La Custom 24 ha corpo in mogano in tre pezzi, top in acero fiammato, manico in acero e tastiera in palissandro. Partendo dalla paletta troviamo delle meccaniche marchiate PRS, non si tratta di quelle montante dai modelli Core made in USA, ma fanno a dir poco egregiamente il proprio lavoro. L'accordatura rimane sempre perfetta pur utilizzando io il ponte sospeso con un uso molto inteso della leva.
Arriviamo alla nota dolente della chitarra: i pickup. Quelli di serie sono abbastanza bruttini a dir poco, zero dinamica e sopratutto sono molto spinti ma non troppo. Sono cioè né carne né pesce, troppo potenti per generi rock e blues ma troppo poco per il metal. Sono infatti stati i primi a volare, sostituiti con una coppia di Seymour Duncan: JB al ponte e il Jazz al manico.
Selettore di tipo blade e due potenziometri, uno per volume e un per il tono che viene usato per splittare i pickup, compongo l'elettronica della chitarra.
Il ponte è molto simile come costruzione a quello "originale". Molto più intelligente di quello Fender il sistema regola-action, è costruito molto meglio e con più testa. Le sellette non sono lucide nikelate come accade nei ponti Fender, ma satinate. La leva differisce dal ponte originale per l'assenza del gommino nero all'estremità, cosa che ho risolto con una spesa di cinquanta centesimi.
Una cosa va detta: appena inserita la leva, se non viene stretta attraverso una piccola vite dietro il ponte dove viene regolata l'intonazione della chitarra, questa cadrà. Il ponte è molto più morbido del ponte Fender. Pur utilizzando entrambi sei viti di fissaggio e non due pivot, il ponte ha un'escursione maggiore del classico Fender.
Ciò su cui mi voglio soffermare un momento è il manico che già mi aveva impressionato quando provai la SE 2013 nel momento in cui stavo scegliendo la chitarra con la "C" maiuscola. È molto sottile, quello che PRS chiama Wide Thin, rende il tutto più agevole e la chitarra diventa molto comoda. La mano non è mai affaticata, si trova sempre in una posizione moto rilassata.
A livello di suono è ciò che cercavo: una chitarra estremamente versatile. Lo split coil permette di avvicinarsi a sonorità Fenderose senza dimenticare che le PRS, così come le Gibson, sono chitarre in mogano con manico incollato.
È una chitarra da provare, il fatto che sia flat non disturba per nulla (detto da uno che non voleva acquistarla per questo motivo) ciò che però mi sento di consigliare è la sostituzione dei pickup poiché con pochissimi ritocchi può diventare veramente un ottimo strumento musicale.