di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 22 gennaio 2016 ore 07:30
Una grafica accattivante nasconde un overdrive capace di spaziare dai suoni crunch più leggeri fino a distorsioni pesanti e potenti. Presentato lo scorso SHG, lo abbiamo messo alla prova con una Marshall e una Collings ed ecco il risultato.
Il Bad Angel è l’ultimo arrivato in casa Costalab, sviluppato da Costantino Amici, patron e mente del laboratorio che sforna pedali boutique made in Italy di qualità e che spesso abbiamo ospitato qui sulle nostre pagine.
L’angioletto con le corna disegnato sul solido chassis del Bad Angel non lascia molti dubbi. Abbiamo tra le mani un overdrive dalle due facce, anche se nessuna delle due ci è sembrata veramente angelica.
All’interno trova posto un circuito che si basa su un operazionale in grado di regalare una buona silenziosità anche ad alti livelli di gain, assieme a una maggiore stabilità rispetto ai classici Mosfet. Sul circuito si può intervenire con tre controlli, volume gain e tono (drive me to hell è una vera chicca). Appena sotto il controllo di volume troviamo l’interruttore che permette di scegliere tra due diversi clipping, Saint e Sinner, che trasformano completamente la voce dell’effetto.
Ultima nota tecnica, il pedale può essere alimentato da 9 a 12 volt, l’ingresso standard di tipo Boss con negativo centrale. Prima di collegarlo e metterlo in funzione va detto che il Bad Angel è realizzato veramente con cura. Ogni dettaglio dimostra solidità e il peso considerevole dà la sensazione di avere tra le mani un pedale più che affidabile.
Lo colleghiamo quindi tra la Plexi e la Collings e cominciamo con un gain basso in modalità Saint. Il suono clean si trasforma in un leggero crunch, le basse diventano più corpose, ma resta ancora bello presente il sound dry dello strumento.
Alziamo il drive, il crunch comincia a farsi più incazzato. Nonostante il maggior guadagno la distorsione resta molto dinamica, in un attimo alleggerendo il tocco o abbassando il volume della chitarra si torna al suono crispy che ci ha accolto appena acceso il pedale.
Nella modalità santerellina si riesce già a lasciarsi alle spalle ogni velleità crunchy per passare a sonorità decisamente più rock. Anche se non siamo nei territori dell’HI-gain, ma il sustain è comunque enorme. È bello sentire sempre presente la pasta dello strumento, una caratteristica di trasparenza che ci lascia piacevolmente colpiti.
La strada verso l’inferno è lastricata di buone intenzioni diceva il saggio, noi abbiamo una sola intenzione, portare al massimo del gain il Bad Angel. Cambiando modalità la voce si trasforma completamente. Aumenta leggermente la compressione e il sustain. La timbrica si modernizza un po’, ma non diventa certo un pedale HI-Gain in senso stretto. Resta sempre vintage, corposa e punchy. Anche spremendo ogni centesimo di guadagno, il pedale resta sempre super dinamico, lavorando con il volume si può esplorare tutta l’escursione della manopola, senza sfiorarla minimamente.
Il Bad Angel è un overrive tutto fare, un pedale che si può settare su un buon guadagno e sfruttare a ogni livello di gain semplicemente lavorando con l’estrema dinamica. Il tutto è condito da un’estetica accattivante e una realizzazione impeccabile. Viene proposto al prezzo di 180 euro, per niente eccessivo per un pedale boutique.