?
Per me invece quel minuto è piuttosto significativo perchè nel mondo rigido e ripetitivo del pop italiano non mi era mai capitato di sentire nulla di simile, almeno di recente, è la cosa mi fa
piacere, anche se non è un genere musicale che mi rappresenta o al quale sono legato. Siamo d'accorco che non è nulla di strabiliante, ma ne vuole esserlo, è semplicemente un minuto carino in
un concerto di ordinario pop, ma che comunque non ha molti precedenti e sicuramente può offrire molti spunti di riflessione ed applicazione.
Mi riferisco a questa frase citata nell'articolo: "Per quanto ci risulta, però, questa è la prima volta che la chitarra acustica diventa protagonista con un approccio simile in un evento
italiano di tale portata" Ed infatti su questo siamo d'accordo che non c'è niente di portata lunare o di strabiliante. Quanto al fatto che possa averti forrnito spunti di riflessione ed
applicazione non mi esprimo e rispetto la tua opinione. A presto
A volte mi chiedo se è così importante il numero delle persone che aprrezzano qualcosa? Uno fa le cose come suonare o dipingere o scrivere per passione perchè permettono di esprimere se stessi in
maniera più completa ,perche ti fanno sentire bene a volte male, perché ci si diverte il resto non conta. E' cosi fondamentale appartenere ad un numereo eterogeneo di persone tutte uguli a che fanno
pensano e piacciono tuttu le stesse cose.Chiaro che se parliamo di fare soldi avere il consenso di molti e fondamentale ,ma per me la musica è un altra cosa ho conosciuto musicisti quasi sconosciuti
che vanno in giro a suonare,e che regalano ore di musica meravigliosa,che fanno sognare ed anche loro sognano mentre suonano con il cuore e passione, sicuramente non si pagano le bollette con questo
"lavoro" ma meno male che esistono. Poi ci sono musicisti professionisti che sono conosciuti da pochissimi appassionati perché fanno una musica forse un più ricercata, che sicuramente non andranno
mai in testa alle classifiche di vendita ma fanno quello che li piace sono felici e rendono felici gli altri e ribadisco meno male che esistono .Non credo che la chitarra avrà mai un declino ma se
anche fosse ,chissà forse nel futuro inventeranno strumenti musicali che oggi neanche immaginiamo, l'importate è che ci sia qualcuno che abbia voglia di suonare con passione qualunque strumento il
cuore gli dirà di suonare. Probabilmente la vera crisi non è quella economica ma quella della passione e della fantasia e per questo che la gente si disinnamora presto di tutto . Fai quello che ami
senza preoccupati troppo e vedrai che sarai felice
Premesso che non capisco molto il pop italiano e che in effetti nel video non si senta molto ciò che succede, penso che la riflessione sia interessante. I guitar heroes secondo me hanno fatto il loro
tempo da anni, il problema è che il suono stesso della chitarra elettrica è forse figlio di un'altra epoca. Con questo non dico che scomparirà o che oggi non si sente più e non si apprezza
più, ci sono centinaia di riff di chitarra elettrica che ancora fanno ballare la gente, però l'impatto dirompente di questo strumento è un elemento forse un po' obsoleto. Una volta la chitarra
elettrica simboleggiava la ribellione giovanile, la libertà, l'irriverenza, il sesso, l'energia ecc. Oggi tutti impazziscono per il rap e l'hip-hop che riducono tutto a una pulsione adolescenziale
con pochi spunti di creatività e un groove elettronico ossessivo e meccanico. La chitara acustica può rappresentare certamente una possibilità di suonare ovunque senza grande strumentazione ed
effettistica e quant'altro, che nel caso dell'elettrica secondo me ha raggiunto livelli assurdi e inutili, e magari dare un tocco di romanticismo in più, che oggi va tanto di moda in pieno revival
"latino-sentimentale", però è indubbio che la chitarra non ha più il ruolo principe che aveva una volta e non ha più quella forza attrattiva di un tempo. Credo sia semplicemente un segno dei
tempi, che ci piaccia o no.
