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Le Fender Telecaster più belle del vintage
Le Fender Telecaster più belle del vintage
di [user #36241] - pubblicato il

La nonna delle solid body ha cambiato pelle molte volte, ma ha conquistato il cuore dei chitarristi fin dalle prime edizioni, tutt'oggi tra le più desiderabili per stile e interesse storico. Ecco una selezione delle Telecaster più belle partorite dal genio di Leo Fender.
La Fender Telecaster è l'alfa, ciò da cui tutto è iniziato, la prima vera solid body che l’uomo abbia mai visto.
Devo confessarvi che, personalmente, ho la deformazione del fondamentalista: purtroppo la mia indole mi porta a considerare le cose solo nella loro forma originale. La Telecaster è nata perfetta nella sua prima incarnazione. Diciamo che aveva e ha i suoi difetti, ma sono nei che ne caratterizzano il feel, la suonabilità e la sua essenziale indole di chitarra ancestrale. Andiamo a vederne l'evoluzione, che qui ci sono un sacco di curiosità da spulciare.

Le Fender Telecaster più belle del vintage
1949 "Snake Head" Prototype
Tutto inizia da questo strumento. Leo Fender realizzò una chitarra che aveva già la forma di una Telecaster, molto spartana, con un ponte a tre sellette dall’aspetto rozzo e “handmade”, un unico pickup, tono e volume. Il corpo era realizzato in due pezzi di pino incollati uno sopra l’altro, non vi era logo sulla orribile paletta “snake head” ed, essendosi Leo ispirato (secondo lui) alla chitarra classica spagnola, non c'era truss rod. La chitarra veniva portata in giro nei locali per farla provare e per raccogliere opinioni e consigli. La prima vera solid body realizzata da Fender era questa. L’immagine, ovviamente, non si riferisce a un originale ma a un modello realizzato qualche anno fa dal Custom Shop Fender del quale vogliamo fidarci in quanto ad accuratezza.

Le Fender Telecaster più belle del vintage
1950 Fender Broadcaster
In effetti, la prima volta che varcò i mercati, la Telecaster non aveva ancora questo nome. Si chiamava Broadcaster. Rarissime e collezionabili sono le Broadcaster originali. Il nome, come anche molte specifiche, fu scelto da Leo volendo spalleggiare la presenza sempre più massiccia della televisione nelle case degli americani. Gli stessi colori furono scelti perché la chitarra apparisse bella anche nelle televisioni in bianco e nero dell’epoca.

Le Fender Telecaster più belle del vintage

La Broadcaster nasce “blackguard” e cioè Butterscotch Blonde con battipenna in bachelite nera verniciato a nitrocellulosa. Esiste solo una Broad originale documentata con battipenna bianco. Il corpo era in frassino ed il manico in un unico pezzo di acero dal profilo molto generoso e con truss rod. Solo il primo mese di produzione vede l’assenza dell’abbassacorde a bottone. La Broadcaster ha già due pickup, ma un wiring molto differente da quello moderno. Con il selettore a tre posizioni abbiamo, nella prima, il pickup al ponte con un controllo di blend che miscela il pickup al manico senza tono, nella seconda pozione abbiamo il pickup al manico senza blend e senza tono e nella terza posizione sempre il pickup al manico col tono basato su un condensatore carta/olio Cornell da 50nF. Il ponte è quello che conosciamo bene a ceneriera dotato di cover, tre sellette in ottone e caricamento delle corde passante per il corpo.

Le Fender Telecaster più belle del vintage
1951 Fender “Nocaster”
Nel 1951 Leo Fender cominciò ad avere problemi con il nome che aveva scelto per la sua Broadcaster. Gretsch infatti già faceva una batteria chiamata Broadkaster e fece causa a Fender per il nome “plagiato”. Leo fu costretto quindi ad inventarsi qualcosa. Fino all’autunno del 1951, alla fabbrica Fender semplicemente tagliavano la decal eliminando il nome del modello. Talvolta era presente il logo color oro e talvolta color argento a seconda della provenienza della decal (Esquire o Broadcaster).

