Non è un tour come gli altri, così come il disco che gli dà il nome non è un album come gli altri. Il 2015 segna, infatti, una tappa significativa nella vicenda dei Toto e chiude a tutti gli effetti un ampio cerchio ideale.
Uscito lo scorso 20 marzo per Frontiers Music dopo quasi dieci anni dall’ultimo lavoro inedito, Toto XIV è il frutto di un lungo lavoro di gruppo, realizzato con l’intento di tracciare una summa del proprio percorso artistico ("la miglior versione possibile di noi stessi", per usare le parole di Steve Porcaro): brani che stilisticamente ripercorrono l’evoluzione della band in tutta la sua ampiezza, riportando alla mente alcuni tra i capitoli più felici della sua storia - talvolta addirittura più d’uno all’interno di uno stesso pezzo - in un pastiche che sembra non tener conto dell’evoluzione della musica negli ultimi vent'anni né delle tendenze di mercato. Dopo quasi quarant'anni di carriera e 35 milioni di dischi venduti, i Toto possono permettersi il lusso di fare un album senza dover nulla a nessuno se non ai propri fan. Il disco, come ha ricordato Lukather, porta a termine i doveri contrattuali con l’etichetta e sono molti gli indizi che fanno pensare che potrebbe essere il capitolo finale di una prolifica carriera discografica.
Purtroppo l'entusiasmo per questo nuovo lavoro è stato smorzato dal terribile lutto che ha colpito la band con la morte di Mike Porcaro solo cinque giorni prima dell’uscita del disco. Bassista e colonna portante della band dai primi anni ’80, Porcaro ha condotto una lunga battaglia con la SLA, supportato in ogni istante dalla famiglia e dai Toto stessi che, pur avendo ufficialmente annunciato lo scioglimento ufficiale della band, hanno deciso di tornare a esibirsi e poi a incidere anche per far fronte alle costosissime spese mediche di Porcaro, oltre che per sensibilizzare il pubblico nei confronti di questa terribile patologia. I Toto, lo ricordiamo, avevano già perso il loro leader carismatico Jeff Porcaro, batterista e fratello di Mike, nel 1992 quando un arresto cardiaco lo uccise a soli 38 anni, poco prima dell’uscita del disco Kingdom of Desire. Sono in molti a chiedersi che ne sarà della band ora che sia l’impegno contrattuale sia quello morale sono sciolti. È indubbio che l’ipotesi dello scioglimento oggi sia più concreta, è questo è un motivo in più per non perdere questo tour, che ha portato sul palco alcuni tra i più grandi musicisti al mondo e migliaia di fan all’Estathè Market Sound di Milano la sera di venerdì 3 luglio. Con uno spettacolo di circa due ore e una scaletta che, sono sicura, ha realizzato i sogni di molti appassionati, i Toto hanno incarnato una volta di più il concetto di world-class musicianship: arrangiamenti particolarmente ricercati supportati da una maestria tecnica indiscussa, un viaggio sonoro ricchissimo che attinge a decenni di evoluzione stilistica della band e un costante interplay col pubblico hanno consegnato nelle mani di questi mostri sacri della musica un pubblico in delirio. Agli immancabili Steve Lukather e David Paich – unici due membri ad aver fatto ininterrottamente parte della band dagli esordi, fatta eccezione per una pausa forzata di Paich nei live – si sono uniti Steve Porcaro, tastierista, fratello di Mike e Jeff che lasciò il gruppo nell’88 per dedicarsi alla composizione di colonne sonore rimanendo un collaboratore, membro della lineup originale del gruppo proprio come il bassista David Hungate, tornato a esibirsi coi Toto dopo più di trent'anni (li lasciò poco dopo l’uscita di Toto IV per dedicarsi alla propria attività di session man che lo ha portato a suonare con artisti come Glen Campbell, Willie Nelson, Diana Ross, Shania Twain, Boz Scaggs, Neil Diamond, Barbra Streisand, Chet Atkins e Joe Cocker) e per la prima volta in Europa. Grande ritorno anche quello di Lenny Castro, percussionista leggendario che, oltre ad aver suonato in tutti i dischi e in alcuni tour dei Toto, ha collaborato con Rolling Stones, Al Jarreau, George Benson, Eric Clapton, Steely Dan, Boz Scaggs, Tom Petty, Quincy Jones, Stevie Wonder, Wayne Shorter, Fleetwood Mac e innumerevoli altri. Il batterista titolare Keith Carlock, impegnato con gli Steely Dan, è stato egregiamente sostituito dal fantastico Shannon Forrest, forse il più "porcariano" tra tutti i successori di Jeff. I due coristi, Jenny Douglas-Foote (presenza scenica e voce meravigliosa che collabora coi Toto dal 1990) e Mabvuto Carpenter hanno supportato egregiamente Joseph Williams, indimenticabile cantante dell’epoca Fahrenheit/The Seventh One, tornato in pianta stabile nella band dal 2010 e oggi in una forma che supera di gran lunga anche quella dei tempi di maggior successo del gruppo. Assolutamente non trascurabili sono state anche le performance canore degli stessi Lukather, Paich e Porcaro.