alcuni appunti: i guitar heroes sono quasi quarant'anni che "hanno fatto il loro tempo", però da quarant'anni c'è sempre un nuovo modo di suonare un nuovo esempio, forse allora l'affermazione non è
proprio corretta corretta. Non capisco cosa significhi che il suono dell'elettrica è figlio di un'altra epoca: in primo luogo parliamo di un'epoca che ad oggi mi sembra ancora in auge. Prova a
togliere l'elettrica da molta musica di oggi e vedrai che l'epoca è sempre quella giusta, perchè la chitarra eletrica (come pochi altri strumenti) evolve sia perchè evolve la tecnica di base sia
per le tecnologie di cui si serve. Altro appunto: altri generi, che prescindessero dall'elettrica, sono sempre esistiti: pensa alla musica sinfonica o d'orchestra, pensa alla musica elettronica,
ma non mi pare che l'elettrica sia scomparsa per questo. Mi permetto anche una nota: spesso dalla contaminazione tra generi nasce una novità: anche negli anni '90 il rap spopolava, ma Kerry king
suonava l'assolo di No sleep tilll brookling con i pet shop boys e gli aerosmith incidevano un successone come "walk this way" con Run dmc, per non menzionare i faith no more che partendo dalla
contaminazione metal/rap sfornarono lavori egregi. Ed a questo si limita la mia scarsa cultura musicale, immagino che approfondendo si potrebbero trovare migliaia di esempi. Infine, sul suonare
sempre ed ovunque: guarda che oggi puoi suonare l'elettrica collegata all'I phone che tieni in tasca e con un ampli a pile agganciato alla cintura. ciao
Mi fa piacere scambiare opinioni su questo tema. Non sono d'accordo con quello che scrivi per alcune ragioni. Innanzitutto non ho scritto che la chitarra elettrica sparirà dalla faccia della Terra,
ho solo detto che non è più in auge come un tempo. I brani che hai menzionato spopolavamo, ora se li ricordano in pochi. Io suono a giro, nei locali, alle feste, ovunque e ho il polso della
situazione. Le cose cambiano molto quando c'è una presenza straniera tra il pubblico, ovviamente, perché il pubblico italiano spesso pecca in cultura e gusto musicale. In genere ho sempre notato
molta più attenzione verso l'acustica che verso l'elettrica. Quindici anni fa era il contrario, per questo credo che sia un segno dei tempi. Riguardo alle nuove tecniche, al pubblico non
interessano per niente. Al pubblico interessa solo la voce e il ritmo, degli arrangiamenti e delle tecniche glie ne può frega' de meno, noi chitarristi siamo una nicchia a parte e viviamo in un mondo
a sé, tanti nomi che a noi fanno sobbalzare al grande pubblico non dicono assolutamente niente. Naturalmente è una mia opinione e non pretendo che sia la Verità assoluta, magari mi sbaglio, ma ti
assicuro che parlo per esperienza diretta. E mi capita spesso di suonare col Pod sull'impianto voce, credimi, ma al pubblico piace mediamente più l'acustica. Questo è quello che vedo di solito.