Le Fender Telecaster più belle del vintage

Questi strumenti che non recano nessun modello sono conosciuti come “Nocaster”. Strumenti meravigliosi e molto collezionabili.
Nell’autunno del 1951 finalmente nasce la “Telecaster” e se ne trovano i primi esemplari così marcati.

Le Fender Telecaster più belle del vintage
1952/1953 Fender Telecaster

La Telecaster vera e propria col suo splendente nome applicato sulla paletta era finalmente nata e si stava formando nella configurazione che tutti noi oggi conosciamo. In questo periodo viene introdotto un wiring diverso che vede un selettore a tre posizioni con una nuova configurazione: in prima posizione pickup al manico con un condensatore fisso da 50nF senza tono, nella seconda posizione pickup al manico con tono basato su condensatore da 100nF e, nella terza posizione, pickup al ponte senza tono. In questo periodo inoltre vengono gradualmente sostituite le viti, in precedenza tutte a taglio, con le moderne viti a stella.

Le Fender Telecaster più belle del vintage
1954/1955 Fender Telecaster
Nel ’54 viene introdotto il battipenna bianco monostrato in ABS. Inoltre il colore, da un Butterscotch Blonde molto tendente al giallo, comincia a virare verso il Desert Sand. Vengono sostituite le sellette in ottone con le nuove sellette in acciaio lisce e viene sostituito gradualmente il cappuccetto del selettore da quello a barilotto a quello moderno “top hat”. Già nel ’55 infatti il barilotto è completamente assente. Vengono inoltre prodotte solo alcune Telecaster sunburst nel 1955.

Le Fender Telecaster più belle del vintage
1956/1957/1958 Fender Telecaster
La Telecaster trova finalmente una forma stabile, e in questo periodo vengono fatte solo piccole modifiche di perfezionamento. Nel 1956, l’abbassacorde a bottone viene sostituito con quello a farfallina e vengono introdotte le manopole con la parte superiore piatta (in precedenza erano arrotondate). Il colore è oramai Desert Sand. Si cominciano a trovare gradualmente i primi esemplari con il manico a V pronunciato. Già nel ’57 la maggior parte delle Telecaster ha il manico “strong V”. Nel 1957 viene prodotta ancora una piccola parte di Tele in colorazione sunburst. Nel 1958 vengono introdotte le sellette in acciaio zigrinate, viene introdotto il caricamento delle corde “dal ponte” (modifica che camba radicalmente il suono della Telecaster) e viene di nuovo cambiata la forma del manico in un D più sottile dell’originario.

Le Fender Telecaster più belle del vintage
1959/1960/1961/1962 Fender Telecaster
Nel ’59 viene introdotta la tastiera in palissandro non riportata. Più trascorre il 1959, più il profilo del manico diventa sottile. Nel 1960 viene reintrodotto il caricamento delle corde passante per il corpo nonostante venissero comunque lasciati i fori dietro al ponte per il caricamento “da sopra”. Il colore diviene meno trasparente e maschera molto di più la venatura del legno. Nel ’61 si accorgono di aver esagerato ad assottigliare il manico e cominciano a farlo leggermente più grosso. Nel ’62 è introdotta la tastiera in palissandro riportata.

Le Fender Telecaster più belle del vintage
1959 Fender Custom Telecaster

Viene introdotto il famosissimo e meraviglioso modello Custom, suppongo in un impeto di emulazione verso la controparte Gibson. La chitarra è offerta con battipenna a tre strati Mint Green, binding attorno al corpo e colorazione sunburst. Inizialmente con la stessa decalcomania del modello Standard, vede poi l'arrivo di una decal che recita "Custom Telecaster".

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1964/1965/1966/1967 Telecaster
Alla fine del 1964 viene introdotto il battipenna bianco a tre strati. Solo nel tardo 1965 ritorna la possibilità di avere la tastiera in acero incollata come optional, cosa che diventerà uno standard solo nel tardo 1967. Nello stesso periodo viene finalmente introdotto il wiring moderno e vengono realizzati alcuni esemplari detti “smuggler”.

