di redazione [user #116] - pubblicato il 23 marzo 2016 ore 13:00
Clinic tour italiano per Nick Johnston, chitarrista canadese che sta godendo di grande popolarità nell'ambiente della chitarra moderna e shred. Endorser Schecter, Nick ha un fraseggio solista modernissimo: ultra tecnico, elegante e valorizzato da una scelta di sonorità retrò. Conosciamolo meglio in questa video intervista, impreziosita da un assolo mozzafiato.
Arriva in Italia per un tour clinic organizzato da Schecter il canadese Nick Johnston, chitarrista molto chiacchierato e seguito nella nicchia dorata della chitarra moderna e shred. Nick è tra le chitarre più rappresentative dell’ultimissima generazione, quella cresciuta all’ombra della chioma riccioluta del fenomenale Govan. In pratica, tecnica shred da scalmanati ma abbinata a suono, gusto e un songwriting retrò, di chi sogna ad occhi aperti con i dischi di Jeff Beck, Larry Charlton, SRV in cuffia. La miscela è senz’altro interessante, soprattutto perché sembrerebbe schiudere alla chitarra shred vie espressive che non siano quelle, più ovvie e strabattute, del metal e della fusion cervellotica. In realtà, nulla di poi così nuovo; pare infatti, un cerchio che si chiude - o meglio che si riapre – perché la nuova generazione chitarristica sembra ripartire proprio dallo stesso punto in cui, nella seconda metà degli anni ‘90, la rivoluzione shred si arenò; quando Kotzen, Howe, Garsed & Co. sperimentavano le loro acrobazie chitarristiche suonando in crunch su strutture funk e blueseggianti con telecaster e strato d’annata.
Johnston è una fotografia perfetta di questo identikit chitarristico: il suo fraseggio è modernissimo ma non lo sono affatto la tipologia di chitarra che imbraccia e il suono che usa.
Di sicuro queste clinic rappresenteranno una ghiotta occasione per sezionare al microscopio tanti aspetti interessanti del playing di Johnston: la cura e intonazione minuziosa di ogni bending, il grande controllo del vibrato e le dirompenti aperture shred del fraseggio. Di quest’ultimo in particolare, colpiscono le folgoranti accelerazioni in sedicesimi in cui Johnston sciorina inedite combinazioni di pattern scalari e arpeggi, riuscita sintesi del meglio di Frank Gambale e Brett Garsed.
Abbiamo catturato Johnston alla vigilia della partenza del tour italiano per realizzare questa video intervista esclusiva. Lo conosciamo meglio parlando della sua formazione, delle sue influenze, delle chitarre che suona e di quelle di cui – almeno per il momento – non ne vuole proprio sapere. Godetevi l'assolo spaziale in apertura!
Come mai un chitarrista così moderno sceglie una chitarra così “vecchia”?
Perché sono cresciuto con chitarre con quelle caratteristiche. E ho sviluppato la mia tecnica, il mio songwriting il mio stile su questa tipologia di strumenti. Ti basti pensare che la mia prima chitarra, a 14 anni quando ho iniziato a suonare, era una Squier Stratocaster. Amo il suono delle chitarre di impronta vintage, le sento mie, fanno parte del mio DNA artistico. Sono tra l’altro le chitarre che suonano i miei chitarristi preferisti, i riferimenti su cui mi sono formato.
Raccontaci la tua formazione chitarristica.
Come ti dicevo ho iniziato a 14 anni e per cinque ho fatto tutto da solo, da autodidatta. Poi ho preso qualche lezione ma lavorando prevalentemente sulla teoria. Quindi, di base, ho continuato a lavorare da solo concentrandomi sul far crescere gli aspetti del mio playing che mi stimolavano. E ho suonato con tantissima gente, cercando di farmo scappare nessuna occasione per fare esperienza dal vivo.
I miei idoli erano gli stessi di oggi, non sono cambiati: Van Halen, Malmsteen, Steve Ray Vaughan, Jeff Beck, Joe Satriani, Steve Vai…gente ancora in grado di farmi saltare sulla sedia e dai cui sento di avere ancora tanto da imparare!
Come imposterai le tue clinic?
Cercherò di lasciarle il più aperte possibile alle domande dei ragazzi. Parlerò volentieri di qualunque cosa: dei lick, del songwriting, ma anche di come gestire la propria attività nel business musicale. Per esempio spiegherò come mi relaziono ai marchi con i quali collaboro, tipo Schecter o altri...
Dove attaccherai la tua Schecter?
Ancora non lo so, devo ancora capire che ampli troverò a disposizione. Ma sono tranquillo: ho sentito dei chitarristi micidiali e dei suoni stupendi uscire dalla comunità chitarristica italiana. Di sicuro sarò in ottime mani nell’allestimento della strumentazione!
Usi chitarre a 7 o 8 corde?
No, non le uso. Ci ho provato ma mi sembravano strumenti totalmente diversi da una chitarra tradizionale. Chissà, magari in futuro ci riproverò. Ma al momento mi sento un chitarrista totalmente a sei corde!
Questo il dettaglio delle date del tour organizzato da Gold Music, importatore italiano di Schecter:
Sabato 16 Aprile 17.00 - Città Della Musica - San Giovanni Teatino (CH) tel. 085 7996209 - email: info@cittadellamusica.org
Domenica 17 Aprile 16.30 - SCHECTER CUSTOM SHOP DAY - RCMC - Roma tel. 06 71584298 - email: info@rcmc.it
La partecipazione agli eventi è gratuita, i posti sono però limitati: si consiglia di contattare le strutture che ospitano la Clinic per info e prenotazioni.