di redazione [user #116] - pubblicato il 11 marzo 2015 ore 11:00
Qualche tempo fa Micki Piperno ha arrangiato privatamente in chiave acustica, a metà tra il chord melody e il fingerpicking moderno, "Quando" di Pino Daniele. Ora, tempo dopo la scomparsa dell'artista, Micki ha deciso di condividere la sua versione col mondo.
Qualche tempo fa Micki Piperno ha arrangiato privatamente in chiave acustica, a metà tra il chord melody e il fingerpicking moderno, "Quando" di Pino Daniele. Ora, tempo dopo la scomparsa dell'artista, Micki ha deciso di condividere la sua versione col mondo.
Micki Piperno ci ha raccontato di aver registrato, in tempi non sospetti, un arrangiamento acustico di "Quando" di Pino Daniele. L'intenzione era di farlo ascoltare a Pino tramite un amico comune, ma poi lo scorso gennaio è arrivata la notizia che ha scosso il mondo della musica. Dopo aver atteso alcuni mesi per rispettare la memoria del musicista e dell'uomo, Micki ha deciso di pubblicare il video che aveva girato nel novembre 2014. Lo ha condiviso con noi, e abbiamo voluto cogliere l'occasione per parlare di Pino, ma anche e soprattutto di musica.
Redazione: Pino Daniele ha avuto un ruolo importante nella formazione di molti musicisti italiani, anche lontani dal suo stile. Quale è stato il tuo primo contatto con la sua arte e in che modo ritieni abbia influenzato la tua musica? Micki Piperno:Io ho iniziato la mia avventura sulla chitarra da piccolissimo affiancando gli studi classici a un amore viscerale per Il Blues, che ho suonato tantissimo in molti dei migliori club italiani. Credo che la sintesi di questi due mondi della musica possa ben rappresentarsi con il nostro blues, quindi nel profondo e spontaneo messaggio musicale e trasversale di Pino. Ho sempre amato Napoli ed i napoletani. Avendo frequentato il Conservatorio di Napoli e suonato tanto Blues, ho avuto modi di respirarne per un po’ l'aria unica di un luogo magico e pieno di contraddizioni, ma anche di amore e contaminazione. Mi sono fatto molti amici in quella che reputo la terra più carica di suggestioni ed emozioni del nostro Paese. Di Pino Daniele, ho una grandissima considerazione e stima sia dal punto di vista umano sia musicale: è stato il primo a filtrare il suono jazz e fusion alla George Benson degli anni '70/'80 con la canzone italiana e a portare quest'ultima a una forma metrico-strutturale del tutto nuova rispetto al passato. Tornando alla domanda, la prima esperienza che ricordo con la sua musica risale agli anni ‘80 quando avevo un gruppo blues con alla voce il mio caro amico e regista Massimiliano Bruno, per cui ho realizzato un brano dell'ultimo film "Confusi e Felici". Suonavamo in piccoli club brani come "Nun me scuccià", "A me me piace ‘o Blues" e altri successi dell'epoca.
R: Le tue lezioni su Accordo toccano spesso il tema della trasversalità tra chitarra elettrica e acustica, l'uso di tecniche nate su uno strumento che possono essere portate anche sull'altro. In questo arrangiamento di "Quando", sapresti segnalare dei punti da cui sia gli acustici sia gli elettrici potrebbero trarre vantaggio per ampliare il proprio bagaglio espressivo? MP:Questa è una bella domanda a cui mi fa particolarmente piacere rispondere. L'arrangiamento in questione, di un pezzo che trovo dal punto di vista melodico e armonico geniale, è concepito utilizzando una tecnica di armonizzazione del tema veramente trasversale tra il chord melody, di area più jazzistica, e il mondo del moderno fingerstyle. Credo fosse doveroso, essendo dedicato a Pino, che si citasse sottilmente il mondo del jazz in quelle sospensioni dell'armonia tra il suono del Maj7 dell'introduzione e il gioco con la tensione della quinta diminuita, quasi a narrare un momento di transizione e di passaggio tra il mondo terreno e quello della musica. Nel passaggio tra la strofa e il B ho usato una tecnica di harpstyle, che stiamo studiando con i lettori della rubrica didattica in queste ultime settimane e che sicuramente è adatta a entrambe le tipologie di chitarra. Anche la scelta degli accordi dell’arrangiamento utilizza voicing comuni a tanti brani di chitarra jazz e finger style, inoltre ho doverosamente aggiunto nell'arrangiamento un piccolo solo dove mi dono mosso tra fraseggi jazz e fingerstyle, cercando a mio modo di restituire alla canzone il clima a cui credo avesse pensato Pino Daniele.
R: Il 19 aprile ti vedremo sul palco della Sarzana Live Music Academy. Dai qualche consiglio a chi vorrebbe partecipare facendosi trovare preparato sui temi che tratterai per non perdersi nulla della clinic? MP:Sono contentissimo di tenere questo altro appuntamento dedicato alla didattica della chitarra acustica a cui sto riservando molto tempo nell'ottica di trovarne un metodo serio e propedeutico, ricco di quei contenuti tecnici e armonici necessari a conoscere profondamente il senso e l’origine di questa specificità per non snaturarla. Ricordo sempre che i chitarristi folk e i grandi bluesman acustici della tradizione non imparavano solo brani a memoria, ma anzi li scrivevano ed erano soliti improvvisare nelle composizioni. Quindi nelle masterclass e nei seminari didattici è importante dare ai ragazzi, in poche ore, un'inquadratura generale delle tecniche tradizionali e degli argomenti importanti su cui lavorare per divenire dei buoni chitarristi fingerstyle. Per rendere il lavoro più semplice e ordinato consegno loro un libretto di una quindicina di pagine con il programma della masterclass e gli argomenti base, tra cui la postura, le aree del cervello deputate al controllo delle due mani, gli arpeggi, le tecniche di basso alternato e le tecniche di percussione. Chiaramente suonerò loro anche tanti esempi e qualche mio brano originale compreso il mio omaggio a Pino Daniele che sta piacendo molto.