Le Fender Telecaster più belle del vintage

In poche parole, Fender ha difficoltà a trovare del frassino leggero così si decide di scavare la zona al di sotto del battipenna per alleggerire un po’ il body. Sembra che molte persone abbiano tenuto per molto tempo Telecaster del genere senza sapere che si trattassero di “smuggler”.

Le Fender Telecaster più belle del vintage
1968/1972 Fender Telecaster Thinline

Nel 1968 ci s'inventa la Thinline nell’impeto di alleggerire la Telecaster a causa della scarsità di frassino leggero. Si tratta di una Telecaster a tutti gli effetti costruita come una ES335 con parte centrale solida, le due parti laterali scavate e una sola buca a effe. È introdotto un nuovo meraviglioso battipenna madreperlato, ma inizialmente i pickup restano single coil. Nel 1972 viene creato un nuovo modello di Thinline con pickup humbucker, ma risulta a oggi molto meno desiderabile.
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di emanuelematteocci [user #28211]
commento del 16/07/2016 ore 13:35:40
Il sogno, il segno, il suono della mia vita! Grazie mamma chitarra di esserci sempre! Le più belle chitarre del mondo!
Rispondi
di Dinamite bla [user #35249]
commento del 16/07/2016 ore 14:27:02
Bella lezione di storia ;)
Rispondi
di kelino [user #5]
commento del 16/07/2016 ore 16:17:25
Che rimpianto.
Vendetti una thinline reissue 72 japan, per una strato am std.
Volevo la strato.
Forse è per questo che ora odio le strato.
E mi odio...
Rispondi
di SilverStrumentiMusicali utente non più registrato
commento del 16/07/2016 ore 18:38:53
Ti sono solidale.
Rispondi
di JFP73 utente non più registrato
commento del 17/07/2016 ore 12:38:20
La tele quando ti entra dentro non ti lascia più. Non c'è un perché, è tozza, semplice, offre poche soluzioni ma ha un suono,tutto suo che non ti lascia mai
Rispondi
di ReCaster [user #36341]
commento del 17/07/2016 ore 14:38:06
Integralismo X integralismo metto qualche correzione...
Dopo i prototype 1 (snakehead), il 2 e il 3 (già con paletta a forma definitiva Telecaster ma con comandi spostati) del 49, a giugno del 1950 nacque la single ESQUIRE con il solo pick-up al Ponte e poco dopo la double ESQUIRE dotata di due pick-up. Il bridge Pick-up era derivato dalle lap steel Guitar degli anni 40 quindi con flat pole (staggered pole arrivarono qualche anno dopo).
La Telecaster in frassino nera con battipenna bianco era in realtà una delle prime Esquire probabilmente precedente a giugno 1950 (e non una Broadcaster) e fu usata per le stampe pubblicitarie in quanto il contrasto sul bianco e nero dell'epoca era più accattivante rispetto alle butterscotch blonde.
Altra particolarità che le prime Esquire da Giugno a Settembre 1950 erano spesso sprovviste di truss rod in quanto Leo era convinto fosse inutile data la durezza dei suoi legni. Poi fortunatamente riuscirono a convincerlo a metterlo su tutti i manici. Dall'ottobre 1950 sospesero la produzione di esquire con single pick-up (che riprese a gennaio 1951 col nome di Esquire) e chiamarono la double pick-up col nome di Broadcaster fino a che la Gretsch non si incazzó mandando il telegramma X violazione di nome commerciale (gennaio 1951).
Altra inesattezza, il battipenna nero non era in bakelite ma in fibra termoindurente vulcanizzata verniciata con trasparente nitro X darle effetto glossy.
La tastiera in palissandro riportata cominció nel 59 con le tastiere slab (cioè piatte nella parte a contatto con l'acero) e divennero veneer (cioè incollata a pressione su acero curvato) nel 62.
Ciao
Rispondi
di nawa utente non più registrato
commento del 17/07/2016 ore 17:57:55
ah, ecco, mi pareva! Le prime Esquire avevano il corpo più sottile e in pino, non in frassino. verniciate di nero o rosso e senza truss-rod. Stiamo parlando di una trentina di chitarre se non sbaglio. La Broadcaster nasce come versione di lusso con truss-rod, corpo in legno più pregiato con venature a vista, maggiore spessore della cassa e doveva affiancare le Esquire in catalogo.
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di ReCaster [user #36341]
commento del 17/07/2016 ore 18:48:0
I tuoi link sono esattamente il prototype 2 e 3... Bravo belle foto!

