di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 13 febbraio 2015 ore 08:00
Abbiamo strapazzato un po’ la Larrivée D03, dreadnought semplice e quasi spartana. Un concentrato di buoni materiali e una raffinata costruzione, due caratteristiche fondamentali per la riuscita di una chitarra acustica.
Abbiamo strapazzato un po’ la Larrivée D03, dreadnought semplice e quasi spartana. Un concentrato di buoni materiali e una raffinata costruzione, due caratteristiche fondamentali per la riuscita di una chitarra acustica.
Arrivata direttamente dal Canada è finita nelle nostre mani nell’acoustic room di Lucky Music dove abbiamo testato assieme a Paolo Antoniazzi un bel po’ di chitarre da sbavo tra cui, appunto, la D03. Un’acustica non certo top di gamma, ma realizzata con materiali e cura tali da non essere nemmeno considerata una entry level.
Le forme sono quelle classiche e generose di una dreadnought e i materiali sono altrettanto standard. Fasce e fondo sono in mogano massello così come il manico, realizzato in un solo pezzo. Per la tavola, dal nord America non poteva che arrivare un bel pezzo di abete Sitka. Lo stesso materiale è stato scelto per il Symmetrical Parabolic X-Bracing che sostiene il piano armonico, rendendolo resistente e sonoro allo stesso tempo. La vernice con finitura opaca non rende sufficiente giustizia al binding in acero di classe ma lascia risaltare il bel ponte intagliato nell’ebano africano come la tastiera a 20 tasti. Completano l’outfit un set di meccaniche con ratio di 18:1 stabili, precise e un osso in TusQ della Graphtec. A questi si aggiungono la rosetta e il battipenna ben integrati nel look per nulla vistoso della Canadese.
La D03 è uno strumento moderno, lo si intuisce non solo dall’attacco del manico al 14esimo tasto ma anche dal suo profilo sottile e arrotondato. Unito al radius piatto e ai frets ben sagomati permette di tenere una action bassa anche con corde relativamente sottili, come quelle montate sullo strumento in prova. Il peso dello strumento non è contenuto, in braccio la si sente e le dimensioni invadenti si fanno spazio tra le braccia. Il manico super comodo però compensa il tutto regalando un’ottima sensazione di familiarità.
Il feeling si instaura subito grazie anche alla morbidezza con cui le corde si lasciano premere. Nonostante abbiamo tra le mani una chitarra curvy, il volume che ci investe fin dalle prime pennate non è esagerato così come non lo sono le basse. In generale il suono non dà l’impressione di essere sbilanciato, ma ci saremmo aspettati meno potenza sui cantini che invece sferragliano indisturbati. L’unione tra i legni selezionati e un progetto ben rodato regalano alla D03 un timbro caldo, non estremamente corposo, mancanza colmata dall'aggressività sulle medio alte, un toccasana per emergere tra gli altri componenti della band.
Un’acustica in massello, curata nei dettagli, realizzata in maniera quasi impeccabile e con un prezzo adeguato. Per portarsi a casa la Larrivée D03 servono circa 1200 euro, 1500 per la versione elettrificata con LR Baggs. Come dicevamo all’inizio della recensione la dreadnought canadese è una delle entry level del marchio, non un entry level in senso stretto, anzi è uno strumento che strizza l’occhio ai professionisti o a chi vuole concedersi un’acustica di tutto rispetto.