Grazie per la risposta cortese ed assennata. Mi pare chiaro e normale che ognuno la vede dal proprio osservatorio: da quanto scrivi mi pare di intuire che tu suoni intrattenimento per locali o piano
bar quindi comprendo benissimo che in quegli ambienti l'acustica sia molto meglio accettata; tuttavia io sono all'opposto dell'emiciclo, suonando metal, ed il polso della situaizone è l'opposto. Chi
viene ad un concerto ascolta, non si accontenta di avere in sottofondo un accompagnamento, altrimenti (capita) non viene nemmeno. Quanto ai brani che spopolavano, mi pare evidente che il ricambio
generazionale porti con se' un ricambio di riferimenti musicali: nei '70 i beatles erano "più famosi di Gesù" e le 16enni con la gonna al ginocchio piangevano solo a vederli scendere dall'aereo; se
oggi vai in una scuola e fai sentire tre brani (anche famosi) del quartetto di liverpool è buona se qualcuno ti dice di aver già sentito da suo padre o suo zio qualcosa di simile. Tuttavia i beatles
suonavano abbondantemente l'elettrica, lo stesso i loro cloni degli anni '90 (Oasis) ed il medesimo sento fare adesso dai gruppetti di brit pop. Insomma, a mio parere, al di là delle mode o delle hit
del momento, ci sono ambiti dove non penso proprio che la chitarra acustica prenderà tutta questa voga. Come pure ci sono ambiti dove la chitarra elettrica non entrerà nemmeno fosse l'ultimo
strumento rimasto sul globo. D'altra parte vogliamo dire che gente come mclaughlin o al di meola o django reinhardt sono emeriti sconosciuti? All'ultimo hanno anche dedicato un film, però non mi pare
che, anche sotto questa spinta, che ormai dura da 100 anni, si possa dire che un'incursione in acustico ad un concerto comporta un cambio di tendenza. ciao
Ottimo commento bravo! Se il suono della chitarra elettrica è figlio di un'altra epoca allora via anche archi fiati e percussioni... Trovo abbastanza ridicolo il sensazionalismo forzato che
sempre più spesso viene dato alla moda di turno, pensiamo sempre che il trend del momento renda obsoleto quello che già esisteva...e purtroppo ci caschiamo ogni volta, che ingenui!
Non è la prima volta che la chitarra elettrica ha un calo di vendite, negli anni '80 e '90 c'era molta musica elettronica, quindi batterie e tastiere la facevano da padrone, mentre non si eseguivano
più i lunghi assoli nei concerti con le chitarre elettriche, le batterie e le tastiere come negli anni '60 e '70. Si diceva, che gli assoli erano superati e che la gente voleva sentire il ritmo e la
melodia da cantare. Infatti la chitarra era molto effettata, per non ricordare nemmeno una chitarra, ma più una tastiera. Ora che il modo d'ascoltare la musica è cambiato, anche il ruolo della
chitarra come strumento solista si è ridimensionato.
L'ultima volta che ho visto qualcosa di nuovo e interessante nel pop italiano a livello chitarristico è stato quando Alex Britti, diversi anni or sono, ha fatto un tour con tanto di loop station
facendo cose pazzesche sulla sua acustica. Ma parliamo di Alex Britti un fior di chitarrista che comunque ha scritto e interpretato anche delle discrete canzoni pop. Apprezzo molto Varini
come strumentista e didatta ma ragazzi, io onestamente Antonacci non riesco nemmeno a sentirlo, quando ho la sfortuna di beccarlo alla radio cambio subito canale. E vabbè scusatemi, dovevo
dirlo. Per il resto credo che l'elettrica camperà ancora a lungo e molto più dell'acustica, perchè la magia del ragazzino di 14 anni che collega la chitarra al suo primo ampli è un emozione
che l'acustica non ti darà mai. Impressioni personali naturalmente.
wow! si è aperta una bella discussione... e quindi faccio i complimenti all'autore che con astuzia ha saputo stuzzicare gli animi. A me tuttosommato nemmeno è andata male, almeno non mi sono preso
delle offese. Luca "Jurgen" Friso ha girato una mia email (che gli avevo inviato per condividere con un amico una bella soddisfazione) a Pietro che reinterpretato il tutto... Avevo scritto sul
mio FB qualche giorno fa un pensiero dopo queste alcune date... riguardante la mia scelta, presa oramai oltre 7 anni fa, di stare lontano dai palchi pop, e di quanto questa scelta "coraggiosa" (seppur
io abbia continuato a fare i dischi) mi abbia aiutato a cambiare la percezione di me da parte degli Artisti. Non voglio entrare in discussione con chi dice che questo piuttosto che quell'artista
non sono bravi o non meritino il successo, anche perchè entriamo nel soggettivo e... secondo me, anche nella famosa fiaba della volpe e dell'uva ;-) Ho scritto a Luca perchè, dopo tanti anni di
assenza da palchi così grandi, mi ero sentito molto orgoglioso di essere riuscito a portare un po' di "me" su questi palchi, dopo aver provato anche ad inserire il mio modo di suonare nei dischi.
