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PRS SE Custom 24
PRS SE Custom 24
di [user #39785] - pubblicato il

La serie SE è il rifugio di ogni amante del sound PRS con un occhio di riguardo per il portafogli. La Custom 24 della Student Edition garantisce una liuteria solida e performante, con qualche pecca ma con tanti aspetti da non prendere sotto gamba.
Dopo aver acquistato la mia fedele Gibson SG Pete Townshend nel 2014, sentivo il bisogno di una seconda chitarra per poter dare un po' di tregua a quella che mi stava accompagnando da più di un anno per più ore al giorno. La scelta è iniziata ai primi di gennaio e si è conclusa solo poche settimane fa.

Ho scartato quasi tutto il catalogo Fender, dalle Squier passando per le fender Messico e la serie Classic fermandomi con la Telecaster. Nessuna di queste mi convinceva, la Stratocaster sarà anche la chitarra più famosa al mondo ma io non mi ci vedo bene. Riflettendo sul da farsi penso alla serie PRS SE, chitarre esteticamente molto belle e dall'ottima costruzione liuteristica. Nel giro di poche ore, i ripensamenti di mesi si concretizzano con la chitarra di cui, dopo questo lungo preambolo, vi voglio parlare.

PRS SE Custom 24

La Custom 24 ha corpo in mogano in tre pezzi, top in acero fiammato, manico in acero e tastiera in palissandro. Partendo dalla paletta troviamo delle meccaniche marchiate PRS, non si tratta di quelle montante dai modelli Core made in USA, ma fanno a dir poco egregiamente il proprio lavoro. L'accordatura rimane sempre perfetta pur utilizzando io il ponte sospeso con un uso molto inteso della leva.
Arriviamo alla nota dolente della chitarra: i pickup. Quelli di serie sono abbastanza bruttini a dir poco, zero dinamica e sopratutto sono molto spinti ma non troppo. Sono cioè né carne né pesce, troppo potenti per generi rock e blues ma troppo poco per il metal. Sono infatti stati i primi a volare, sostituiti con una coppia di Seymour Duncan: JB al ponte e il Jazz al manico.
Selettore di tipo blade e due potenziometri, uno per volume e un per il tono che viene usato per splittare i pickup, compongo l'elettronica della chitarra.

PRS SE Custom 24

Il ponte è molto simile come costruzione a quello "originale". Molto più intelligente di quello Fender il sistema regola-action, è costruito molto meglio e con più testa. Le sellette non sono lucide nikelate come accade nei ponti Fender, ma satinate. La leva differisce dal ponte originale per l'assenza del gommino nero all'estremità, cosa che ho risolto con una spesa di cinquanta centesimi.
Una cosa va detta: appena inserita la leva, se non viene stretta attraverso una piccola vite dietro il ponte dove viene regolata l'intonazione della chitarra, questa cadrà. Il ponte è molto più morbido del ponte Fender. Pur utilizzando entrambi sei viti di fissaggio e non due pivot, il ponte ha un'escursione maggiore del classico Fender.

PRS SE Custom 24

Ciò su cui mi voglio soffermare un momento è il manico che già mi aveva impressionato quando provai la SE 2013 nel momento in cui stavo scegliendo la chitarra con la "C" maiuscola. È molto sottile, quello che PRS chiama Wide Thin, rende il tutto più agevole e la chitarra diventa molto comoda. La mano non è mai affaticata, si trova sempre in una posizione moto rilassata.
A livello di suono è ciò che cercavo: una chitarra estremamente versatile. Lo split coil permette di avvicinarsi a sonorità Fenderose senza dimenticare che le PRS, così come le Gibson, sono chitarre in mogano con manico incollato.
È una chitarra da provare, il fatto che sia flat non disturba per nulla (detto da uno che non voleva acquistarla per questo motivo) ciò che però mi sento di consigliare è la sostituzione dei pickup poiché con pochissimi ritocchi può diventare veramente un ottimo strumento musicale.
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Gibson SG 50th Anniversary Pete Townshend
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