Quando ci si innamora di una chitarra non c'è preconcetto che tenga, e anche il rapporto conflittuale con i materiali sintetici di una Ovation si risolve con gran beneficio per le orecchie e per una mano in cerca di comodità, affaticata da un attacco di tendinite.
Ecco, l'incubo di ogni chitarrista è venuto a farmi visita: la tendinite. Dito indice, mano sinistra. Come dicono a Roma: "alimortaccisua!"
Fai le visite, fai le lastre, fai il laser, ecc... ma siccome il dito si piega discretamente tutti dicono "sei a posto". "A posto un c...., non riesco più a suonare!" ed ecco che ti guardano come un marziano.
E allora ghiaccio qui, ghiaccio là, ghiaccio a colazione, pranzo e cena. Piano piano il ditone migliora (di smettere di suonare non se ne parla, avevo serate programmate col gruppo, dopo ne abbiamo presa qualcuna in meno) e con la chitarra elettrica il problema è quasi del tutto risolto.
Purtroppo con l'acustica sono ancora dolori. La mia Takamine è troppo dura, è stata lei a causarmi la tendinite. Liutaio, setup, action, ecc., la situazione migliora ma mi rendo conto che il problema è il manico. Mi basta prenderla in mano e fare due accordi per sentire distintamente il "peso" del bordo inferiore del manico proprio sul punto di origine del dolore. Ecco trovata la causa, suonandola poco non me ne ero mai accorto.
A essere sinceri fino in fondo, non mi ero mai trovato particolarmente bene con quella chitarra, più che altro per l'assenza di bassi e un preamp difficile da gestire, anche se esteticamente era uno spettacolo. Però era come essere sposato con una donna bellissima con cui non fai sesso: l'occasione per un divorzio (cambio di strumento) era propizia.
Per qualche settimana inizio un pellegrinaggio verso il mio spacciatore di fiducia e provo praticamente tutto quello che ha nella fascia di prezzo 800-1200. E quando dico tutto intendo proprio tutto, il che è un'impresa non da poco. In quel momento non mi interessa tanto la voce quanto il manico: bastano pochi accordi per capire quale cade giusto e quale invece tocca il punto dolente.
Alla fine, the winner is - non l'avrei mai detto - Ovation, il famigerato plasticone!
E adesso? Ho sempre preso per i fondelli il mio compagno di merende per la sua, e ora ne compro una? Per sfortuna i modelli esposti per un motivo o per l'altro non mi soddisfano, così il negoziante ordina quello che mi interessa. A questo punto inizia l'odissea. Fra un mesetto è qui, anzi no, ancora 15 giorni, il distributore ha sbagliato, ancora un mese, eh no... dopo le ferie.
Ma porca paletta! possibile che alla Ovation non vogliano vendere? Misteri del marketing di casa Fender (ho visto cose che voi umani...). Ormai son passati più di 9 mesi, storniamo l'ordine e amen.
Inizio la ricerca sul web: troppo cara, troppo lontano, troppo usata, fin quando non trovo ciò che sembra fare al caso mio. Telefonata, viaggetto ed eccomi con in mano una C2078AX.
La bimba è bella, proprio tanto. Il formato è Adamas (senza foro armonico ma con i "buchini"), la cassa non è completamente arrotondata: nelle nuove serie hanno fatto spazio per la pancia, c'è una incavatura nel body che calza a pennello a chi ha superato gli anta e ha un po' di pancetta. Leggera e maneggevole, ha meccaniche cromate, binding, tavola di abete massello sunburst, manico in cinque parti, quello comodo che mi ha fatto scegliere il brand.
Era esposta da un po', aveva le corde un po' fruste e un'action piuttosto alta (che per la tendinite è male). Chiedo al negoziante se possiamo fare un cambio corde a spese mie per provarla. Monto delle .011 e riguardo all'action piuttosto alta ecco la prima sorpresa: mentre stiamo cambiando le corde, chiedo se possiamo dare una regolata al truss per sistemare un po' l'action e il commesso mi dice "questi manici sono dritti come una barra di marmo. Non li regolo quasi mai, per l'action guarda come si fa". Prende un paio di pinze, estra il ponte dalla sua sede e con delle pinzette comincia a togliere degli spessori posti sotto al pickup. Ogni spessore è alto 0,25mm. Quattro spessori fanno un millimetro di action in meno, senza liutai, limature di osso, ecc.
Finalmente si sente come suona. Diciamo la verità, con delle .012 o anche di più il volume sarebbe stato maggiore, ma in fondo non ci devo suonare in spiaggia e mi accontento di un volume non eccessivo, diciamo nella media.
La voce è particolare, si sente. La sentiamo noi chitarristi più che altro, perché fuori dal nostro mondo l'ascoltatore medio non distingue una chitarra da un basso, figuriamoci le sfumature date dal legno. Comunque sia è piacevole, ma quello che mi stupisce di più è l'equilibrio estremo che con la vecchia chitarra mi sono sognato tante volte. Si sentono dettagliatamente tutte le frequenze, il suono è bilanciatissimo, bassi caldi e presenti, cantini non intrusivi ma decisi. Basta spingere un po' sugli uni o sugli altri e si ottengono tutte le sfumature di cui si ha bisogno. Passati dieci minuti, non ti rendi più conto che stai suonando una chitarra di plastica. La mano non fa male, le corde sono morbide.
Attaccata all'ampli, arriva un'altra sorpresa.
Questa chitarra è nata per essere amplificata. Sebbene acusticamente sia già buona, per ovvi motivi costruttivi non può competere con uno strumento di legno di fascia alta, ma una volta collegata a un amplificatore la storia si ribalta. Alti volumi di fronte alla cassa, niente feedback: un sogno per chi come me a volte suona in piccoli pub dove lo spazio è poco e come ti muovi fischia tutto.
L'output è bello potente come livelli di uscita e, se collegata direttamente in un impianto, il gain non serve quasi mai.
Il preamplificatore è semplicemente strepitoso. Sia perché è semplicissimo, sia perché permette escursioni e tagli di frequenze veramente notevoli. In più l'Expressor (così lo chiamano) permette di arricchire il suono con una pasta presente ma mai troppo invadente.
Una nota negativa c'è, ma non troppo: il pickup riceve solo ed esclusivamente la vibrazione delle corde. Se si è abituati a battere qua e là per dare un po' di sezione ritmica in una loop station, peccato, tocca cambiare abitudini.
Ovviamente per me è tutto meraviglioso (altrimenti non l'avrei comprata), ma oggettivamente parlando mi ha risolto un bel po' di problemi.
È di plastica? sì. È di costruzione cinese? Boh? Forse sì e se non è cinese non sarà troppo distante. Le chitarre di legno suonano diverso? Sì, ma non troppo.
Forse per alcuni di noi questi sono difetti, per me sono caratteristiche del prodotto, semplici attributi. Basta sapere cosa si sta cercando.
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