di davide1984 [user #29299] - pubblicato il 03 maggio 2015 ore 15:00
L'idea di ottenere un suono più ricco e complesso aumentando la scalatura delle corde stuzzica qualunque chitarrista acustico, ma esistono dei limiti da rispettare per evitare di compromettere la struttura della chitarra e incappare in un risultato contrario anche dal punto di vista timbrico?
L'idea di ottenere un suono più ricco e complesso aumentando la scalatura delle corde stuzzica qualunque chitarrista acustico, ma esistono dei limiti da rispettare per evitare di compromettere la struttura della chitarra e incappare in un risultato contrario anche dal punto di vista timbrico?
Scrivo per avere consigli in merito al montaggio di corde con scalatura .013/.056 sulla mia Gibson J-185. Da un paio d'anni mi sono appassionato fortemente alla causa acustica. Arrivando dal mondo dell'elettrica ed essendo costretto a trovare un giusto equilibrio tra le due, inizialmente montavo scalature .011 su entrambe per non avvertire troppa differenza (per quanto la scalatura non era proprio la stessa, però...), ma dal momento in cui ho cominciato a suonare esclusivamente l'acustica ho deciso di fare il grande salto e passare alle .012/.054. Grande soddisfazione: la mia 185, di colpo, ha tirato fuori qualità inaspettate dal punto di vista del volume, spessore sonoro... insomma, un suono generale decisamente migliore. Gran botta, come si dice! Dopo un anno e mezzo di 12/54, ha cominciato a frullarmi in testa l'idea di salire ancora e montare appunto le .013/.056 per vedere se effettivamente è possibile alzare ancora l'asticella in fatto di qualità sonora. Ma leggendo in internet (e qui su Accordo) vari dibattiti in merito, i dubbi più che diminuire sono aumentati. Con le .012, la chitarra è rimasta tutto sommato morbida e la suonabilità non ne ha risentito, ma senza aprire dibattiti sul discorso della suonabilità dello strumento per la quale si sa, con le .013 toccherà farci l'abitudine (oltre che un buon set up), più che altro mi incuriosiva sapere come mai alcuni dicono che in realtà l'equazione "corde spesse uguale suono migliore" non è sempre dimostrata e al contrario, esistono chitarre che con corde troppo spesse si "siedono" in quanto le scalature molto grandi (si parla di scalature .013) irrigidiscono eccessivamente la chitarra e non consentono al top di vibrare in maniera ottimale. Almeno questo è quello che ho letto (e in effetti potrebbe anche essere vero). Ultimo quesito: a livello strutturale, ci sono rischi concreti per la chitarra? Salendo a una .013 non escludo di accordare la mia 185 un semitono giù, ma sempre in rete leggevo di top la cui forma diventava ondulata (e molti altri possibili effetti collaterali che, al solo pensiero, fanno sudare freddo). Avete consigli per me?
Risponde Marco Omar Viola di MOV Guitars: aumentare la scalatura delle corde sulla chitarra significa ovviamente aumentare anche la tensione che questa deve sopportare. A livello strutturale è vero lo strumento si irrigidisce un po' ma va detto che la cosa si riflette in molti aspetti performanti dello strumento: l’attacco è più pronto, la definizione è maggiore, le sovrarmoniche sono più presenti. I contro sono che si avrà a che fare con una possibile deformazione della tavola che va monitorata periodicamente (cosa naturale anche con le .012), che per avere una buona suonabilità sarà necessario un buon assetto (sufficientemente basso per essere comodo, ma non troppo per non perdere le possibilità dinamiche dello strumento). All’aumentare della tensione, più l’assetto è basso, più lo strumento sarà sensibile ai movimenti dovuti al cambio climatico. Fai quindi la prova, sostituisci le .012 con le .013, fai regolare bene lo strumento e poi munisciti di un igrometro col quale monitorare il tuo strumento e decidere così se usare un umidificatore da buca o i sali per deumidificare all’occorrenza e mantenere sempre stabili le condizioni generali della chitarra.