di alberto biraghi [user #3] - pubblicato il 14 febbraio 2015 ore 07:30
La regolazione del manico è un intervento che ogni chitarrista deve saper fare. Solo lui sa come vuole la sua chitarra, nessun liutaio, per quanto bravo, può entrare nelle mani altrui. L'accesso al truss rod è in genere agevole. Fanno eccezione le Fender Stratocaster a quattro viti in stile vintage, per le quali serve un po' di lavoro extra.
La regolazione del manico è un intervento che ogni chitarrista deve saper fare. Solo lui sa come vuole la sua chitarra, nessun liutaio, per quanto bravo, può entrare nelle mani altrui. L'accesso al truss rod è in genere agevole. Fanno eccezione le Fender Stratocaster a quattro viti in stile vintage, per le quali serve un po' di lavoro extra.
Leo Fender ebbe varie idee geniali quando progettò la sua Broadcaster (poi diventata "no-Caster" e finalmente Telecaster): il manico avvitato - quindi sostituibile con facilità - è la più evidente, ma ce ne sono varie altre. Una in particolare viene sottovalutata, ma fa la differenza ed è la configurazione del battipenna, che può essere rimosso togliendo poche viti, consentendo un facile accesso all'elettronica e al truss rod.
Per regolare il manico di una vecchia Telecaster uno non ha che da togliere il battipenna, inserire il suo cacciavitone nei tagli del dado e agire in conseguenza. La pacchia finì presto, perché la struttura della Stratocaster si basò su un'elettronica tutta montata sul battipenna, il quale non può dunque essere rimosso se non togliendo le corde (e comunque resta appeso al jack). Il risultato è una notevole difficoltà di regolazione del manico, che all'epoca veniva risolta scavando inguardabili incavi su battipenna, in corrispondenza della vite del truss rod, a volte fatti con un po' di pulizia, altre andando al massacro col cacciavite. Ma noi non siamo cannibali, quindi un paio di volte l'anno (all'accensione e allo spegnimento dei caloriferi, ovvero quando cambia l'umidità media) dedichiamo un po' di tempo alla regolazione della Stratocaster. Se è un modello recente basta infilare la brugola nel foro sulla paletta, se è una vintage o vintage-style serve un po' di lavoro in più per fare le cose bene.
A un certo punto ci si accorge che l'azione è troppo alta oppure, al contrario, che le corde friggono. Nel primo caso il manico deve essere tirato, nel secondo allentato. Vi passo il mio metodo, empirico finché si vuole, ma che per me funziona da vari decenni.
In genere le variazioni climatiche - se non estreme, ma non è il caso di tenere una chitarra in un ambiente troppo umido o troppo secco - hanno un'influenza ridotta sulla curvatura del manico, tanto da richiedere un quarto o mezzo giro al massimo per correggerlo. Per prima cosa si verifica la situazione imbracciando la chitarra da seduti, premendo il Mi basso al primo tasto, osservando da vicino il fianco della tastiera e premendo anche al quindicesimo tasto con la mano destra. Se il manico ha troppo "relief" (concavità) al centro, la luce che filtra tra la corda e i fret dal quinto all'ottavo sarà evidente. In questa condizione in genere serve mezzo giro a stringere (senso orario). Se la luce è solo sui tasti centrali basta 1/4 di giro o anche nulla (a gusto personale). Se invece il manico è convesso, premendo al quindicesimo tasto la corda tenderà ad appoggiarsi sui primi tasti prima di appoggiare al quindicesimo. Se la corda appoggia subito, dal secondo o terzo tasto, bisogna mollare (senso antiorario) di mezzo giro, se poggia più avanti di un quarto. Il nulla non si pone, un minimo di "relief" ci vuole.
Individuata quantità e senso della regolazione, si procede. Serve un capotasto mobile, che si colloca al primo tasto, avendo cura di non stringerlo troppo, solo quanto basta perché le corde restino al loro posto. Si smollano le corde in modo che siano molto lasche (il capotasto dovrebbe tenerle a posto). Si poggia la chitarra a faccia in giù su un tavolo coperto da un panno spesso, coperta o che e si tolgono le quattro viti e la piastra. Si capovolge la chitarra tenendo forte all'innesto manico-corpo perché il manico non esca e la si appoggia a faccia in su. Si toglie il manico con delicatezza. Se fa molta resistenza si fanno piccoli movimenti su e giù afferrando nella zona del capotasto, per tenerlo ed evitare sia che le corde vadano in giro, sia di dare colpi e magari staccare la vernice. Quando il manico sta per uscire si fa attenzione a presenza e posizione di eventuali spessori, perché andranno rimessi al loro posto. Tolto il manico, badando che le corde non vadano a spasso, si gira la vite del truss rod nel verso e per la quantità stabilita (mai oltre mezzo giro senza aver riverificato a corde tese). Si rimette il manico al suo posto, posizionando gli eventuali spessori. Tenendolo ben fermo nella zona di unione al corpo, si rimette la chitarra a faccia in giù. Si schiaccia bene nella zona dell'unione perché si assesti correttamente, si rimettono la piastra e le quattro viti, senza stringerle. Si stringono le viti in croce, facendo attenzione a non eccedere strappando il legno. Si tirano le corde perché prendano la tensione sufficiente a restare in posizione. Si solleva la chitarra, si leva il capotasto, si verifica che le corde siano al loro posto sia sulle sellette del ponte, sia nei solchi al capotasto. Si accorda. Si stirano le corde con gentilezza. Si riaccorda. Si suona. Si accorda. Si suona. Il giorno dopo si verifica ed eventualmente si ritocca l'altezza del ponte. Se si è raggiunta una condizione soddisfacente, il gioco è fatto. Se ancora la curvatura è eccessiva si ripete l'operazione.
Se dopo due interventi e un giro completo la situazione è ancora insoddisfacente, è il momento di consultare il liutaio.