Ciao a tutti, qualcuno saprebbe spiegarmi in modo chiaro la funzione armonica degli accordi con al basso una nota diversa dalla fondamentale? A volte il basso può costituire un passaggio melodico, per esempio Dm, Dm/C, Bb; qui il basso si muove chiaramente D-C-Bb. Oppure un pedale, per esempio Gbmaj7/Eb, Fmaj7/Eb, Emaj7/Eb. Ma a volte trovo accordi del tipo G/C o C/D e non ne capisco il senso. So che dovrei scrivere una progressione, ma al momento non ho nulla sotto mano, vorrei sapere se c'è una regola chiara e specifica per usare quel tipo di accordi/nomenclatura.
Risponde Gianni Rojatti, coordinatore di Didattica:
Prendiamo in esame il G/C che proponi come esempio.
Si tratta di un accordo di G, formato dalle note G, B, D con al basso la nota C, quarta giusta dell’accordo. Un accordo maggiore con l’aggiunta di una quarta giusta è un accordo di add4, nel nostro caso un Gadd4 con, appunto, la quarta al basso. Questo non va confuso con gli accordi di sus4 che invece omettono la terza a favore della quarta. Quindi Gadd4 è G, B, D, C; Gsus4 è G, C, D.
La maniera in cui voglio invitarti a considerare però questa tipologia di accordi, consiste nella possibilità di scrivere e sintetizzare un accordo complesso in maniera più facile e immediata alla lettura. Partiamo dalla cosa più semplice: prendiamo in mano la chitarra e suoniamo.
Immaginiamo, giocando e pasticciando con gli accordi o l’arrangiamento di un brano, di aver trovato questa piccola variazione su un accordo di C maggiore.
Partiamo da un semplicissimo C suonato con il barrè e modifichiamolo nella diteggiatura di accordo successiva che propongo. Questa manterrà comunque la fondamentale C al basso.
Ogni chitarrista ritmico, non appena inizia a suonare con una certa dimestichezza gli accordi in barrè, generalmente arriva a diteggiature come queste. Tanto che, per un principiante, un passaggio così spesso non viene nemmeno percepito come un cambio di accordo o una variazione armonica vera e propria: è un semplice abbellimento, arricchimento dell’accordo.
Succede, però, che magari questo abbellimento piace proprio. E’ perfetto per i nostri accompagnamenti e fa girare così bene l’arrangiamento del pezzo al quale stiamo lavorando che lo vogliamo fissare su carta e, addirittura, far suonare uguale all’altro chitarrista o tastierista della band.
Per questo tiriamo giù le note e vediamo che sono C, G, B e D. In relazione alla fondamentale C al basso sono quinta giusta, settima maggiore e nona. Quindi abbiamo un Cmaj7sus9, un C con la settima maggiore e la nona al posto della terza. Una nomenclatura che non è detto risulti immediata e facile da sintetizzare per alcuni musicisti.
E allora scomponiamo l’accordo; togliendo la fondamentale e considerando solo le tre corde più alte, vedremo che queste sono un accordo di G (G, B, D) con un C che le sovrasta al basso.
Visualizzarlo e scriverlo in questa maniera ne renderà più facile la lettura e la trasmissione agli altri colleghi musicisti, garantendoci anche una certa sicurezza che questi suonino esattamente le note e gli intervalli che desideriamo.
Questo accordo tra l’altro ha una sonorità molto interessante. Aperto, sospeso e piacevolmente malinconico ricorda certi arrangiamenti di tanta vecchia, buona musica italiana pop: dagli Stadio a Venditti, passando per Lucio Dalla.
Sviluppiamolo su tre diverse diteggiature (una per rivolto della triade di G) a cui applicheremo il C al basso. Proviamo quindi a suonarle in successione come nell'esempio audio.
Una volta assimilato il suono di questo accordo di Cmaj7sus9 e capito che scritto come G/C è più facile da scrivere, far leggere e suonare agli altri musicisti ecco un’altra piccola applicazione pratica. Partiamo da una progressione semplicissima e immaginiamo una strofa che abbia solo due accordi, il C maggiore la prima misura e il D la seconda, suonati entrambi in prima posizione nella più facile delle diteggiature. Coloriamo il C trasformandolo in Cmaj7sus9, vedendolo anche questa volta come G/C. (In partitura abbiamo evidenziato come le tre corde a vuoto di D, G e B siano un G maggiore).
Con questa variazione minima il giro suonerà già meno scontato.
Mantenendo le stesse due diteggiature, sviluppiamolo con un arpeggio.