di redazione [user #116] - pubblicato il 19 luglio 2014 ore 08:00
Il giovane George Ezra ha fatto il botto. Con il suo primo CD, il cantautore britannico è già sulla bocca di tutti. Alla radio o per caso in TV, tutti hanno sentito la sua "Budapest", e in molti si sono chiesti come fare per replicarla al meglio. Paolo Pilo ci illustra la sua interpretazione.
Il giovane George Ezra ha fatto il botto. Con il suo primo CD, il cantautore britannico è già sulla bocca di tutti. Alla radio o per caso in TV, tutti hanno sentito la sua "Budapest", e in molti si sono chiesti come fare per replicarla al meglio. Paolo Pilo ci illustra la sua interpretazione.
L'estate avanza e il momento di radunarsi in spiaggia per rallegrare le serate tra amici, chitarra alla mano, è sempre più vicino. Anche per i chitarristi più navigati è tempo di guardarsi intorno e scoprire cosa c'è di nuovo sulla scena musicale, che possa allietare i falò o le session acustiche presso lo chalet di turno. Ogni estate, infatti, ha i suoi tormentoni e il repertorio deve essere aggiornato per essere goduto a pieno. Quest'anno, tra i pezzi che non possono mancare in scaletta, spunta un giovane chitarrista di Bristol: George Ezra, con il suo singolo "Budapest".
Sebbene sia piuttosto semplice da suonare, la canzone stimola la curiosità dei chitarristi grazie alle sue sonorità atipiche. L'originale, infatti, è eseguita su una chitarra accordata un tono sotto lo standard, facendo così il verso a una chitarra baritona e rendendo il mix più variegato, tra le frequenze della voce e quelle di una chitarra sicuramente diversa dal solito. Suonare con accordature diverse, seppur con gli stessi intervalli di una standard, può aiutare a scoprire nuove sonorità e imparare ad adattare i brani al proprio range vocale anche senza l'amato-odiato capotasto mobile.
Nel video che segue, Paolo Pilo ci spiega come eseguire, chitarra e voce, "Budapest" di George Ezra. Il ritmo saltellante, quasi da galoppata country, ne farà un sicuro successo a ogni festa, falò o serata acustica.
Questi lavori con Paolo Pilo sono più dei suggerimenti, un invito a essere creativi e originali. Il suo modo di suonare, personalissimo ed estemporaneo, è molto difficilmente congelabile in una tablatura, anche a causa delle componenti percussive. Più che imitare Paolo Pilo, conviene lasciarsi ispirare e provare a seguire il suo esempio creando qualcosa di proprio.