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Cavalli rampanti e musicisti ricconi
Cavalli rampanti e musicisti ricconi
di [user #16167] - pubblicato il

L'amore per le auto sportive, soprattutto rosse e made in Italy, sembra mettere d'accordo molti grandi musicisti. Accomunati da portafogli smisurati, o quasi, Sammy Hagar, Eric Clapton e Yngwie Malmsteen non hanno mai nascosto la preferenza per le Ferrari diventando proprietari di modelli unici e costosissimi.
Alla caotica Detroit, capitale (ormai ex) dell’automobile in America, l’Italia ha risposto con l’Emilia Romagna. Niente hamburger e Cola, ma culatello e Lambrusco, niente freeway ma colline e curve, tante curve. La passione per i motori è nel DNA degli Romagnoli. Nel giro di qualche centinaio di chilometri a sud del Po si possono trovare, concentrate, gran parte delle più prestigiose case automobilistiche d’Italia. Lamborghini, Ducati, Maserati, Dallara, Pagani, Bimota e, ovviamente, la regina di tutte: la Ferrari.

Fondata ufficialmente nel 1947 da Enzo Ferrari, la casa di Maranello è entrata a buon diritto diritto nella leggenda. I bolidi che sforna da circa 70 anni sono da sempre sinonimo di classe, eleganza e prestazioni da urlo. Drake (uno dei numerosi soprannomi di Enzo Ferrari) cominciò la sua avventura automobilistica nel 1929 con la Scuderia Ferrari, che si occupò fino al 1937 della preparazione delle Alfa Romeo da competizione. La vera storia del marchio, comincia dopo la tragica parentesi della Seconda Guerra Mondiale con la 125S, denominata “Ala Spessa”. Costruita in soli due esemplari, nascondeva sotto la pesante e tozza carrozzeria un 12 cilindri da soli (non per l’epoca) 90cv. Passando attraverso pietre miliari come la Dino, la 250GTO e giù fino alle Testa Rossa, F40, F50 e Enzo, la Ferrari ha saputo conquistare i cuori di tutti gli appassionati di motori, nessuno escluso. L’unico discrimine è il portafoglio, l’amore purtroppo non basta a portarsi a casa una Ferrari, serve una discreta quantità di denaro. Fatti salvi alcuni modelli degli anni ’80, poco ricercati come la Mondial, per tutte le altre servono molti zeri sugli assegni.

Sembrano non avere problemi di questo genere personaggi del calibro di Eric Clapton e Sammy Hagar che si sono regalati splendidi mezzi. Un po’ in affanno Yngwie Malmsteen, che nel 2007 ha dovuto cedere la sua 308GTS per far spazio a una più confortevole familiare.

Cavalli rampanti e musicisti ricconi

Il chitarrista svedese non ha mai nascosto la sua passione per il Cavallino, tanto da piazzarlo come emblema sulla sua Strat e la sua Ovation da battaglia. La passione si è trasformata da amore platonico a carnale con l’inizio di una vera e propria collezione. Nonostante la perdita della Ferrari famosa per essere stata protagonista a quattro ruote della serie Magnum P.I., Yngwie non manca di fotografarsi attorniato dalle restanti rosse di Maranello. Si è però dovuto accontentare di misere Ferrari di serie, non come Eric Clapton.

Slowhand è da sempre amante delle auto di Maranello. Lo si vede spesso bazzicare gli autodromi, intento a fotografarsi con i piloti. Per celebrare la sua lunga carriera come chitarrista e quella altrettanto lunga da proprietario di Ferrari, nel 2012 ha pensato bene di farsi progettare una signature. Clapton però non si è presentato a Corona, in California chiedendo una Strat rosso fiammante. Ha bussato ai cancelli delle officine Ferrari per mettere la firma su una 12 cilindri, ispirata alla sua preferita: la 512BB. La serie BB (Berlinetta Boxer), fu una rivoluzione in casa Ferrari. Furono le prime auto costruite a Maranello con motore centrale/posteriore e che fecero ricredere Enzo che da sempre era contrario a “mettere il carro davanti ai buoi” o in questo caso i cavalli dietro alle ruote. Il Centro Stile Ferrari non se l’è fatto ripetere due volte e nel giro di poco ha sfornato un concentrato di bellezza come solo in Italia si può progettare, la SP12EC, dove EC sono le iniziali di Eric Clapton. La base utilizzata è la 458 Italia, una V8 da 580cv a 9000 giri. Un mostro fatto per mordere l’asfalto ma con stile. Dotata di tutta l’elettronica necessaria a non ribaltarsi alla prima curva la 458 Italia sfoggia anche interni da favola, abbandonando quella lieve spartanità che ha caratterizzato le Ferrari nel corso degli anni fino alla stessa F430. La S12EC è un sopraffino lavoro estetico. I designer del Centro Stile hanno aggiunto pochi ma efficaci dettagli. Una griglia cromata sopra il cofano (che volessero ricopiare il tremolo di una Strat?), una banda nero opaco che corre tutta attorno all’abitacolo e un ritocco ai fari posteriori per assomigliare il più possibile alla storica BB. A differenza del Custom Shop Fender, a Maranello non hanno soddisfatto appieno le richieste di Mr Clapton. Lui voleva un V12 al posto del V8, ma lavorare alluminio e carbonio non è come fresare uno scasso per montare un humbucker al posto di un single coil!

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Sammy Hagar, pur senza una vera e propria signature (a parte la stravagante e “potevamofarneameno” Les Paul) si è fatto un regalo da sultano del Brunei. Accanto alle 6 Ferrari presenti nella sua folta collezione di automobili sportive Sammy “Need For Speed” Hagar ha deciso di aggiungere una vera eccellenza, non un’altra ma la ferrari LaFerrari. Comprata come souvenir del viaggio a Maranello, l’ex frontman dei Van Halen ha dovuto attendere un tempo infinito (come gli altri 499 fortunati al mondo) per poter guidare la Hypercar da 950 cavalli. LaFerrari è il cavallino più veloce di sempre (F1 a parte), nonché la prima super sportiva ibrida di Maranello. Con i suoi 12 cilindri può raggiungere 800cv a cui vanno aggiunti i \63 regalati dal motore elettrico, un’auto da sogno, ma rispettosa dell’ambiente insomma. 

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Il mondo della chitarra si è fuso spesso con quello dei motori, in particolare modo con quelli Ferrari, non solo grazie a facoltosi rocker che affollano i box di cavallini ma anche grazie a ingegneri che uniscono carbonio e corde come nel caso della Blackbird Guitars che ha realizzato, in collaborazione con Ferrari una Travel Guitar acustica completamente in carbonio e venduta nei Ferrari store di tutto il mondo (dopo essersi aggiudicata l’onore di sfoggiare lo stemma giallo e nero). 

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Certo il prezzo, come per tutto ciò che porta questi colore, è particolarmente proibitivo, ma non si può non restare incuriositi da questo strano mix di avanguardia e tecnologia.

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