di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 19 luglio 2016 ore 07:30
Il top in acero fiammato e il mogano sono due ottimi punti di partenza per realizzare una single cut. A questi aggiungete una coppia di humbucker Duncan Design e un hardware dorato ed otterrete una Aria dall’aspetto lussuoso e dal sound ricercato quanto basta.
Aria è un marchio che da sempre si distingue per la costruzione di strumenti con un ottimo rapporto qualità prezzo e finiture curate. La sua storia comincia lontano, nel 1956, quando cominciò la produzione creando copie di Strat e Les Paul, arrivando poi a creare modelli originali, alcuni dei quali ebbero un ottimo successo (come il basso a quttro corde di Clif Burton).
La PE che abbiamo messo alla prova nell’O.U.T Side Studio di Michele Quaini è un modello DLX, abbreviazione di deluxe, che rappresenta non il top di gamma, ma il modello appena appena più economico. Economico nel prezzo, ma non certo nell’aspetto.
L’occhio vuole la sua parte e all’Aria lo sanno bene. Non si sono certo risparmiati e la PE fa sfoggio di un top fiammato, bello spesso, coperto quanto basta da un vintage cherry sunburst, che si estende fino alla paletta, anch’essa contornata da un semplice binding bianco che fa il paio con l’hardware dorato. Questo è composto da un ponte tipo Tune-o-matic, un SPT nello specifico con il bellissimo attaccacorde sempre dorato.
L’orecchio però non deve passare in secondo piano. Ecco quindi che per l’elettronica i tecnici si sono affidati a due hambucker Duncan Design, con elettronica standard, composta da un selettore a tre posizioni, due toni e due volumi.
Le meccaniche con bottone in madreperla completano il look ricercato delle PE DLX che non esitiamo oltre a schiantare dentro la Plexi che ormai ha le valvole belle calde.
Cominciamo dai clean, se così si possono chiamare. L’output dei magneti è generoso e porta subito il Marshall verso un leggero crunch, soprattutto quando ci si sposta al ponte. Il pick up al manico si è dimostrato caldo e robusto, ma in grado di spostarsi verso suoni più leggeri e delicati quando si abbassa un po’ il volume con la manopola.
Uno scatto e attiviamo il magnete al ponte. Più chiaro e brillante spinge bene fin da subito, tanto che siamo invogliati ad accendere l’overdrive. I Duncan Design si dimostrano a loro agio anche quando il gain si alza. L’output generoso fa emergere una voce carica di medie e di una buona dose di cattiveria.
Quando alziamo ancora il guadagno la PE-DLX si dimostra un’ascia da rock! I powechord si sprecano, ma grazie al sustain messo in campo dalla ARIA anche bending e assolo non tardano a sfuggirci dalle dita.
Il manico è bello cicciotto e ci piace. Unito all’action bassa e confortevole facilità il compito. Non si fa la minima fatica in compagnia della PE, tanto che vorremmo fossero state montate delle corde più spesse.
La PE-DLX è una chitarra che ci ha lasciato piacevolmente colpiti. Con un prezzo che si aggira intorno ai 500 euro può dare del filo da torcere a molte altre single cut, anche più blasonate. Se vi capita di trovarla nei negozi, attaccatela a un bel Marshall, non ve ne pentirete.