Si è parlato molto qui su Accordo di e ; volevo proporvi un paio di soluzioni per creare tensioni momentanee e rendere così armonicamente più interessante il nostro fraseggio. Abbiamo visto come un su un accordo di minore settima si possa ottenere una sonorità dorica suonandoci un arpeggio m7b5 una terza minore sotto: con questa sostituzione si verrà a formare un arpeggio minore 6. (Per esempio su un Am7 (A, C, E, G), suoniamo un F#m7/b5 (F#, A, C, E). Se consideriamo il A del F#m7/b5 fondamentale dell'arpeggio abbiamo A, C, E, F#, per l'appunto un Am6. ) Proviamo ora a sperimentare e agitare un pò le acque con altri due arpeggi m7b5, uno una quarta sopra l’accordo e uno a partire dalla tonica dell’accordo stesso.
Facciamo un esempio, su una base di Dm potremo suonare :
Chiarita la funzione del primo arpeggio dedichiamoci agli altri due:
Gm7b5 potrebbe trovarsi in luogo di un Eb7, ovvero la sostituzione di tritono della dominate primaria A7. In sostanza immaginiamo di inserire per un breve istante nel nostro fraseggio il suono della dominante sostituita con il Eb7 di cui l’arpeggio Gm7b5 contiene 3, 5, b7m e 9. Anche se non ci sarà corrispondenza armonica con l’accordo di base, questa soluzione ci servirà per uscire dalla nostra scala e creare una tensione momentanea prima di risolvere su una nota dell’accordo. In sostanza si tratta di vedere un accordo che in realtà non c’è.
Dm7b5 è di fatto un arpeggio minore con la quinta diminuita. Normalmente, chiunque di noi inserisce la quinta diminuita, ovvero la blue note, nelle nostre improvvisazioni per dare un carattere più blues. Nella maggior parte dei casi però questa è relegata a nota di passaggio, raggiunta con un bending o un Hammer On a partire dalla quarta o come approccio alla quinta. L’arpeggio m7b5, privo della quarta e della quinta, invece mette la 5dim in evidenza come nota principale esaltandone anche la sonorità tendenzialmente dissonante e la sua carica di acidità. Entrambi questi arpeggi quindi inseriscono nel fraseggio note che non sono nella scala, che potremmo addirittura definire sbagliate. Ma proprio grazie questi suoni otterremo l’effetto di una momentanea perdita di equilibrio, una specie di sospensione, un fuoripista che col suo carattere inaspettato spezzerà la monotonia della scala. Sopratutto all’inizio non sarà facile gestire questo tipo di sonorità, questi arpeggi suoneranno “sbagliati” alle nostre orecchie e ci vorrà del tempo prima di poterne apprezzare il carattere. Non vi scoraggiate quindi se non riuscirete subito ad inserirli nel vostro fraseggio.
Un pò di consigli utili:
- Imparate bene le diteggiature di questi arpeggi su tutta la tastiera, averli sotto le dita è fondamentale per riuscirli a sfruttare al meglio;
- Non indugiate troppo su questi arpeggi, ma usateli come un mordi e fuggi, inseriteli per un breve istante per poi tornare subito alla scala principale. Immaginate di prendere in mano una pentola bollente per alcuni istanti e poi riposarla subito, scotta!! Ecco questi arpeggi scottano! Riuscire a gestirne la sonorità per molto tempo è abbastanza complicato.
- Pensare ad arpeggi e alle loro posizioni sul manico vi porterà a delle irregolarità ritmiche nella disposizione degli accenti, irregolarità che sono una delle peculiarità di questo tipo di fraseggio sfruttato sopratutto dai sassofonisti. Ricordate che uno dei modi più convincenti per usarli è usare scansioni ritmiche interessanti, l’attenzione dell’ascoltatore si sposterà così sul ritmo riducendo la percezione della dissonanza melodica;
- Spesso viene consigliato di inserirli a fine battuta o al termine di quattro battute. Giustissimo ma fatevi guidare dal vostro istinto, non state lì a contare! Se contate non li suonerete con la dovuta convinzione che invece è fondamentale per inserirli nella maniera più naturale possibile!
- Ascoltate musicisti che fanno ampio uso di queste soluzioni, saranno fonte di ispirazione!
Vi propongo tre fraseggi da cui potreste prendere spunto:
Ecco anche un video dove li potete ascoltare:
Nel video qui sotto vi propongo una breve improvvisazione in cui faccio uso dei questi arpeggi. In basso a destra, in sovrimpressione, comparirà la sigla dell’arpeggio che sto usando così dovrebbe essere più semplice associare la sonorità all’arpeggio usato. Come ascolterete ho omesso qualsiasi strumento armonico in quando gli arpeggi inseriti potrebbero "cozzare" con gli accordi sottostanti.
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.