L'epoca conosciuta come "lawsuit" ha sfornato strumenti di qualità eccezionale tutt'ora reperibili a prezzi appetibili. Così è possibile mettere le mani su un'ottima copia Les Paul marchiata Tokai o, come in questo caso, una impressionante Ibanez Silver Series d'estrazione Stratocaster.
Un paio di anni fa ho acquistato una chitarra facendola arrivare dall’America. Si tratta di una Ibanez Silver Series del 1978, modello copia lawsuite della Stratocaster che per me è stata una vera e propria sorpresa.
Fui incuriosito da questo strumento nel leggere, su vari forum stranieri, una serie infinita di pareri positivi i quali si spingevano fino al paragone con la qualità delle Fender Custom Shop. Nonostante qualche difficoltà a trovarla a un prezzo accettabile per un acquisto a distanza, con tutte le remore e i dubbi nel fare arrivare uno strumento senza poterlo provare, mi sono armato di coraggio e ho azzardato un salto nel buio per la cifra di 350 dollari più le spese di importazione e spedizione.
Premetto di avere una certa conoscenza degli strumenti del periodo 1970-1980 e credo che, nonostante una certa discontinuità nella produzione, in genere si tratti di ottime alternative alle solite sopravvalutate marche storiche. Chitarre come Greco, Tokai, Fernandes, Aria, Bacchus, Burny, Luxor, Kasuga e Vantage possono davvero reggere molto bene qualsiasi paragone.
Tornando all'Ibanez, dopo una decina di giorni arriva l’agognato pacco.
La tiro fuori dall'imballo con una certa predisposizione al pensiero ipercritico, per cercare di non farmi traviare dalla speranza di aver scoperto l'oro al prezzo del piombo.
La forma è praticamente identica alle Stratocaster di fine anni '70, solo che: il peso è contenuto, la verniciatura è priva di crepe e scolorimenti significativi nonostante sia molto vissuta, la profilatura tra manico e body è di precisione chirurgica, è bilanciata e l’action è praticamente rasoterra.
Il manico in acero ha una venatura splendida ed è dritto come una freccia. I tasti sono originali, abbastanza appiattiti ma senza solchi. La chitarra è stata sicuramente usata molto, ma probabilmente con una certa attenzione.
L'attacco all’ampli, un Marshall Silver Jubilee 2553.
Dalle prime note rimango folgorato dalla tastiera. Nonostante l'action sia bassissima, la chitarra non frigge in nessuna zona, le corde si suonano con una morbidezza indescrivibile e l’intonazione è perfetta. Le mani suonano da sole e riesce tutto molto più facile e immediato.
Quasi non ci credevo, con una spesa complessiva di soli 500 Euro, stavo suonando uno strumento mostruoso. Penso mi sia scesa una lacrimuccia: amore puro e per sempre!
Il suono è davvero buono, classico crunch anni '70 al manico e al centrale, forse poco aggressivo nel pickup al ponte per i miei gusti. Il problema è stato risolto montando un Duncan JB Junior.
Devo dare perfettamente ragione ai "folli" che, sui forum da me letti prima dell’acquisto, la paragonavano a una buona Fender. Ho avuto quattro Custom Shop nella mia vita, una 1960 Relic Matching Headstock, una David Gilmour, una Master Design LTD John English 1959 e una (unica che possiedo ancora) Greg Fessler Masterbuilt 64 Sparkle Gold LTD, e vi assicuro che l’Ibanez Silver Series, la piccola giapponesina pagata come una Fender Messico usata, si difende al confronto.
Capisco perfettamente perché Fender e Gibson hanno intrapreso una causa negli anni '80 contro le copie made in Japan: molte erano nettamente superiori, curate e costruite probabilmente con i valori che contraddistinguono le produzioni giapponesi, ovvero l’onore dato dall'essere parte della creazione di un prodotto ottimo.
ndr: foto d'archivio reperite online.