Per quanto si possa criticare, resto molto fiero del brano "Ti Aspetto" suonato per Alessandra Amoroso... un intro con parti "facili" di percussioni, tapping, slap... ma che è passato in radio
per mesi. E ora questi concerti con alcune parti che sono state "accettate" da Biagio e da chi cura la parte artistica live. Leggo poi dei "paragoni" con Tommy... paragoni che fanno sempre e
comunque piacere perchè Tommy - a mio vedere - resta sempre un riferimento, uno dei motivi che mi hanno spinto a spostarmi verso la chitarra acustica (insieme agli italiani Paolo Giordano, Nobile,
Gambetta, agli stranieri McKee, Hedges, Stephen Bennet e tanti altri)... un riferimento arrivabile solo se si riesce ad atterrare sul pianeta da cui proviene! ;-) e non vedo in giro tante navicelle
spaziali! Detto questo, mentre accompagnavo Biagio e Laura Pausini con un semplice groove basato su queste tecniche che ho studiato e approfondito... ero felice! e questo mi basta poichè mi
sembra che ci siano pochi altri motivi per essere vivi! buona musica a tutti!
Ciao Massimo, mi pare corretto rispondere anche a te. Il senso dell'articolo da quello che ho capito io era comparare il ruolo di protagonista della chitarra di ieri e di oggi. In poche righe è
stato detto che nel tempo i chitarristi elettrici son stati “osannati” (e da qui la figura del guitar hero...) e apprezzati, ma che attualmente c'è una certa rivalutazione degli stessi per quel
che riguarda sia i loro soli sia per quel che riguarda l'attenzione che il “pubblico” gli rivolge. Da cui scaturisce la domanda se non siano i chitarristi acustici i nuovi guitar hero visto
il ridimensionamento avuto all'interno delle formazioni, le loro abilità tecniche inpensabili fino a qualche tempo fa, e non ultimo la curiosità che sta suscitando nei giovani l'acustica in
genere. A riprova del fatto vieni citato tu e viene addirittura “messo in campo” un video che pare creare una qualche aspettativa a riprova del fatto che effettivamente il chitarrista acustico
và rivalutato, che c'è un protagonismo nuovo e che alcuni stanno cercando di mettere l'acustica al centro della scena.
La frase cruciale per me che leggevo è stata: “ Siamo abituati
a vedere illustri turnisti catalizzare l'attenzione del pubblico con i loro assolo e riff memorabili, basti pensare alla formazione di Vasco Rossi. Per quanto ci risulta, però, questa è la prima
volta che la chitarra acustica diventa protagonista con un approccio simile in un evento italiano di tale portata. L'inserimento di tecniche moderne - sperimentali e spesso considerate "roba per
addetti ai lavori" - all'interno di un contesto pop, di fronte a un grande pubblico, segna una tappa fondamentale per la categoria. Che gli shredder e i virtuosi della chitarra elettrica riempiano
sempre meno stadi è ormai un dato di fatto, ma forse il fenomeno del guitar hero non sta scomparendo, bensì sta andando solo in una direzione diversa”
Io ascolto la musica da anni e sono
anche un appassionato del basso. Permettimi di dissentire, ma non ho visto nessuna rivoluzione copernicana nel video... Il ruolo la chitarra se lo era scambiato con le percussioni e con dei leggeri
tocchi accompagnavi la melodia dei due cantanti. E' tutto il contesto che crea la magia della musica, son convinto che se non avessi studiato neanche una tecnica saresti riuscito comunque a suscitare
in me una qualche emozione. Ecco, con il mio intervento volevo dire che per mettere in relazione il chitarrista “moderno” e quello che normalmente siamo abituati a vedere sul palco forse
bisognava mettere qualche altro esempio e approfondire con qualche altra didascalia, argomentare. Non è sicuramente mia intenzione offendere nessuno, meno che mai te come artista. Sinceramente
ho letto con attenzione l'articolo e mi sembrava che non fosse trattato in maniera esaustiva... Perciò ho lasciato il mio commento da utente. Ma forse mi sbagliavo visti tutti gli interventi... A
risentirci...e... buona musica ;-)
Ciao Max...come sempre molto presente, molto disponibile al confronto ed equilibrato. Quindi grazie per esserti fatto avanti in prima persona...
