Di chitarre, Keith Richards ne ha un sacco e delle migliori annate ma, nonostante questo, per lui la parola magica resta "Telecaster". Si riferisce probabilmente a Micawber, il suo mongrel nato nei primi anni '50 e passato sui palchi più importanti del mondo, subendo modifiche e riparazioni di ogni genere.
Ogni chitarrista ha i suoi umori, le sue idiosincrasie, le sue ansie. Ogni nuova chitarra è la migliore, la definitiva: "this is a keeper" ("questa è da non vendere") dicono gli americani, salvo cambiare idea dopo un mese e innamorarsi di nuovo. Fa parte del gioco e lo sappiamo, però dannazione, il gioco - per divertirsi - può anche essere: "ok, però stavolta stai per andar in viaggio su Marte e ne devi portare una sola, altro spazio non ce n'è. Quale porti?".
Primo aspetto: elettrica o acustica? Per chi suona solo una delle due non ci sono problemi, ma per chi le alterna già si pone un dubbi atroce. Cominciamo male? Va be', cambiamo la regola: se suoni entrambe puoi portarne due, una elettrica e una acustica. L'ampli, facciamo che su Marte si trova facilmente, quindi lasciamolo fuori dal gioco.
A questo punto la mia scelta è fatta. Elettrica: Fender nocaster classe 1951, per la voce inimitabile del pickup al ponte, la suonabilità, l'estetica meravigliosa, il manico indistruttibile e (last but not least) i ricordi che porta con sé. Acustica: Ovation Collectors 1982 per la versatilità, la tavola blu, l'amplificazione FET della prima Adamas (per me insuperabile per timbro sonoro), il manico e pure lei i ricordi.
E tu cosa ti porteresti su Marte? |