di redazione [user #116] - pubblicato il 22 luglio 2015 ore 16:00
“Certi allievi si preoccupano solo di eseguire le cose correttamente. Ma suonare è ben altro. Lo shred? Mi sta annoiando e credo sia una cattiva influenza per la comunità chitarristica. “ Per Paul Gilbert i tempi di chitarrismi folli sono lontani. Due parole, un riff funk e un arpeggio impossibile con un chitarrista maturo e alla ricerca della vera essenza della chitarra.
Ci siamo messi a parlare con Paul del suo ultimo disco solista, uscito la scorsa estate: "Stone Pushing Uphill Man" (qui la recensione). Di quel disco ci piace da pazzi "I Got The feeling" cover di James Brown. E abbiamo chiesto a Paul di suonarcene qualche frammento.
"Grazie, adoro quel brano e mi sono divertito a suonarlo.
Ci sono dei lick divertenti ma credimi, non sono stati quelli la parte per me più spassosa. Adoro il riff di questo brano: è una ritmica con questo groove funk incredibile!
Ma, più ancora, vado pazzo per l’intro; quella piccola melodia di due note con James Brown che canta “Baby, baby, Baby…”. Mi piace da morire quel frammento perché è la classica cosa che fa emergere la personalità di un chitarrista. Proprio perché sono due sole e semplici note, vieni fuori il carattere, il tocco di chi le suona.
Per me è un aspetto davvero interessante. Fai suonare questa cosa a tanti chitarristi e ognuno lo suonerà in un modo. Falla eseguire a Brian May e la suonerà con un’intenzione, B.B. King l’avrebbe fatta con un’altra; io la suono con un’altra ancora così come - allo stesso modo - chissà come la eseguiresti tu. Perché è quello il bello: sentire come ogni chitarrista cerca, alla sua maniera, di mettere il massimo dell’espressività in queste due piccole note!
Per questo da insegnante, una cosa che mi atterra è vedere tanti allievi che non mettono espressività nelle cose che suonano. Suonano una semplice melodia così, come automi, e poi ti guardano e dicono: “Le note sono giuste, va bene, no?”. No, no che non va bene! Suonare la chitarra, eseguire un tema è ben di più che fare due note giuste: è metterci il vibrato, il suono, il tocco, e magari quei piccoli caratteristici rumori che fanno unico il suono della chitarra! Per non parlare dell’intenzione data dalla durata del suono che dai alle singole note. Per esempio il “baby” che chiude questa parte è una nota strettissima, piccola e breve!
Certo, nel brano ci sono anche degli arpeggi shred…ma la sai una cosa? Mi sto stufando di questo genere di fraseggi. E ti dirò di più: non credo nemmeno facciano bene alla comunità chitarristica. Sono una cattiva influenza!"
Questo snocciolato con nonchalance da Paul è uno dei passaggi shred più caratteristici del suo arsenale chitarristico. E' un lick che Paul usa spessissimo, da sempre e fece addirittura capolino nell'assolo di "Addicted to that Rush" primo singolo dei Mr. Big, del 1989. (...guardate a 02:16)
Questo fraseggio mette in luce aspetti peculiari del suo chitarrismo più spericolato degli esordi: le diteggiature a tre note per corda sulla pentatonica, il perfetto bilanciamento di legato e pennata, i salti di corda e l'utilizzo combinato di slide e tapping. Il fraseggio è costruito su una pentatonica di Fm (F, Ab, Bb, C, Eb). Disposta come è suonata da Paul questa è più facilmente inquadrabile come un arpeggio di Ab6 (Ab, C, Eb, F). Paul dice che queste cose hanno rappresentato una cattiva influenza per la comunità chitarristica. Seguite questo link e vi facciamo vedere un altro ragazzaccio, Gus G, alle prese con le pentatoniche a tre note per corde. Ascoltate il lick spiegato nella lezione e vediamo se indovinate da chi si è fatto portare sulla cattiva strada…