Le prime Esquire erano .25" più sottili della misura standard successiva ed erano incollate a pancake probabilmente per la dimensione delle asse di pino in commercio. A me risulta che ne abbiamo fatte solo una ufficiale in nero e mai una rossa, non so da che fonte hai preso queste informazioni.

Per il truss rod quasi tutte quelle prima della Broadcaster (cioè ottobre 1950) non lo avevano, il problema è che successivamente in tanti hanno riportato la chitarra in fabbrica X avere un manico con truss e addirittura alcuni cambiavano anche il body X avere lo spacco X accedere alla vite del truss senza smontare il manico. Quindi ad oggi ne sono sopravvissute forse due o tre originali senza truss.
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di nawa utente non più registrato
commento del 17/07/2016 ore 18:05:01
il 2 vai al link
il 3 vai al link

esquire vai al link
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 18/07/2016 ore 20:55:55
Sono un fan della Esquire. È interessante il sistema switch a 3 posizioni per 1 pick-up - 1 per ponte a manetta e 2 per suoni più cupi in un tentativo Jazz. Di solito si usa esclusivamente la posizione senza filtri. Sembra... almeno sembra, che ha un pò di punch extra ma è forse allucinazione!
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di mz2250 utente non più registrato
commento del 17/07/2016 ore 17:43:37
Perchè orribile la snakehead? A me è sempre piaciuta un sacco come paletta !
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di spaceboy [user #41564]
commento del 18/07/2016 ore 10:32:22
SilverStrumentiMusicali, mai pensato di fare un articolo anche sulle Jazzmaster?
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di SilverStrumentiMusicali utente non più registrato
commento del 18/07/2016 ore 10:39:10
Purtroppo sembra che non ci sia molto da scrivere sulle JM. Dai un'occhiata qui vai al link Sembra che a parte piccoli cambiamenti estetici e qualche piccola cosina dal 58 non sia cambiata granchè. Del resto è la stessa cosa per la Jaguar. Forse giusto la Mustang ha qualcosa di interessante di cui parlare ma comunque sempre piuttosto poco.
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di spaceboy [user #41564]
commento del 18/07/2016 ore 10:45:58
grazie per il link :) In effetti ha avuto poche modifiche nel corso degli anni
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di Repsol [user #30201]
commento del 18/07/2016 ore 17:47:31
Grazie dell'articolo, molto bello.
Nin sapevo che avessero fatto delle Telecaster senza corde passanti, ancorate solo al ponte. Così mi son documentato e ho approfondito questa notizia.
Una cosa che non capisco ancora è il motivo per cui la Telecaster, anche in versioni rarissime come Nocaster o Esquire non raggiungono le quotazioni delle Strato.
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di ReCaster [user #36341]
commento del 19/07/2016 ore 08:56:15
Il motivo è semplice. Non esiste un listino sul vintage, tutto è democraticamente regolato dalla legge domanda/offerta.

Più persone (con soldi ovviamente) sono interessate a possedere una nocaster e più la nocaster vale.
Generalmente le valutazioni sono basate sullo storico dei prezzi reali di vendita. Ovviamente sono da prendere con le pinze perchè la prima nocaster in mint condition può costare il doppio di una nocaster di fine 51 in VG condition... Insomma o si è esperti o ci si deve affidare a esperti prima di compiere investimenti simili
Rispondi
di jdessi [user #27382]
commento del 22/07/2016 ore 10:28:39
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