Oltre alle immancabili "Hold the line", "Rosanna" e "Africa" (in chiusura), la band ha proposto alcuni brani dell’ultimo disco ("Running out of time", "Burn" e i singoli "Orphan" e "Holy war", tutti accolti entusiasticamente dal pubblico) e una carrellata di brani mozzafiato che hanno condotto gli spettatori negli anni '70 degli esordi con "I’ll supply the love" e la delicatissima "Takin’ it back" interpretata da Steve Porcaro, passando per gli ’80 di "Stranger in town", della intramontabile "I won’t hold you back", di "Pamela" e della toccante "Without your love" (in medley con una cover di "Little wing" che da sempre nei tour lascia ampio spazio a Lukather e alle sue magie), fino agli anni ’90 di "Never enough" e "The road goes on", preceduta da una commovente dedica agli amici e colleghi scomparsi: Jeff Porcaro, Mike Porcaro, Fergie Frederiksen (cantante dell’epoca dell’album Isolation morto nel gennaio 2014) e Chris Squire, bassista degli Yes scomparso la settimana scorsa, che avrebbe dovuto intraprendere un tour nordamericano con la propria band proprio assieme ai Toto al loro rientro dall’Europa. Due bis a dare il colpo finale, soprattutto ai fan di lunga data: un medley di "On the run", "Child’s Anthem" e "Goodbye Eleonore" e una imponente “Africa”, che ha visto sul palco per qualche istante anche il graditissimo ospite a sorpresa George Clooney, che si era gustato buona parte del concerto a bordo palco con evidenti delizia ed entusiasmo. L’amalgama di questa lineup a cinque stelle plus, la varietà stilistica dei brani (hard rock, ballad romantiche, pop rock, con incursioni nella fusion, nel blues, nel jazz, nel prog e quant’altro), la ricchezza delle citazioni (da "Il padrino" a "Birdland") e delle autocitazioni, le immancabili gag del rituale live dei Toto (Paich con cilindro che balla incitando il pubblico, per dirne una) hanno reso il concerto un’occasione unica per toccare con mano la storia della musica.
Impossibile per gli aficionados non pensare almeno per un momento che questa possa essere stata l’ultima occasione per vedere il gruppo dal vivo, e infatti se ne sente parlare un po’ ovunque tra la folla, mentre la gente abbandona lentamente l’Estathè Market Sound al termine del concerto, quasi a voler indugiare per rimandare la chiusura della bella serata.
Personalmente, non avrei potuto trovarmi in nessun altro posto la sera del 3 luglio 2015. I Toto sono sempre stati una live band più di qualsiasi altra cosa e c’è da sperare che, anche nel caso che non realizzino nuovi album, vogliano continuare a esibirsi insieme per regalare serate come quella a cui ho assistito. Per chi fosse interessato, la band suonerà all'Auditorium Parco della Musica di Roma il 5/7 e al Teatro Antico di Taormina il 19/7. SETLIST 1. Running out of time 2. I'll supply the love 3. Burn 4. Stranger in town 5. I won't hold you back 6. Hold the line 7. Solo Steve Porcaro + Takin’ it back 8. Never enough 9. Solo David Paich 10. Pamela 11. Great expectations 12. Without your love + Little wing 13. Holy War 14. The road goes on 15. Orphan 16. Rosanna BIS 17. On the run + medley Child’s Anthem/ Goodbye Eleonore BIS 2 18. Africa
foto di Fabio Petrozzi |