Premetto che anche a me il taglio
dell'articolo non è piaciuto, l'ho trovato un po' pretestuoso, mentre poteva essere semplicemente proposto come "cronaca" - resoconto - di un'esperienza (una situazione).
Detto questo, ci
sono un paio di grandi verità. La prima e più importante trascende tutta questa discussione: come hai detto bene tu, é sempre bello e fonte di soddisfazione mettere qualcosa di sè in un
brano...al di la di cosa e come. Questo è quello che dici di aver provato...punto. Sono d'accordo, questa è l'aspirazione di ogni musicista quando collabora con altri artisti e credo che alla fine
sia l'unica cosa realmente importante.
Per il resto ne è uscita una discussione anche interessante (forse un po' scomposta). Di mio credo che la questione "i guitar hero si daranno tutti
all'acustica" lascia il tempo che trova...non si fanno più assoli da 5min nei pezzi? Anche questo non è il punto. Non si riempiono più gli stadi? Vero e non vero. Il punto è che suoniamo la
chitarra (e qualsiasi altro strumento) avendo come fine ultimo la resa di un brano! Siamo funzionali alla canzone (che è la forma tipica della musica pop-rock). Ricordo un tuo "seminario" di
qualche anno fa, penso 2010, a Merano (bz), che incentrasti sul l'importanza della "ritmica" nel suonare la chitarra...all'epoca mi stupì moltissimo che ci si dovesse concentrare di qualcosa che, per
formazione, davo per scontato. Ma - a questo punto - credo che la questione non sia meramente tecnica. È piuttosto una "filosofia". È uno dei tanti aspetti del dire "guarda che si suona per la resa
del brano, non per fare gli sboroni con il proprio strumento"... ...e questo trascende il discorso elettrica o acustica.
infatti è vero ciò che hai desunto da quel seminario. Come ho scritto, l'articolo non è opera mia, ma in questo penso che Pietro abbia avuto la "malizia" di creare un po' di movimento come
spesso fanno i giornalisti... e sembra ci sia riuscito: che poi abbia interpretato giustamente l'email che inviai a Luca poco importa! ha creato movimento sul sito per cui lavora! sinceramente a
me la definizione "guitar heroes" ha sempre dato noia... per me i grandi della chitarra sono The Edge, Gilmour, Hank Marvin, Young ma anche tanti altri che magari sono o sono stati shredder o definiti
"eroi" (da Malmsteen a Satriani, Van Halen o Vai, McAlpine etc. etc.). La musica è comunicazione a prescindere se si stia suonando la parte solista o la parte ritmica. Ti dirò... vivendo di
musica da ormai 25 anni mi fanno sorridere i post che sembrano scritti con la schiuma alla bocca per la rabbia o il risentimento. La calma, la pazienza e l'equilibrio sono doti importanti quasi quanto
la musicalità! ;-)
--per me i grandi della chitarra sono The Edge, Gilmour, Hank Marvin, Young ma anche tanti altri che magari sono o sono stati shredder o definiti "eroi" (da Malmsteen a Satriani, Van Halen o Vai,
McAlpine etc. etc.).--
Neil young ha scritto uno dei più begli assoli della storia, quello di Cinnamon Girl... Una nota (un re) ripetuta ossessivamente su un giro armonico classico (1ma 4 -
5). Fa venire la pelle d'oca...perché è quello che serve al pezzo! D'altra parte "Eruption" non sarebbe il brano che è senza la tecnica solistica di Van Halen...siamo sempre li.
La musica
è comunicazione...è un'alchimia tra cervello e sentimento. Le mani devono solo eseguire. Non comandano loro.
