di redazione [user #116] - pubblicato il 15 luglio 2015 ore 13:00
Grazie a un timing feroce e una meccanica di pennata perfetta, Giacomo Castellano regala vigore anche a uno dei box più ammuffiti e spossati della scala blues. L’ennesima dimostrazione che, più del cosa suoni, conta il come lo suoni. Una mitragliata di sedicesimi in Dm, spendibile nel blues come nello speed metal.
Prendiamo una pentatonica di Dm (D, F, G, A, C) e sviluppiamola sulle quattro corde più alte della chitarra. Aggiungiamoci anche due blue note: la b5 e la 9, rispettivamente Ab e E.
Molti lick pentatonici, assimilabili a quello proposto in questa lezione, si articolano assecondando lo sviluppo di un pattern. Quando è così, una volta che si è capito il pattern, ci si trova l’esercizio sotto le dita, quasi naturalmente.
Non è però il caso del fraseggio proposto in questa lezione: la svisata proposta da Giacomo, insegue un vero disegno melodico e si articola libera da pattern precostituiti.
Per questo sarà importante iniziare il nostro studio memorizzando l’intero fraseggio: partiamo leggendo l’intero lick molto lentamente e ripetiamolo fino a non averlo imparato a memoria. Settiamo il metronomo a una velocità di 70, 80 BPM ed eseguiamolo in ottavi.
Una volta presa la necessaria dimestichezza, eseguimolo per intero iniziando a marcare i sedicesimi.
Da subito, concentriamoci sulla pennata. Castellano utilizza una perfetta commistione di legato, colpi plettrati e note strappate con il medio della destra.
Non è detto che per tutti la soluzione proposta da Giacomo sia la più funzionale e assimilabile al proprio stile. Infatti, dopo aver provato quella suggerita, è opportuno che ognuno sperimenti quella a lui più funzionale. Però, quello che è importante, è che ci sia la consapevolezza che la pennata deve essere organizzata e definita: è impensabile raggiungere una scansione ritmica così precisa e una tale fluidità e pulizia esecutiva con un approccio libero e istintivo al plettraggio.
Sconsigliamo anche l’utilizzo della pennata alternata per tutta l’esecuzione del lick; finirebbe per rendere tutto troppo staccato e meccanico e toglierebbe fluidità, privando il fraseggio del suo incedere sexy.
L’esercizio è proposto a tra differenti velocità: originale, rallentato e infine lentissimo, senza base per permettere di concentrarsi su ogni dettaglio della pennata. In quest’ultima esecuzione, Giacomo ha inserito una piccola variazione ribattendo sul terzo movimento della seconda battuta il G. Ecco la trascrizione.
Attenzione al vibrato conclusivo del fraseggio. La nota viene fatta oscillare in maniera orizzontale, a grande velocità, dentro e fuori dal tasto utilizzato. Un approccio originale, energico e nervoso, visto utilizzare per la prima volta da Greg Howe e ora diffuso fra tanti chitarristi rock fusion.