di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 07 novembre 2014 ore 08:00
Siamo andati a trovare una vecchia conoscenza di Accordo, Ariberto Osio, ottimo chitarrista e come potrete scoprire, anche collezionista di chitarre National. Abbiamo deciso quindi assieme a lui di compiere un viaggio attraverso il mondo delle chitarre resofoniche analizzandone tecniche costruttive e materiali.
Siamo andati a trovare una vecchia conoscenza di Accordo, Ariberto Osio, ottimo chitarrista e come potrete scoprire, anche collezionista di chitarre National. Abbiamo deciso quindi assieme a lui di compiere un viaggio attraverso il mondo delle chitarre resofoniche analizzandone tecniche costruttive e materiali.
La chitarra resofonica nasce grazie alla necessità dei chitarristi delle zone rurali americane, spesso e volentieri sprovviste di corrente, di avere un volume sufficiente a contrastare quello di una ensemble di fiati. Un semplice bisogno ha portato allo sviluppo di uno strumento nuovo, completamente diverso rispetto alle tradizionali chitarre e che nel tempo si è evoluto segnando a fuoco la storia del blues.
Il principio su cui si basano le chitarre resofoniche è molto semplice. Le corde insistono su un ponte che a sua volta trasmette le vibrazioni a uno o più coni che amplificano il suono aiutati dalla cassa di risonanza. Questo, come in un vero e proprio amplificatore, permette allo strumento di avere un volume davvero esagerato che mai si potrebbe ottenere con una chitarra acustica. Oltre al volume però le resofoniche e appunto le National, hanno un timbro particolare e caratteristico che di base è comune a tutti i modelli anche se con significative differenze che vedremo man mano nel corso degli appuntamenti con Ariberto.
Quello di oggi è solo un incontro preliminare, nelle prossime settimane affronteremo tutti i dettagli di questi magnifici strumenti. Dai materiali di costruzione passeremo alle tipologie, passando per i sistemi di amplificazione e il montaggio delle corde.
Prima di lasciarvi al primo video di Ariberto però due parole sullo splendido strumento che imbraccia. Tra le mani del chitarrista capellone c’è una Tricone. Per quanto l’aspetto possa sembrare moderno in realtà è il primo modello che è stato prodotto dalla National. Il nome ne tradisce la natura. Al suo interno infatti trovano posto tre diversi coni, ognuno dedicato a un range di frequenze. Vedremo poi nel dettaglio quali siano i pregi e i difetti di questo sistema, vi basti sapere per il momento che il volume sviluppato da questo pezzo di metallo con sei corde è davvero devastante.