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Eastman e8om: dalla fiera dell’est
Eastman e8om: dalla fiera dell’est
di [user #16167] - pubblicato il

Le orchestra model sono una delle scelte più apprezzate per il fingerstyle. La e80 cerca di catturare proprio quelli che con le dita suonerebbero di tutto, con una scheda tecnica bella ricca e un look classico.
Le orchestra model sono una delle scelte più apprezzate per il fingerstyle. La e80 cerca di catturare proprio quelli che con le dita suonerebbero di tutto, con una scheda tecnica bella ricca e un look classico.


Le Eastman ci avevano già piacevolmente impressionato. Nell’acoustic room di Lucky Music avevamo testato una Grand Auditorium e una doppio zero. Questa volta tocca alla e8om, dove O e M stanno per Orchestra Model. Lo strumento è molto semplice, ma realizzato con cura maniacale.

I legni, tutti massello, sono i classici abete Sitka per il top e palissandro per fondo e fasce. A questi si aggiungono il manico in mogano con la tastiera (sempre in palissandro) a 20 tasti. Una scelta classica, ma che sicuramente porta il progetto a navigare in acque sicure. Le dimensioni della cassa sono generose, belle arrotondate, evidenziate dal binding bianco e nero, delicato e perfettamente in sintonia con l’aspetto semplice dalla OM.

Sul top, sorretto dal’x-bracing hand carved, troviamo una rosetta appena appena accennata, niente battipenna e uno strato di vernice veramente sottile. Tutto sommato, però, la e8om non ha un aspetto spartano, anzi, ha più che altro un piglio moderno. Solo quando la si gira si fa un piccolo salto nel passato con le meccaniche open gear della Gotoh e il rinforzo appena sotto alla paletta. Ultimi, non certo per importanza, restano da citare il capotasto e il ponte in osso, anch’essi realizzati con cura. 

Eastman e8om: dalla fiera dell’est


Imbracciamo quindi l’Orchestra Model, e ci rendiamo conto subito che, a dispetto di un body dalle dimensioni generose, il manico è estremamente sottile, quasi troppo. Il profilo a C, bello arrotondato, compensa la sottigliezza, accogliendo la mano sinistra comodamente. Lo spazio tra le corde è scelto con cura, è pressoché perfetto, così come l’action. Andrebbero forse alzati leggermente i bassi che se pestati con vigore tendono a friggere un pochetto. Le .012 sono la scalatura ideale per questo strumento. Grazie alle geometrie ben calcolate, sembrano quasi delle .010 da quanto sono morbide.

Il litraggio della cassa si fa sentire già dalle prime note. I bassi sono presenti, vigorosi e belli rotondi. Li si sente vibrare in pancia, ma allo stesso tempo si percepisce con chiarezza, che dalla buca stanno scaturendo con decisione. Scorrendo su e giù per il manico non si notano buchi, tutte le note godono della stessa spinta, i cantini risuonano convinti, metallici quanto basta, poggiati saldamente sulle basse, sempre pronte a cadenzare il ritmo di un brano a suon di pollice alternato. 



Nonostante la e8 non sia un vero e proprio top di gamma si comporta come tale. Legni scelti con cura, assemblaggio realizzato con precisione, tasti ben levigati, vernice sottile e ben distribuita, sono tutte caratteristiche che non la fanno sfigurare nemmeno di fianco a modelli ben più blasonati. Oltretutto per portarsela via dal negozio, con tanto di custodia rigida, bastano 1000 euro circa. Una cifra per nulla eccessiva. Avessero avuto il cuore di metterci un sistema di amplificazione la e8om sarebbe stata un vero terno al lotto. 
chitarre acustiche e8om eastman
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