di gwynnett [user #9523] - pubblicato il 10 ottobre 2015 ore 08:00
Partorita dal genio di Mike Soldano e discendente diretta dei migliori Fender Bassman, la testata SLO100 è tra i graal del tone chitarristico. Non è un amplificatore perfetto e il mondo dei costruttori è pieno di opinioni contrastanti, ma il suo suono continua a incantare intere generazioni.
C'è sempre qualcuno in rete che afferma di essersi cimentato nel primo montaggio elettronico della sua vita con una SLO100 di Soldano, conseguendo un esito più che positivo e mostrando con orgoglio delle foto dell'interno dell'ampli nelle quali appaiono visibili saldature impeccabili, andamento dei cavi perfetto e insomma una incredibile coerenza dell'intero point to point così grande e oggettivamente molto critico tanto da fare invidia agli esperti assemblatori della nota casa americana. Qualcuno aggiunge che il suo clone suona meglio dell'originale. Qualcun altro evidenzia gli errori che lo sprovveduto Michael avrebbe commesso durante la progettazione e indica il modo per correggerli limitando i danni. Tralasciamo i commenti.
Il nostro rispettabilissimo direttore mi ha pregato di dire qualcosa su questo gioiello equipaggiato con trasformatori DeYoung, componenti non eccelse ma decisamente sui generis, che vanificano qualunque tentativo di replica.
È mia convinzione, come affermato in un burrascoso articolo, che la dinamica non è dell'amplificatore ma viene impressa dall'esecutore mediante un tocco sapiente avvalendosi anche della qualità del trasduttore e dell'intero strumento, ma è l'estrema linearità dell'amplificatore a fare banco per il risultato finale, la magnifica conseguenzialità degli stadi di amplificazione nel pre, la coerenza dell'eterna relazione tra tensione, corrente e resistenza che governa qualunque apparecchio elettronico di amplificazione.
Il mito di Soldano nasce in un modesto laboratorio americano quando Michael decide di modificare un vecchio Fender Bassman cedendo poi l'apparecchio a un chitarrista amico ormai invaghitosi di quel suono. Ne seguono altri che esaltano le agili dita di chitarristi entusiasti e poi la produzione in piccola serie realizzata ex novo e non modificando apparecchi già esistenti.
Steve Lukather ed Eric Clapton diranno meraviglie di queste macchine in grado di gestire piacevolissimi clean e distorti arroganti avvalendosi di ben cinque valvole di pre e quattro robuste finali per circa 100 watt in uscita, una potenza di tutto rispetto, magnificamente modulabile da una serie di controlli semplici e ben disposti sul frontale.
Il circuito Due canali, clean e lead, con equalizzazione in comune, possibilità di esaltazione del clean aggiungendo con uno switch un ulteriore stadio di guadagno al quale può essere sommata una opzione Bright ottenuta parallelando un piccolo condensatore. Un finale molto simile a quello del Twin con una sfasatrice in "coda lunga" e quattro 5881 o 6L6 in disposizione classica con l'aggiunta di un controllo Depth che si comporta come un Loudness in HI-FI rendendo più udibili le frequenze basse a volumi modesti. Loop difficilmente gestibile dato il già alto livello presente nel send e questa sezione del circuito ha subito numerose modifiche nel tempo, interventi più o meno validi ma certamente non in linea con la filosofia dell'ampli considerando che Re Soldano lo ha disegnato così pur essendo certamente in grado di concepirlo diversamente.
I limiti Elevata potenza in uscita, un ampli decisamente da palco, molti accorgimenti nei controlli sono stati aggiunti per poterlo usare a volumi relativamente bassi, ma la vera espressione e il carattere deciso e magnifico dell'ampli si riscontrano solamente dopo i venti watt, quando il clean perde quei riflessi taglienti e si inebria con bassi equilibrati e piacevolissimi leggibili sulle labbra di Clapton e di chi si è beato di quei suoni su palchi più o meno importanti. Loop di effetti spesso ingestibile per i motivi già citati. Limitata gestione del commutatore esterno che si presta solamente alla scelta del canale. Prezzo decisamente alto, nulla può giustificare quei soldi se non l'acquisito blasone e l'uso sapiente nel tempo da parte di ottimi esecutori in brani immortali.
Le (mie) considerazioni Una responsabile e ottima filtratura degli elementi più salienti di apparecchi già validissimi e famosi, racchiusa in una testata che rappresenta ancora un'eccellenza nel mondo dell'amplificazione per chitarra. Timbro bellissimo e difficilmente equiparabile, "grande espressione" come definì Knopfler quando lo scelse per il suo tour, clean da favola, distorti inconfondibili, volumi importanti e ottima trasportabilità. Praticamente un sogno.