di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 30 giugno 2016 ore 07:30
Potresti pensare che un buffer serva solo ai fanatici del suono con pedaliere faraoniche ma, a ben vedere, bastano pochi pedali per deteriorare il segnale in maniera sensibile, e un buon buffer fa la differenza. Ecco quanto segnale va via senza che tu te ne accorga, e come evitarlo.
Il true bypass è visto da molti chitarristi come un valore aggiunto in qualunque pedale, capace di rispettare l'integrità del segnale quando l'effetto è disattivato come se non fosse neanche in catena. In realtà, non è affatto così.
Il segnale della chitarra elettrica o di un basso è debole ed estremamente delicato. Bastano pochi metri di cavo per deteriorarlo, divorandone armoniche e vigore, e passare attraverso i contatti elettrici dei jack di un pedale e i componenti meccanici di uno switch non gli fa certo bene. Per renderlo più forte, virtualmente immune ai percorsi più lunghi e intricati, bisogna abbassare il valore di una componente elettrica denominata impedenza. A questo scopo, c'è bisogno di un buffer che prepari il suono ad attraversare l'intera catena senza temerne le dispersioni.
A livello costruttivo, i buffer sono amplificatori unitari in cui il segnale in uscita è identico per ampiezza a quello in ingresso. Ciò che cambia è, appunto, l'impedenza che si abbassa (da una cosiddetta Hi-z a una Lo-z). Il loro scopo è trattare il segnale nella maniera più pulita possibile, senza interferire con la pasta sonora. Tuttavia, esattamente come per i booster, non esiste un buffer perfettamente trasparente, ma tutti colorano il suono con qualche sfumatura, per quanto impercettibile sia, e l'unico modo per decidere quello che fa al caso tuo è provarne diversi con le proprie mani.
Da quando molti costruttori di effetti hanno cominciato a rimarcare l'importanza di un buon buffer interno ai loro pedali (se uno stompbox non è true bypass, include sempre un buffer che si innesca quando non è in azione, per trattare in questo modo il segnale pulito), l'attenzione dei chitarristi si è rivolta sempre sempre più verso il discusso circuito. Molti ancora si chiedono se un buffer in pedaliera serva sul serio e, con sempre più aziende a proporre dei buffer stand-alone da integrare anche in pedaliere true bypass, può essere utile dimostrare sul campo cosa cambia nel suono quando viene aggiunto un dispositivo simile a un groviglio di cavi, jack e switch come può essere una comune pedaliera basata su pedali true bypass.
Per dare il meglio, il buffer va posizionato a inizio catena e tenuto sempre attivo. Può rappresentare un'eccezione la presenza di un fuzz di stampo vintage che, come dimostrato in questo articolo, di solito lavora bene solo se interfacciato con un segnale ad alta impedenza. In questo caso, il buffer andrà dopo di esso per convertire il segnale in bassa impedenza solo all'uscita del fuzz.
Per effettuare il test ho chiesto a Vinteck di mettermi a disposizione il suo Buff n' Boost nella versione miniaturizzata del 2015, un pedale che unisce buffer e booster in un solo chassis e che ho apprezzato tanto per la linearità della curva d'equalizzazione quanto per la qualità generale.
Nell'esperimento sono stati usati cavi da qualche metro per collegare i pedali tra loro anziché i comuni patch cable, in modo da aumentare la lunghezza totale del percorso e rendere il deterioramento del segnale più evidente. Tuttavia, se avete una pedalboard più nutrita di quella assemblata in video o usate un cavo di dieci e passa metri per collegarla comodamente all'amplificatore su palchi più grandi, le vostre condizioni non saranno poi così diverse da quelle simulate nel clip.
Per evitare di maneggiare con gli ingressi dell'amplificatore (per la cronaca, costruito da Gwynnett e prossimamente protagonista di un articolo dedicato), ho preferito frapporre sempre tra chitarra e testata un riverbero Silver Strumenti Musicali, direttamente nell'input, anche per stuzzicarvi con un assaggio dell'ultimo giocattolo entrato in pedaliera. A questo scopo, il riverbero ha fatto anche da patch a cui collegare il cavo della chitarra o della pedaliera alla bisogna.
Credo ci sia poco spazio per le considerazioni: il cambio di suono è palese, e a oggi non risulta esserci un modo migliore per far sì che una chitarra collegata a una catena intera suoni esattamente come farebbe se entrasse dritta nell'amplificatore.
Un buffer è un must per chi usa molti pedali true bypass e non è disposto a scendere a compromessi con la purezza del suono o con le regolazioni dei singoli effetti. Che sia di qualità, inutile dirlo, è un fattore di primaria importanza.