--la calma, la pazienza e l'equilibrio...--
Certo ognuno é un po'
tifoso... A me, consentimi di dirlo, continua a stupire veramente il tuo equilibrio e la tua disponibilità...per un professionista con la tua esperienza non è scontato, ma è molto bello (l'ho
riscontrata comunque anche in altri che considero grandissimi, come p.e. Paolo Costa che ho avuto piacere di conoscere). È qcosa che ho percepito molto di più nella cultura musicale statunitense
p.e. Mi convinco sempre di più della fortuna di altri miei concittadini che hanno avuto modo di conoscerti meglio (un po' di invidia per mio cugino, Claudio), sicuramente è stato per loro un
passaggio importante.
Chi ha la bava alla bocca è un fallito e su questo siamo d'accordo, che uno ci campi di musica e che sia nel contempo artista ce ne passa ed i nomi in questo senso si sprecano, soprattutto in Italia
e non mi piace nemmeno che passi sempre il concetto latente: "siccome lo faccio di professione ho ragione io e so come funziona" Non è per niente vero, ripeto tantissimi hanno capito e sono stati
furbi a fare ciò che andava fatto in un preciso momento, in un preciso luogo e soprattutto a frequentare le persone giuste, senza questo lavoro non penso si vada molto lontano nel professionismo. Poi
dipende se uno è soddisfatto di fare pop va bene, non mi piace nemmeno chi fa classifiche tra i generi, ce n'è per tutti i gusti, allora uno al quale piaccia freejazz leggendo dovrebbe pensare che
siamo dei cavernicoli per ci piace il rock, così si va poco lontano, sia nella comprensione della musica e quindi anche nel suo studio. Sai cosa conta davvero? L'onestà intellettuale: se uno suona
un'acustica, un'elettrica e ci mette se stesso dentro allora va bene, se uno, pur bravissimo si limita a suonare con molto mestiere uno strumento in un certo modo, perché gli conviene farlo a mio
avviso a mio avviso è un truffatore e non ha nemmeno molta passione se non ad esibirsi e guadagnare soldi, ma questo con l'arte non c'entra un fico secco.
....dicendo che questo articolo in effetti fa un po' pena, che non lo condivido assolutamente, che non mi piacciono percussioni e tapping sull'acustica perchè ad un ascolto bendato non si capisce
nulla, che secondo me musicalmente l'intro e la chiusa di questa canzone sono musicalmente irrilevanti (non è più semplice usare due congas per l'effetto che arriva fuori?) che per quanto mi
riguarda un assolo di elettrica ben fatto mi fa alzare i peli del braccio e lo farà per sempre, bla bla bla.
Poi ho letto l'intervento di Massimo ed in particolare le ultime righe:
""Detto questo, mentre accompagnavo Biagio e Laura Pausini con un semplice groove basato su queste tecniche che ho studiato e approfondito... ero felice! e questo mi basta poichè mi sembra
che ci siano pochi altri motivi per essere vivi! buona musica a tutti!""
Questo chiude la bocca a tutti, me per primo.
Complimenti Massimo, mi piace (quasi) tutto quello che
fai. Magari ascoltandoti con calma in un contesto diverso da quel (per me) orribile palco, precepirei anch'io la tua felicità e batterei le mani a tempo del groove. E la sera proverei a mettere la
destra sulla tastiera....(già fatto, ma sono già a posto con do e sol7...)
Alla fine l'importante è credere in quello che si fa, e farlo bene. Il resto sono solo chiacchere.
