Ciò che si cela sotto il battipenna è uno dei motivi per cui la Stratocaster è continuamente oggetto di customizzazioni e variazioni sul tema. I pickup, i collegamenti e i componenti elettronici che costituiscono il cablaggio interno meritano un approfondimento.
Ciò che si cela sotto il battipenna è uno dei motivi per cui la Stratocaster è continuamente oggetto di customizzazioni e variazioni sul tema. I pickup, i collegamenti e i componenti elettronici che costituiscono il cablaggio interno meritano un approfondimento.
Solo sull’argomento "pickup" ci sarebbe da scrivere un libro a parte. Ovviamente non è ciò che faremo in questa sede. Cercheremo invece di dare le informazioni essenziali in maniera più sintetica possibile. Possiamo trovare, di base, Stratocaster con le più disparate configurazioni: la classica SSS, la alternativa seppure classica HSS, la tipica Ibanez HSH o addirittura Stratocaster con configurazioni HH. Certo è che la configurazione SSS è quella più diffusa, tradizionale e probabilmente più gettonata. È per questo che ci soffermeremo in particolare su questa configurazione.
Questo arrangiamento (tre single coil) offre normalmente il tipico suono della Stratocaster così come lo conosciamo. Abbinato a uno switch a cinque posizioni avremo nelle posizioni intermedie, nella maggior parte dei casi, un effetto tipo humbucker nel quale l'hum viene eliminato. Genericamente i pickup tipici della Strat risultano piuttosto rumorosi, non quanto un P90, ma in ogni caso non silenziosi quanto un humbucker. È per questo che Fender s’inventò, negli anni ’80, i pickup Noiseless: dei particolari single coil che non avessero il tipico ronzio che caratterizza proprio le piastre a singola bobina. È pure vero però che i pickup Fender Noiseless N3 risultano genericamente molto più squillanti di un pickup classico da Statocaster, e prima di affermare che abbiano il suono di un single coil da Strat ci penserei una decina di volte. Possiamo inoltre, genericamente, trovarvi pickup attivi piuttosto che i più classici passivi, pickup ceramici (probabilmente sulle chitarre più economiche), con magneti in Alnico III o V o addirittura in Neodimio.
L'Alnico è la lega più diffusa al mondo che compone i magneti permanenti dei pickup per chitarra elettrica. Questa è composta da Alluminio, Nickel e Cobalto. Il numero che troviamo di fianco a nome Alnico è l'identificazione di una sorta di ricetta che caratterizza la forza dell'attrazione magnetica del pickup. Più probabilmente i magneti dei pickup per Stratocaster saranno in Alnico III o V. Questa lega dona un suono tipicamente vintage. L'Alnico V è sicuramente il più diffuso e tra le ricette di composizione è quella che offre un l'output maggiore. L'Alnico III, che personalmente preferisco nei pickup da Stratocaster, è quello invece che ha output effettivo minore.
Ciò però non implica che i pickup fabbricati con magneti di Alnico III siano poco aggressivi o comunque “spompi”, anzi: provare per credere.
I pickup ceramici, diffusi sulle chitarre più economiche e sulle chitarre che vogliono avere un suono particolarmente aggressivo, hanno appunto magneti ferroceramici. Offrono, come accennato, un suono dal grande output e particolarmente violento. Non ho mai sperimentato i pickup in neodimio, sinceramente. Conoscendo però la forza di questi magneti immagino debbano avere un output a dir poco estremo e un suono particolarmente limpido e netto. Se qualcuno di voi ha fatto l'esperienza sarei veramente felice di conoscere le sensazioni che ne sono scaturite. Personalmente non mi alletta particolarmente l'utilizzo dei geomag al posto dei magneti dei miei pickup.
Per coloro che amano l'humbucker, ma non vogliono modificare pesantemente la loro Stratocaster per alloggiarne uno o più, esistono tante case produttrici che fabbricano mini humbucker di diversi tipi. Questi sono degli humbucker a tutti gli effetti ma hanno dimensioni più contenute. Tra le più svariate vi è anche il classico formato “Strat single coil”.
Tra le marche di pickup che personalmente più amo vi sono Lollar e Fralin come l'eccellenza assoluta nel pickup e Tonerider e Tesla come pickup a basso costo ma veramente di tutto rispetto. Per quanto mi riguarda, non apprezzo particolarmente i Seymour Duncan in quanto, sebbene innegabilmente di ottima qualità, non stupiscono mai abbastanza per giustificare l'alone mistico di eccellenza che tanto li circonda.
