Ho da poco letto un , costruita dal Custom Shop, dove si sono trovati risultati molto diversi sulla timbrica, soprattutto usando il controllo del tono. Visto che legni, corde, ponte e capotasto responsabili di una minima variazione del suono finale sono identici o molto simili, mentre il pickup può e deve essere il più somigliante possibile specie in una chitarra da 3mila euro, mi domandavo se la timbrica diversa, come espresso da qualcuno, non potesse derivare da una differente circuitazione.
Le chitarre non sono uguali. La prima è la versione a un solo pickup, quello al ponte, di una Telecaster, mentre l’altra è comunque una Telecaster. Questo potrebbe sembrare poco, ma la presenza del secondo pickup, quello al manico, suggerisce uno schema elettrico più tradizionale, composto da un volume, un tono e un selettore a tre vie. Il circuito della Esquire, oltre a questo, presenta ben tre condensatori da 50nF contro due della Nocaster e una resistenza da 3.3 Kohm.
Ora non vorrei distruggere un mito come una Fender Esquire del 1951, ma la spiegazione della differenza sul suono, specialmente usando il controllo del tono, si può in buona parte ricondurre al suo schema elettrico.
Se analizziamo lo schema della Esquire, abbiamo nella prima posizione il pickup privato di ogni condensatore che possa filtrarne gli alti, in seconda posizione il controllo del tono funzionante e in terza posizione il controllo tono non funzionante, ma un filtro composto dalla resistenza e relativo condensatore in serie tra il pickup e il controllo di volume, alle cui estremità è applicato un altro condensatore per filtrare le alte frequenze.
Nella simulazione, ho ipotizzato un pickup con 2,2 Henry d’induttanza e resistenza interna di 7 Kohm, potenziometri da 250 Kohm logaritmici con i valori dei componenti del primo schema. Il circuito è collegato tramite un cavo di quattro metri a capacità da 100pF/m a un amplificatore con ingresso da 1 Mohm, il tutto ovviamente simulato. Non ho previsto la capacità parassita del pickup per non appesantire ulteriormente il circuito.
Questa è stata la risposta del simulatore in prima posizione:
Come si vede esiste una minima attenuazione a 100 hz (-0,3 dB), nessuna attenuazione a 1 Khz (-0,0 dB) e un’esaltazione sul picco di risonanza a 5.200 hz (+6,7 dB).
In seconda posizione con il controllo di tono attivo:
In questo caso la perdita a 100Hz può essere più evidente (fino a -1,0 db), mentre l’attenuazione voluta a 1KHz è di 12dB con il tono chiuso, ma ciò che è da notare la perdita secca sul picco anche a controllo totalmente aperto di 4dB a una frequenza leggermente inferiore. In questo caso occorre restituire, con un equalizzatore esterno, ben 4dB a circa 5 Khz per ritornare alla timbrica del primo caso.
Infine la risposta del simulatore in terza posizione:
Ora qui abbiamo un segnale non attenuato a 100Hz (-0,0 db), una perdita di 5dB a 1KHz, ovvero ben 7dB di segnale in più del tono chiuso visto in precedenza, e 7dB sono tanti, con tutte le frequenze superiori di conseguenza meno attenuate con valori anche di 10 db.
Anche in questo caso, un equalizzatore ben regolato, potrà fornirci una risposta simile tra le due posizioni.
Ora visto che l’unica situazione per fare un confronto a parità di circuito è la posizione intermedia, che riprende tutte le caratteristiche della Nocaster e quindi delle successive Telecaster. È evidente che vi siano differenze così grandi tra le due posizioni esterne e quelle simulate dal nostro amico durante il suo test.
Riascoltando il test audio, ho ritrovato le differenze qui espresse dai grafici e soprattutto ritengo non corretta la seconda prova sulla Nocaster, con il tono leggermente chiuso per dare un minimo di differenza con la terza prova, che compromette la timbrica del pickup. Per fare quest’ultima occorreva dissaldare il potenziometro del tono per ricreare le stesse condizioni.
Tuttavia è facile immaginare che anche riproducendo lo stesso circuito della Esquire non si riesca a ricreare esattamente lo stesso DNA timbrico, ma sono sicuro che le differenze saranno solo una piccola frazione di ciò che abbiamo ascoltato.
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