Non voglio essere poliiticamente corretto per una volta e non voglio usare mezze misure, al contempo non voglio essere irrispettoso, ma franco al 100%: l'articolo è semplice e immediato, ma
naturalmente da una pletora di maniaci-compulsivi anche solo per una vite del '59 che vuoi aspettarti!? Bisognerebbe imparare tanto per cominciare il significato della parola rispetto, a maggior
ragione quando si parla di musicisti e gente che insieme a loro lavora; il rock non morirà mai, almeno fino al giorno in cui un gruppetto di adolescenti si presenterà timido e spavaldo a cantare una
canzone cazzuta a un contest, in un pub, a una festa tra amici; la chitarra elettrica, intesa come solista, ovviamente non morirà mai, ma che oggi si inizia a capire che nell'economia di un gruppo il
chitarrista ritmico è anche più importante perchè costruisce il tappeto sul quale altrimenti i soli dell'eroe sembrerebbero spruzzatine di note sparse e sul quale tante volte il cantante si
orienta; a questo punto c'è da dire che "le chitarre elettriche" non moriranno mai, ma che un'acustica porta con se sonorità diverse da quelle di tutti gli altri strumenti, che costringe chi suona a
dover fare affidamento al proprio esercizio per sviluppare la dinamica giusta per i vari momenti nei pezzi. E poi che tristezza leggere che il mondo ora ascolta hip-hop quasi come se ci fosse stato un
down-grade generale, cosa questa che proprio nulla a che vedere con lo spirito stesso della musica e sono certo che un qualunque musicista anche solo semi-professionista non si sognerebbe mai di dire
una stronzata del genere. Leggo tanti commenti carichi ancora di quel rancore adolescenziale nei confronti degli altri, che non capiscono un tubo e così via, che pure io esprimevo per l'appunto ai
tempi del liceo, e sinceramente non capisco. Ma a 31 anni suonati e dopo gli ultimi due anni passati in giro a suonare e a interagire con chitarristi di ogni tipo una cosa la so: la maggior parte
della gente che dice di suonare e di capirne di musica non sa cosa voglia dire far parte di un gruppo, doversi adattare alle dinamiche di un concerto, dover improvvisare e non su 3 accordi base di un
giro blues ma magari sulla più inaspettata delle tarantelle; ecco, la cosa più assurda del mondo, ho visto chitarristi iper tecnici non essere in grado di riuscire neanche tenere il tempo in una
ritmica semplice passando da un'elettrica ad un acustica e la mia esperienza di vita chitarristica, posto che sono una schiappa, mi suggerisce che la maggior parte della gente che fa soli complessi
nel chiuso delle proprie stanze (da quello che ho capito l'utente medio di accordo), ergo che commenta questo articolo, sbattuta su un palco di fronte a 10, come a 2000, come 100000 persone non
sarebbe capace neanche di eseguire Gianna, tanto per rimanere nel mio terreno di pertinenza.
Senza entrare in inutili polemiche... questo articolo, o uno simile, poteva benissimo essere stato scritto negli anni 80. Gia' lo leggo, "il futuro e' nella chitarra sintetizzata", "non esiste piu' il
rock alla Hendrix o Page", "la musica elettronica trionfa e sara' il futuro". E poi sappiamo tutti come e' andata.
La musica cambia, per fortuna, quindi nulla di strano. Continuiamo a
suonare, a tenere aperte le orecchie ed il cervello, non fossilizziamoci, e godiamoci quello che viene.
...e io ne contribuisco solo una. Joni Mitchell: accordature open pazze, un open tuning specifico per ogni pezzo ma deve essere costoso - un roadie per darle una chitarra in palco per pezzi specifici.
Una chitarra acustica ha radicalmente cambiato la mia vita chitarristica trasferendo questo principio all'elettrica. È possibile diventare guitar hero già in partenza e senza ricorrere a MTV
Unplugged di pezzi già conosciuti - il pezzo è "Both Sides Now". Lo conoscevo più che bene nella versione Pop di Mama Cass alla radio ogni mezz'ora (USA).
Beh non dimentichiamo che la chitarra elettrica è nata solo per amplificare il suono della chitarra senza dover sottostare a microfoni etc.. etc... solo dopo ci si è accorti che (ma fino ad un certo
punto) si trattava di un altro strumento. Si capisce benissimo che con l'avanzare della tecnologia la chitarra può riprendere il suo posto nell'orchestra, da dove era stata espulsa perché non si
sentiva, mantenendo la sua personalità originale. Il tutto mi pare un arricchimento e che poi ci sia una netta differenza fra acustici ed elettrici, secondo me è una cavolata. Basterebbe citare ad
esempio John McLaughlin, geniale "elettricista" nella Mahavishnu Orchestra, che è sempre stato anche un virtuoso della chitarra acustica... Del resto si sa che la storia della musica è legata a
quella del progresso dell'elettroacustica, i crooner ad esempio non sarebbero mai esistiti senza l'invenzione e la diffusione dell'amplificazione.