Wiring e condensatore La Stratocaster offre un selettore normalmente a cinque posizioni dove, partendo dall'alto, abbiamo: pickup al manico, pickup al manico e centrale combinati normalmente con effetto humbucker, pickup centrale, pickup centrale e ponte combinati normalmente con effetto humbucker, pickup al ponte. Abbiamo inoltre un tono per il pickup al manico, un tono per il pickup centrale entrambi cablati su un solo condensatore e un volume generale. Esistono infinite varianti di questa configurazione alla quale potremmo aggiungere inversore di fase, switch serie/parallelo, potremmo montarci un selettore a tre posizioni come nelle Strat vintage, potremmo variare il condensatore a piacimento, potremmo aggiungere una treble bleed mod
, si può cablare uno dei toni in modo che funzioni anche nella posizione ponte. Su alcune Stratocaster abbiamo uno switch che Fender ha chiamato “S1”. Questo apparentemente miracoloso switch non fa altro che attivare cinque posizioni alternative sul selettore. Per esempio in una posizione avremo tutti e tre i pickup insieme e in un'altra avremo il pickup centrale con un condensatore fisso. Insomma ce ne sono per tutti i gusti, anche se personalmente preferisco la configurazione originale.
Voglio spendere due parole sul condensatore. Molto si è parlato del componente più piccolo della chitarra. Molti spendono fior di quattrini per acquistare fantomatici condensatori carta/olio tipo vintage miracolosi, che non ho di preciso capito per quale formula magica dovrebbero portare dei benefici al suono generale della chitarra.
Personalmente ho verificato che è vero che un condensatore scarso come quelli di fabbrica, che in genere sono Greenies in poliestere o tipo Panasonic in polipropilene metallizzato, hanno un suono povero, poco convincente e soprattutto sono in genere del valore sbagliato.
C'è anche da dire però che l'effetto lo si percepisce di più quando si opera il potenziometro del tono. La differenza a tono aperto è quasi impercettibile ai più e consta, più che nel timbro della chitarra, in una variazione della risposta. Del carattere, ecco. Ma questo si percepisce molto difficilmente anche quando si è da soli in una stanza in silenzio. Dubito fortemente che qualunque essere umano possa percepire questa sottilissima variazione a tono aperto nel pieno degli strumenti magari di un gruppo. È comunque cosa buona e giusta sostituire, a mio avviso, il condensatore di fabbrica in quanto come già detto, se non se ne vuole criticare il fatto che sia di qualità scarsa, è probabilmente del valore sbagliato. Normalmente i condensatori che vengono montati in fabbrica sono del valore di .022 uF o .047 uF. Su una Stratocaster, tradizionalmente, va montato un condensatore da .1 uF. È una modifica che conviene fare in quanto, seppur la differenza a toni aperti può essere quasi impercettibile, quando andremo a operare sui toni avremo una variazione più convincente e piacevole che ci invoglierà magari a giocare di più con le due manopoline in questione piuttosto che lasciarle ciecamente sempre aperte. Inoltre è una modifica veramente indolore che, quando effettuata con intelligenza, costa veramente pochissimi soldi.
La scelta della tipologia di condensatore è del tutto personale. Per quanto mi riguarda penso che ogni chitarra risponda diversamente. Per questo normalmente mi munisco di cavetti a coccodrillo e faccio diversi esperimenti con diverse tipologie di condensatori.
Certo è che finisco sempre per montare i classici condensatori ceramici a lenticchia. Quelli che monto io a dire il vero sono più lenticchioni perché, per avere un miglior isolamento mi piace montare condensatori con voltaggi molto generosi, anche se non sarebbe strettamente necessario.
Un'altra certezza è che quelli che preferisco di meno sono proprio i tanto osannati carta/olio. A mio avviso hanno una risposta troppo decisa e snaturante, almeno sulla Stratocaster. Probabilmente andrebbero bene per un musicista che chiudendo i toni cerca un suono tipo jazz perché comprimono molto e molto violentemente.
Un altro tipo di condensatore che mi ha sempre sorpreso è il classico Tropical Fish che ha una risposta, a mio avviso, simile a un wah.
Poi ci sono gli ultracelebrati Orange Drop che suonano molto simili ai carta/olio e per questo non mi piacciono troppo, anche se sono leggermente più espressivi e meno estremi di questi ultimi.
Condensatori ne esistono a centinaia di tipi e, quando venduti onestamente, costano veramente poco. Sperimentare per trovare una migliore risposta dal tono della propria chitarra costa veramente poco e poco lavoro. Come già accennato, il mio consiglio è di piazzare un paio di alligator clip e provare fino a che non si trova il condensatore che, per qualche motivo, le nostre orecchie ci comunicano come migliore.
Nelle Stratocaster di fabbrica, solitamente la qualità degli altri componenti elettronici è più che accettabile. Diciamo comunque che quando mi capita di dover fare questo tipo di elettronica scelgo sempre potenziometri CTS (che normalmente sono già montati sulle Fender di fabbrica), selettore CRL (anche se pure il Fender non è male), jack Switchcraft e cavi telati vintage non troppo spessi.