di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 12 agosto 2014 ore 08:30
Anche la Eko Mia Nylon non è una vera novità, ma come il resto della serie ha subito alcune modifiche volte a renderla ancora più stilosa e performante. L’abbiamo messe nelle sapienti mani di Paolo Antoniazzi per un test approfondito. Una chitarra insolita, ma che può diventare solita all’occorrenza.
Anche la Eko Mia Nylon non è una vera novità, ma come il resto della serie ha subito alcune modifiche volte a renderla ancora più stilosa e performante. L’abbiamo messe nelle sapienti mani di Paolo Antoniazzi per un test approfondito. Una chitarra insolita, ma che può diventare solita all’occorrenza.
Liquidiamo in fretta il capitolo legni perché anche la Nylon rispetta i canoni scelti per tutti gli altri modelli della serie Mia 2014. Una tavola incedro massello è ancorata a fasce e fondo in palissandro. Mogano e ancora una volta rosewood per manico e tastiera. Una sottile lamina di palissandro copre a sua volta la paletta, un apprezzabile vezzo estetico. Le forme rispetto al vecchio modello sono leggermente cambiate. Gli spigoli sono ora più arrotondati e con una diversa forma di ponte e paletta, ora più intonati. L’ibridazione tra acustica, classica e gipsy si fa ancora più promiscua. La scelta di dare la stessa curvatura sia alla spalla mancante che al ponte e al cutaway della paletta è un’originalità che può essere considerata eleganza. Meno arte moderna quindi nelle forme che risultano anche più aggraziate. Anche qui si nota la mancanza del sistema fast-lock per il manico con giunzione al 14esimo tasto. Al dodicesimo troviamo intarsiata la “M” logo della serie progettata a Porto Recanati, univo tratto estetico di modernità in una chitarra che, anche grazie alla rosetta ovale, è spiccatamente vintage.
Sulla fascia superiore troviamo infine il sistema di amplificazione, anche questo identico a quello montato sulle altre acustiche Mia: un Fishman, nello specifico un sistema Presys che al Namm 2014 avevamo visto marchiato Eko, ma che sui primi modelli mandatici in prova ancora mantiene il suo nome originale. Questo sistema, lo ricordiamo, è una combo piezo/microfono a condensatore, con controllo di blend per miscelare i due sistemi di amplificazione. Alti medi bassi, volume, phase e tuner. Questi i controlli a disposizione oltre appunto al blend.
Imbracciare la Mia Nylon non è difficile. Le forme sono confortevoli, anche se a vista non si direbbe. La cassa è sufficientemente sottile. La cosa che ci ha lasciato perplessi è lo shape del manico. Con l’intento di realizzare una chitarra acustica con corde di nylon che potesse accogliere comodamente chi arriva dall’elettrica, un manico così generoso sembra andare in controtendenza. Largo e piatto, con le corde ben distanziate. Molto più simile a quello di una chitarra classica tradizionale. Abbiamo avuto sulle prime qualche difficoltà a muoverci, visto che per poter raggiungere tutta la superficie della tastiera bisogna tenere il pollice a circa la metà del retro del manico. Una posizione magari molto cara agli shredder meno ai chitarristi rock blues. Presa la giusta confidenza con il manicone tutto è poi in discesa. Abbiamo però sotto le dita delle corde in nylon. Il suono che dobbiamo aspettarci è quindi rotondo, morbido, non sferragliante e brillante come quello di una Dreadnought. La cassa ha dimensioni sufficienti per garantire un buon volume, ma, complice probabilmente la poca profondità, i bassi non sono così potenti. Una chitarra con un po’ d’animo gipsy però non si fa di questi problemi, pronta a essere strapazzata a suon di plettrate. Questo unplugged, ma quando inseriamo il jack la situazione un po’ cambia. Purtroppo non vira in meglio. Il suono flat è inscatolato. Bisogna scavare un po’ i medi e limitare l’uso del piezo che con le corde in nylon non s’accompagna proprio alla grande. Utilizzando il microfono invece si riottiene tutta la morbidezza e la rotondità delle corde in nylon che credevamo perduta.
In definitiva la Mia Nylon è un po’ la pecora nera del gruppo. Quella più ardita, sia nelle forme che nelle caratteristiche tecniche. Un ibrido tutto sommato ben riuscito, ma che presenta soprattutto dal punto di vista dell’amplificazione margini di miglioramento. Siamo sicuri però che l’aspetto vagamente gipsy potrà stregare molte persone in cerca di una chitarra con le corde in nylon che però non ricordi subito una Alhambra 5P ma che abbia una spiccata personalità.