Almeno per come la penso io,questo è un periodo di proliferazione di chitarristi acustici. Anche di chitarristi che vendono parecchio tipo Ed Sheeran. Il rock non è morto. Non morirà mai,e nemmeno
la chitarra elettrica...ma se penso a gruppi tipo Strokes,Coldplay,Muse...e se li sento oggi,la chitarra cede il posto al pop. In questo momento va cosi. Ma andava cosi pure negli anni 80...
aspettiamo un nuovo guitar hero da stadio :D
L'italia ha dato sempre tanto alla chitarra acustica (già da alcune composizioni di Mozzani) e ha tantissimo da dare. Come sempre apprezzati all'estero e misconosciuti in patria, finalmente anche noi
iniziamo ad accorgerci dei nostri chitarristi acustici... Varrebbe la pena approfondire il lavoro di tanti (basti pensare a Franco Morone) o come quello che credo sia in questo momento il chitarrista
più raffinato, sia in termini tecnici che compositivi: Andrea Castelfranato! Emanuel è un mostro indiscusso (e ce ne fossero! io stesso mi brucerei i piedi con la benzina per suonare così), ma la
composizione non ha quel gusto superiore che viene non viene dal numero di note, ma dal tormento dell'anima.
Queste sono vere e proprie sciocchezze, Bonamassa sta facendo tutto esaurito ovunque ed ha attirato su di sè il giusto interesse. Chi sta sparendo? Chi si ripete troppo, chi non ha niente da dire,
oppure non ha personalità. Nell'arte quello che conta è avere un proprio stile e qualcosa da dire, allora la tecnica ed il mezzo diventano importanti, altrimenti non conta spendere milioni in
lezioni e strumenti, coi mezzi di oggi tanti possono diventare bravi, ma da lì ad essere chitarristi interessanti ed irrinunciabilii ce ne passa!
letti i vari interventi ed effettuatine a mia volta, mi pare di aver capito che, come spesso capita a noi italiani, l'articolo ha scatenato la corsa a schierarsi su uno o l'altro lato (coppi/bartali,
baggio/del piero, dc/pci, colpevolisti/innocentisti, gli esempi si sprecano). Quanto mi vien da dire è che l'articolo pone di certo uno spunto interessante, giungendo a suggerire conclusioni forse
troppo ardite: a mio parere l'incursione dell'acustica in qualche grande concerto non basta a tracciare una tendenza. Se così fosse il tour acustico di Ligabue (non proprio Antonacci, ma nemmeno mio
cugino che si diletta a suonare e cantare nella sua cameretta) avrebbe già fatto virare il timone anni fa. E' certamente interessante che un chitarrista che fino ad oggi conoscevamo come elettrico
stia dando lustro all'acustica, tuttavia rimango convinto che entrambe le declinazioni della sei (o sette o otto e perfino nove) corde abbiano un loro pubblico, magari trasversale (me lo
auguro). ciao
Mi sembra strano preoccuparsi così tanto di tecnica e poco di composizione: molti di questi nuovi chitarristi usano accordature aperte (senza moltissima fantasia) e a me pare di sentire sempre le
stesse armonie, gli stessi accordi e musica strumentale che sembra non andare da nessuna parte.
Riconosco di non essere un profondo conoscitore del genere, ma tutti questi nuovi chitarristi
acustici mi sembra suonino sempre lo stesso brano. Sono l'unico?
Salve, oltre a Massimo Varini (per me bravissimo chitarrista) e Tommy Emmanuel (per me l'apoteosi sull'acustica)oggi in giro ci sono bravi chitarristi sia acustici che elettrici, però sembra che ci
sia un ritorno all'acustica con queste nuove tecniche. Ad esempio un paio che mi vengono in mente è Massimiliano Cona (date uno sguardo...) ed il grande Preston Reed.
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