di redazione [user #116] - pubblicato il 25 marzo 2016 ore 13:00
Con Giacomo Castellano la pentatonica blues è proiettata nello spazio grazie a una funambolica rilettura in tapping e legato. Uno studio evoluto e complesso che permette di snodare la pentatonica su intervalli altrimenti imprendibili. Un ottimo incentivo a spingere le nostre orecchie verso sonorità inesplorate.
Questo lick di Giacomo Castellano mette in gioco il tapping, probabilmente la tecnica che con più facilità si associa all’idea di chitarra solistica in ambito metal e virtuosistico. A più di trent’anni dal suo debutto, non c’è dubbio che questo approccio esecutivo resti ancora il più moderno e inesplorato della chitarra elettrica. L’idea di servirsi di tutte e le due mani sulla tastiera, rende questa tecnica la più spettacolare e pirotecnica anche in virtù delle elevate velocità che consente facilmente di raggiungere.
Il tapping è stata adottato dai più grandi chitarristi della scena moderna che hanno contribuito a farlo evolvere sia dal punto di vista armonico che gestuale: Steve Vai, Joe Satriani, Van Halen, Greg Howe, Kiko Loureiro, Jennifer Batten…ognuno di questi nomi ha apportato migliorie e variazioni al tapping, rendendolo un approccio tecnico estremamente variegato.
Merita una considerazione a parte la scelta del dito della destra che suona le note sulla tastiera della chitarra: chi come Steve Vai o Greg Howe, utilizza il dito medio ha il vantaggio di non dover mai mollare il plettro che resta sempre incollato tra pollice e indice. Chi invece, come Giacomo in questa lezione, si serve dell’indice - alla stessa maniera di Paul Gilbert o Van Halen – dovrà spostare il plettro tra pollice e medio, lasciando libertà d’azione all’indice. Problema che molti risolvono, tenendo il plettro addirittura in bocca!
Foto di Soukizy Anita Redroom
Il Lick è interamente costruito sulla scala blues di A (A, C, D, Eb, E, G). La scala rispetto alla diteggiatura tradizionale viene stiracchiata in una diteggiatura a tre note per corde. Il primo chitarrista a sviluppare la scala in questa maniera fu Paul Gilbert nel suo memorabile primo video didattico “Intense Rock”. L’intuizione di Castellano è servirsi del tapping per non dover ricorrere a un lavoro così impegnativo di stretch per la mano.
La scala poi è arricchita da alcuni passaggi sulla nona B, che ne ampliano il potenziale melodico.
In questa maniera, dilatata nelle diteggiature, spalmata su più ottave e dilatata nel respiro armonico, la pentatonica acquista un sapore modernissimo.
E’ di grande impatto l’arpeggio di Cmaj7 (C, E, G, B) che fa capolino tra la seconda e terza misura, suonato in un tipico pattern alla Steve Vai.
Attenzione a non accelerare nella fittissima sequenza finale in tapping. Il flusso di trentaduesimi deve rimanere fluido e costante. Ecco la trascrizione completa dello studio.
Nel primo video lo studio è eseguito a velocità ridotta: concentriamoci su diteggiatura, scansione ritmica e corretta interpretazione della partitura.
Prima di cimentarci nello studio a velocità originale una considerazione: siamo in Am e in questo fraseggio non è presente la sesta: per cui, il lick potrà essere usato sia in Am Eolio, sottintendendo la b6 F, che in Am Dorico sottintendendo la 6 F#.
Per suonare questo lick provate per esempio a crearvi due basi molto diverse tra loro: una più funk con una progressione formata da Am7 e D7 (Dorico) e una più rock melodica con Am e Fmaj7 (Eolio).
Ed ora il lick a velocità orinale: allacciate le cinture!