Se da una parte l'analogico promette massima attenzione per il suono, dall'altra il digitale spinge su una versatilità di gran lunga maggiore. Un amplificatore come lo Hughes & Kettner Grandmeister 36, analogico nel suono ma programmabile a piacimento, sembra la soluzione definitiva, ma le cose potrebbero essere più complesse di quanto sembrino.
Dato le scarse informazioni sul reale utilizzo degli amplificatori valvolari programmabili, dalla mia esperienza in merito ho deciso di fare un po' di chiarezza per chi non ha le idee chiare su questa tipologia di prodotti.
In questo articolo userò come riferimento l'amplificatore programmabile Hughes & Kettner Grandmeister 36. È inutile ripetere le sue caratteristiche, è ampiamente esaustivo.
Tranne alcune speciali funzioni legate a questo modello, le informazioni di utilizzo che fornirò possono essere estese a tutti i più diffusi amplificatori programmabili.
Il fine di questo articolo è andare oltre alle dettagliate recensioni sul prodotto, per soffermarsi sull'utilizzo reale in casa, sala prove, live.
ProgrammabilitàAvete presente i rack anni '80 con i classici tre moduli "finale-pre-effetti" e pedaliera MIDI? Ecco, il GM36 si utilizza proprio come un rack. È più semplice perché è come se avesse queste tre unità fuse insieme e raccoglie tutto quello che ci serve per il suo settaggio in un unico pannello di controllo frontale.
Dato che il GM36 è simile a un rack, porta con sé pregi e difetti delle unità rack. Il problema più significativo è quello della programmazione, che su carta sembra tutto facile e veloce ma in realtà non è come girare due potenziomentri di un classico amplificatore valvolare con pedalini annessi.
Supponiamo di avere cinque o più banchi con quattro preset salvati per ogni banco. Arrivi in un locale e noti che l'acustica genera molto eco, dunque devi rivedere il livello di delay\reverb integrato dei preset. Cosa fai? Devi fare venti o più salvataggi per risettare l'effetto/i (facendo anche attenzione di non schiacciare il preset sbagliato e brasare tutto), cosa che avresti fatto una volta sola con un semplice pedalino.
Stessa cosa per i livelli dei volumi fra Clean e Rhythm: bisogna cercare di farli bene fin da subito altrimenti, se hai tanti preset salvati, non ti passa più.
Non dimentichiamoci che possiamo programmare anche tutto da tablet, fare backup dei preset e crearne di nuovi. Di primo acchitto sembra tutto bello e futuristico, ma poi ti ritrovi a girare manopole e schiacciare tasti virtuali con la solità difficoltà nell'utilizzo della tecnologia touch. Alla fine vi stuferete e passerete direttamente in manuale.
WattaggioSicuramente tutti quanti avrete sentito la classica domanda: ma 30/36W bastano? A mio parere assolutamente sì.
Stiamo parlando di 36W in RMS. Di norma suoniamo microfonati e con presenza di monitor, un 36W è più che sufficente per casa/sala prove/live anche all'aperto, ma è anche vero che non avrete mai lo schiaffo di un 100W.
Canali e suoni H&KDato che ho avuto una testata progrmmabile H&K Switchblade 100W e un combo H&K Switchblade TSC 50W, ho parecchia esperienza sui suoni degli amplificatori programmabili H&K.
Il GM36 è praticamente la naturale evoluzione delo H&K Switchblade, il suono dei canali è spudoratamente simile.
Sul Clean non ho nulla da dire: è un Clean nella norma. Dalla sezione dei distorti si comincia a sentire la natura del Kettner: tutti i canali distorti Crunch/Lead/Ultra sono di base molto cupi. Infatti, tirare fuori un bel suono appagante non è così facile. Bisogna smanettare parecchio sui potenziomentri.
Generalmente, se non si fa death metal o simili, il canale Ultra a mio avviso è da usare con molta moderazione. Se devo essere sincero, è un canale veramente finto. È così carico e saturo che sembra che l'amplificatore valvolare si trasformi in un POD con preset Insane. Vi sfido a bucare il mix con un suono del genere!
Io personalmente non l'ho mai utilizzato, neanche con lo Switchblade.
Caratteristiche particolariHughes & Kettner ha arricchito il Grandmeister 36 con alcune feature, sia legate alla natura programmabile dell'amplificatore, sia fondate nella tradizione della casa.
- Red Box
l'H&K GM36 ha integrato l'emulatore di cabinet Red Box. Non è un accessorio che dovete comprare. Questo lo dico perché non è proprio specificato bene. Uscite dal Cannon ed entrate nel mixer o in una scheda audio, e non aspettatevi il suono identico al vostro preset.
- Switch wattaggio
Nel retro, il GM36 offre la possibilità di cambiare il wattaggio dell'ampli, dunque se suonate a casa lo potete settare a 1W. Però c'è una bella fregatura: il settaggio dei watt è salvato su ogni preset! Ciò implica che, nel caso canonico di quattro preset Rhythm-Clean-Lead-Crunch, se imposto manualmente Rhythm a un watt, quando passerò a un altro preset l'amplificatore tornerà a 36W tirandovi giù i muri di casa. Esperienza personale.
Tutto questo perché il wattaggio è legato al preset, dunque programmabile. Se volete suonare i vostri quattro preset a un watt dovete salvarli tutti a quella potenza e poi tornare alla configurazione 36W. Per questa operazione è più semplice utilizzare il tablet, perché hai accesso allo switch dei watt direttamente nell'applicazione senza operare dietro l'ampli.
- Tablet e App
Il GM36 può essere collegato a un tablet Apple o Android. Dalla sua applicazione potrete gestire tutti i preset e avere accesso ai settaggi anche posteriori dell'ampli, come il wattagio.
Vi ricordo che per collegare il GM36 al tablet dovete comprare un adattatore iRig. Consiglio vivamente la versione 2, perché la versione 1 è composta da un unico blocco che, con l'iPad in posizione verticale, tende a scivolare sotto il peso del dispositivo e lo disconnette.
- Pedaliera MIDI
La pedaliera ufficiale (non inclusa) dell'H&K GM36 è la FSM 432 MK III. È una normale pedaliera MIDI, ma ha delle funzionalità interessanti.
Dispone di un cavo MIDI a sette pin, dunque viene automaticamente alimentata dall'ampli.
Potete utilizzarla in modalità stombox (dunque abilitare/disabilitare settaggi).
Cambio preset diretto al cambio banco.
- Trasportabilità
Penso che questo sia indubbiamente il suo punto forte: 7Kg contro il classico peso di circa 20Kg di una 100w.
Poco ingombro e facile da trasportare. Potete portarlo alle prove e collegarlo alla 4X12 che di solito trovate in sala prove. Per il settaggio degli effetti/suoni, vale la stessa cosa che ho scritto prima per la situazione live: se i suoni non vanno bene, devi riprogrammare tutto.
Per concludere, penso che un amplificatore programmabile sia veramente necessario a chi ha assolutamente bisogno di suoni diversi, svariati puliti con effetti miscelati, distorsioni con gain ed equalizzazione particolari.
Se alla fine utilizzate il classico suono Rhythm-Clean-Lead-Crunch e qualche effetto, state lontani dagli amplificatori programmabili. Se vi stuzzica il poco peso prendete un amplificatore a basso wattagio non programmabile.
Pro- trasportabilità
- programmabilità
- red box
- effetti (chorus, delay, reverb, flanger, tremolo bastano e avanzano per creare bellissimi preset per svariati generi musicali)
- design (bello e moderno, in contesto live l'illuminazione blu con le valvole a vista è uno spettacolo)
Contro- modifica preset (se hai tanti preset con suoni diversi se devi ricalibrare suoni ed effetti la cosa si fa lunga)
- switch watt legati al preset
- canale Ultra dal sapore digitale.